UN LIBRO DA NON PERDERE – “In un caos di figure generiche e prive di riferimenti professionali, Chiara ha iniziato la sua personale battaglia per dare dignità professionale a un ruolo, quello di consulente dei centri fitness, che spesso viene banalizzato come semplice venditore di abbonamenti. E invece rappresenta la porta d’ingresso nel mondo dello sport per milioni di persone”. Con queste parole il nostro Presidente, Claudio Barbaro, sintetizza il nuovo libro di Chiara Valentini scritto insieme con Davide Di Cola: Etica e Tecnica per vendere il Fitness, il manuale per promuovere il benessere.
“È giusto parlare di vendita quando si promuove la salute proponendo allenamenti o servizi legati al fitness?”, si chiedono gli autori. “Se vuoi che la tua passione per lo sport diventi una professione nel settore sportivo e nel fitness, se vuoi ristrutturarti in maniera solida e rendere sostenibile la tua attività perché possa essere la tua professione nella vita, hai bisogno di conoscere tecniche di vendita e comunicazione oltre alle competenze di tipo tecnico scientifico, ma questo ti completa e ti rende estremamente valoriale solo se sei motivato a contribuire realmente e positivamente nella vita delle persone”.
Questo libro è una guida per motivare le persone ad intraprendere un percorso legato alla salute: il primo manuale così completo dove i lettore potrà conoscere il protocollo del consulente cui attenersi, tutto sulla tecnica di vendita con i passi fondamentali per una trattativa efficace, ma anche una parte dedicata alla conoscenza e ai benefici dell’attività sportiva nelle varie fasi della vita. “Niente è lasciato al caso quando si parla di salute… E un vero professionista lo dimostra con etica, passione e professionalità”.
“Una grande responsabilità, oltre che una dignità professionale da costruire con sicurezza e con l’orgoglio di rappresentare il primo anello della catena di trasmissione che mette in moto tutti gli ingranaggi di un’azienda sportiva”, chiosa Barbaro.
Secondo appuntamento con la rubrica dedicata al fitness e al wellness. Che differenza c‘è tra lo sportivo e il sedentario?
Il mondo dello Sport è in evoluzione. Mutazioni, conversioni, riposizionamenti, riforme e tante idee per ripensare un sistema che, al di la dei numeri, degli interessi, di quello che è concesso dall’ordinamento sportivo e dalle leggi in materia, è fondamentale per la salute degli individui rappresentando oltretutto il termometro del livello civile e culturale di un Paese. Un Ente di Promozione Sportiva ha il grande privilegio di essere parte attiva di qualsiasi processo che promuova il movimento, l’allenamento, un corretto e sano stile di vita, e ha l’obbligo pratico e “morale” di percorrere tutte le strade che possano agevolare e stimolare la fruizione di questo benessere. E’ per questo che oggi vi presentiamo un nuovopercorso che ASI ha deciso supportare, riconoscendo, nelle pieghe della propria formazione riconosciuta,una figura specifica volta a definire i contorni sportivi e professionali di chi opera nello sconfinato, e spesso destrutturato, universo del fitness. Parliamo della figura del Consulente Commerciale dei Centri Fitness. Ce ne parla Chiara Valentini – (ASD Accademia Chiara Valentini – Coordinatrice commerciale IF).
di Chiara Valentini
Ci siamo lasciati qualche giorno fa con tre domande a cui dare risposta; oggi analizzeremo da vicino cosa differenzia nella sostanza un soggetto sportivo da uno sedentario.
Il primo fattore di distinzione è la conoscenza; il secondo l’esperienza.
Partiamo dalla prima; la conoscenza da comprendere non solo in termini teorici, ma anche in termini pratici, di sensazioni positive legate all’esercizio fisico e al benessere che ne deriva facendolo regolarmente.
Facciamo un esempio: chi fa attività sportiva ricava sensazioni di piacere che tenderà a ricercare ciclicamente e costantemente.
Approfondiamo: è scientificamente provato che svolgere attività fisica stimola la produzione di due ormoni: la serotonina, che è l’ormone della felicità e dona un senso di benessere, e la dopamina, che è l’ormone del piacere.
I due ormoni sono dei neurotrasmettitori che coinvolgono numerose funzioni celebrali, influenzando aree del cervello che governano emozione, motivazione e pensiero.
Il meccanismo è semplice: se provi piacere dopo aver svolto attività fisica, la dopamina invia segnali “positivi” al cervello, il quale tenderà per questo a ripetere il processo consolidando di fatto la buona abitudine di praticare sport ed ottenere dei risultati.
Gli stessi risultati ottenuti generano piacere, alimentano l’autostima e creano una sensazione alla quale non si vuole più rinunciare, alimentando oltretutto la motivazione a svolgere costantemente quell’azione.
Traducendo all’estremo il concetto, la persona che fa attività sportiva si automotiva perché è cosciente del piacere che ricava.
Il secondo fattore è legato al vissuto personale che determina appunto un’esperienza. Nel caso di un soggetto sportivo infatti l’esperienza vissuta sarà stata sicuramente positiva; questo perché sa riconoscere
esattamente le buone sensazioni legate all’ esercizio fisico, tanto da considerare l’allenamento parte integrante del suo stile di vita e della sua quotidianità; questa condizione probabilmente deriva ab origine da un programma di allenamento adeguato al suo livello di preparazione e allineato alle reali esigenze personali costruendo un modello applicabile e sostenibile per il soggetto tale da includere lo sport tra le attività che gli generano piacere.
Qual è invece la conoscenza di un sedentario?
Sicuramente conoscerà la teoria del “muoversi fa bene”, ma non potrà comprendere a pieno i benefici legati all’ esercizio fisico, poiché non praticando direttamente gli è preclusa quell’associazione alla sensazione di piacere. Il sedentario lo possiamo riconoscere in due casi:
1) la persona che non ha mai fatto attività sportiva per assenza culturale o per cause ambientali (l’educazione ricevuta non includeva il valore dello sport o magari il contesto economico familiare poco agiato non prevedeva l’attività sportiva come una priorità).
2) la persona che approccia allo sport saltuariamente o perché “obbligato” dalle inevitabili conseguenze causate dalla sedentarietà: sovrappeso, problemi posturali, inestetismi, apatia sociale.
Questi soggetti il più delle volte si avvicinano a questo mondo facendo qualcosa per sentito dire, improvvisano con un fai da te o con la falsa credenza (scoraggiante) di dover passare ore ed ore in palestra perché mal consigliati dall’esperto di turno.
E’ inevitabile che queste persone si ritroveranno a svolgere attività poco in linea con le proprie esigenze, associando così lo sport ad un’esperienza negativa. Tenderanno a perdere la motivazione ad iniziare un percorso sportivo sopraffatti da sensazioni negative di stress e disagio. Il benessere per loro non deriverà dal movimento ma dal cibo o da cose “più semplici” che innescheranno verosimilmente cattive abitudini.
Vi riporto un esempio:
Nella mia esperienza professionale di Consulente fitness mi è capitato di conoscere persone che volevano iscriversi in palestra altamente motivate ad ottenere un cambiamento fisico ( quindi con la volontà di dover dimagrire o tonificare), ma dopo anni di inattività volevano assolutamente iniziare con un’amica, la quale ovviamente dopo diversi anni di pratica aveva acquisito una resistenza fisica decisamente superiore; la stessa attività svolta da chi ha condizioni fisiche differenti provoca sensazioni diverse. Nel caso di una persona con una resistenza acquisita il senso di appagamento è percepito. Al contrario la troppa fatica, i dolori muscolari post allenamento e quel senso di inadeguatezza insinua l’idea di non essere all’altezza generando la categoria di coloro che si iscrivono in palestra e non frequentano perché non riuscendo a sostenere l’allenamento proposto vedono allontanarsi il raggiungimento dei risultati sperati e man mano
perdono la costanza.
Questa situazione si ripete più volte anche in diversi modi, come ad esempio nel caso di chi pur non avendo le dovute conoscenze si attribuisce autonomamente l’attività ideale per il risultato da raggiungere, senza che sia stato idoneamente programmato sulla propria fisicità o per il proprio livello di allenamento e di condizione fisica.
Il vero problema è che se questo si trasforma in un’associazione negativa, ogni volta che si proverà ad intraprendere un percorso di cambiamento anche iniziando a fare sport regolarmente, il cervello tirerà dal fuori dal cassetto l’esperienza passata cercando di evitare il ripetersi di una sensazione negativa.
Il sedentario vivrà quindi di preconcetti che come la parola stessa lascia intendere (pre-concetti) è basato su un qualcosa sviluppato prima di aver provato la giusta esperienza e quindi sostanzialmente privo di fondamenta; questo però può diventare un vero e proprio ostacolo nel processo decisionale, attivando una condizione di continua ricerca di segnali insignificanti e problemi limitanti come non avere tempo, non essere costante, non essere idoneo, la palestra non serve a nulla..
I numeri legati alla percentuale di sedentari sulla popolazione italiana dimostrano quanto è difficile cambiare uno stile di vita; le persone che non fanno sport si stimano essere intorno al 70%, un numero importante che deve rendere consapevoli noi operatori di fitness e benessere del grande impegno che dovremmo assumerci nei confronti di questa società.
Credo che noi professionisti del settore abbiamo il grande privilegio di poter invertire il senso di marcia, diffondendo con nozioni e concretezza il giusto concetto di allenamento, motivando anche la persona più restia ad iniziare la pratica sportiva. Lo Sport è democratico; non crea preferenze, non fa distinzioni di età, di livello o di abilità; tutti possono diventare sportivi purché siano guidati ed orientati gradualmente al giusto allenamento basto sull’unicità della singola persona.
So che questo bellissimo intento è al quanto utopistico; penso anche che se ognuno di noi intraprendesse questa professione con la giusta sensibilità potremmo aumentare in modo esponenziale le possibilità di convertire un sedentario alla pratica sportiva, e con il tempo abbassare quel tasso di sedentarietà, che include oltretutto persone con serie problematiche di salute.
C’è bisogno sempre più di professionisti che abbiano CONOSCENZA, ESPERIENZA e la VOLONTA’ di migliorarsi costantemente, consapevoli di essere i portatori di un messaggio che va oltre l’idea di far iniziare la pratica sportiva per alimentare il proprio business, passando al livello superiore di insinuare nelle persone un concetto ”educativo” come quello di prendersi cura della propria salute, fisica e mentale, anche attraverso lo sport.
Pertanto la conoscenza del professionista deve includere oltre agli argomenti inerenti i benefici e le tecniche di allenamento, anche la padronanza delle idonee tecniche di comunicazione utili a farci comprendere gli atteggiamenti e i pensieri che si nascondono nella mentalità di chi vogliamo stimolare. Se manca la comprensione delle problematiche che la persona cerca di trasmetterci non potremo mai avere la possibilità di aiutarlo con la giusta soluzione; che tu sia un CONSULENTE o un TRAINER, l’arte del saper comunicare ti avvicina alla persona che vogliamo guidare.
Per comunicazione intendo sia quella che emettiamo attraverso parole e comportamenti, sia quella che riceviamo da altrettante parole e comportamenti. Quando questo doppio passaggio di emissione e ricezione diventa efficace e comprensibile, l’arte del saper comunicare produce i risultati il messaggio diventa efficace.
Per diventare abili comunicatori è necessario essere autocritici e domandarsi se siamo veramente capaci di trasmettere un messaggio. Poniti questa domanda: “Quando emetto un messaggio o attuo un comportamento per ottenere un risultato, ho sempre (o quantomeno spesso) il responso desiderato?”.
Allo stesso modo quando parlo di ESPERIENZA del professionista non mi riferisco solo a quella inerente alla pratica sportiva, ma anche a quella maturata nel percepire i bisogni che spingono le persone ad avvicinarsi al mondo dello sport. Anche l’esperienza diretta vissuta a contatto con le persone ci aiuta a capire qual è la mentalità che si nasconde dietro i processi decisionali, quali sono i veri limiti o la giusta leva motivazionale che innesca un processo orientato alla pratica sportiva e alla costanza dell’allenamento.
In questo caso per capire quanto sei esperto della tua professione e quanto le tue azioni incidono nella promozione di un miglioramento dello stile di vita, chiediti:
“Quante volte sono stato costretto a utilizzare scontate leve commerciali per convincere i clienti ad iscriversi, invece di utilizzare leve motivazionali che spingono all’ acquisto e avvicinano persone al servizio in maniera più coerente e sincera?”
Dobbiamo avere tutti VOLONTA’. Soprattutto quella di migliorarci costantemente come professionisti, con l’idea di investire sempre sulla propria formazione e non dare nulla per scontato poiché in qualità di operatori del benessere abbiamo la possibilità di contribuire portando in alto i valori dello sport.
Il primo PASSO facciamolo noi migliorandoci costantemente per essere parte attiva del cambiamento.
La lettera aperta di Ciwas, Confederazione Italiana per il Wellness, le Attività Sportive e la Salute, inviata al Premier Conte e ai Ministri competenti.
In questi giorni il nostro settore sta subendo pesantissimi attacchi che minano la già precaria situazione di un intero comparto.
È stato dimostrato che lo Sport, il Fitness e le Attività Fisiche migliorano il benessere fisico, mentale e sociale. Palestre, Piscine e Centri Sportivi sono strutture abituate ad elevati standard igienici ed al rispetto delle procedure. Lo Staff viene formato a salvare vite con il defibrillatore, effettuare manovre di primo soccorso, fornire assistenza in caso di incendio e molto altro. I Club riconoscono nella pulizia un elemento primario per le loro strategie di comunicazione.
Le Strutture Sportive svolgono un importante ruolo sociale di prevenzione ed offrono una valida alternativa ai giovani di tutte le età per il tempo libero.
Questo rende il settore del Wellness e delle Attività Sportive per la Salute un servizio essenziale soprattutto nell’era Post-Covid.
Il nostro Settore è stato sin da subito tra i più colpiti; siamo stati i primi ad esser chiusi a marzo e gli ultimi a riaprire, sebbene non si siano mai registrati gravi focolai all’interno delle strutture sportive.
In un momento in cui il nostro ruolo dovrebbe essere centrale per la ripresa della Nazione, il futuro di migliaia di Strutture Sportive è a rischio.
Per svolgere il nostro compito sociale e di prevenzione al meglio dobbiamo poter sopravvivere, con il supporto delle Istituzioni ed al riparo da titoli stampa sensazionalistici che allontanano ulteriormente gli utenti dalle nostre realtà.
Abbiamo bisogno di essere supportati, come in occasione della Settimana Europea dello Sport, con un pacchetto completo a sostegno per il settore sportivo a favore di palestre, piscine e centri sportivi per favorire la sua ripresa, che deve combinare investimenti, incentivi fiscali e riforma normativa; un vero e proprio Recovery Fund per il Wellness e lo Sport.
Lo Sport e l’attività fisica sono fondamentali per il benessere di una Nazione e devono essere inserite nei piani di ripresa e nelle future linee guida per la salute pubblica come confermato dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità nel Global Action Plan on Physical Activity ed in linea con il punto 3 “Sport e Benessere” dell'Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 del ONU.
Non ci sarà più Sport senza Palestre, Piscine e Centri Sportivi.
Il mondo dello Sport è in evoluzione. Mutazioni, conversioni, riposizionamenti, riforme e tante idee per ripensare un sistema che, al di la dei numeri, degli interessi, di quello che è concesso dall’ordinamento sportivo e dalle leggi in materia, è fondamentale per la salute degli individui rappresentando oltretutto il termometro del livello civile e culturale di un Paese. Un Ente di Promozione Sportiva ha il grande privilegio di essere parte attiva di qualsiasi processo che promuova il movimento, l’allenamento, un corretto e sano stile di vita, e ha l’obbligo pratico e “morale” di percorrere tutte le strade che possano agevolare e stimolare la fruizione di questo benessere. E’ per questo che oggi vi presentiamo un nuovo percorso che ASI ha deciso supportare, riconoscendo, nelle pieghe della propria formazione riconosciuta, una figura specifica volta a definire i contorni sportivi e professionali di chi opera nello sconfinato, e spesso destrutturato, universo del fitness. Parliamo della figura del Consulente Commerciale dei Centri Fitness. Ce ne parla Chiara Valentini – (ASD Accademia Chiara Valentini – Coordinatrice commerciale IF).
di Chiara Valentini
Cari lettori, amanti e professionisti del mondo dello sport e del fitness, partiamo da qui con percorso ambizioso e realista relativo alla valorizzazione del settore che vive di continue contraddizioni rispetto ad un valore comune oggettivamente riconosciuto come quello della salute. Diamo dignità e coerenza al mondo dello sport e del fitness.
Perché parlo di dignità e coerenza: è ormai assodato come l’attività sportiva, in qualsiasi forma si svolga, abbia indiscutibili ricadute positive sulla salute fisica e mentale; non solo ma è anche un potente mezzo educativo per la crescita dell’individuo, potatrice di valori come lealtà, rispetto, condivisione, crescita; potrei nominarne ancora tanti, ma il punto è che in Italia spesso emerge una significativa assenza culturale sul tema.
Carenza culturale certificata da dati ISTAT 2017 e EUROBAROMETRO 2018:
Il 70% circa della popolazione italiana NON HAI MAI FATTO ATTIVITA’ SPORTIVA
Il 20% circa svolge COSTANTEMENTE attività sportiva
Il 10 % circa svolge SALTUARIAMENTE attività sportiva
Tornando alla contraddizione se è vero che la salute, oltre ad essere un valore, è un diritto dell’individuo riconosciuto anche dall’Art. 32 della Costituzione, non capisco perché questo mondo venga snaturato al punto di non essere considerato primario nella vita delle persone, pur avendo la possibilità di trasmetterlo come principio fondamentale dell’educazione, che parte dalle scuole ed arriva alle nostre Istituzioni.
Il momento storico straordinario dell'emergenza epidemiologica legata al virus Covid-19 ha oltremodo evidenziato il problema, poiché in buona percentuale le concause che hanno portato al decesso degli “infetti” sono ascrivibili a patologie pregresse, spesso ricondotte ad uno stile di vita sedentario (diabete, ipertensione arteriosa, disfunzioni cardiovascolari).
Con questa presa coscienza subentra per noi del mondo del fitness l’opportunità di colmare questa lacuna culturale; educhiamo le persone ad un sano e corretto stile di vita, sensibilizziamo imprenditori, professionisti del settore e qualsiasi operatore faccia parte di questo mondo.
Proviamoci e iniziamo a riflettere insieme.
Quali sono le figure principalmente riconosciute all’interno di un centro sportivo?
Di sicuro quelle che sono direttamente coinvolte con un’attività imprescindibile in un centro: l’allenamento.
Riconosciamo quindi:
ISTRUTTORI di vario genere: di fitness nelle sue varie tipologie, sala pesi, di sala cardio, istruttori di nuoto o di attività in acqua, anche di attività strettamente legate alla postura, o attività di yoga, pilates ..
MAESTRI di discipline diverse come di ARTI MARZIALI, DI BALLO con tutte le sfaccettature o specialità che appartengono a queste categorie;
PERSONAL TRAINER che svolgono attività sportiva individuale con le persone;
PREPARATORI ATLETICI che curano particolarmente atleti di attività sportive mirate alla competizione.
Queste sono solamente alcune delle figure che interagiscono direttamente con le persone, cercando di insegnare il corretto svolgimento di un dato movimento in linea con l’attività fisica prescelta e con il risultato che una persona vuole ottenere.
Dal punto di vista organizzativo, amministrativo e spesso anche comunicativo e commerciale, la figura più conosciuta all’interno di un centro sportivo è sicuramente quella della segretaria. Un punto di riferimento per tutto quello che riguarda la formalizzazione del rapporto fra utente e centro.
Dopo aver descritto le figure principali, sicuramente familiari a tutti e facilmente identificabili nello svolgimento delle proprie funzioni, pongo ora un semplice quesito. Chi si occupa secondo voi delle relazioni con i clienti anche nella frenetica operatività?
Faccio un esempio pratico per rendere l’idea: una persona entra nel vostro centro per chiedere informazioni su lezioni e prezzi; ovviamente se nel centro esiste solo la figura della segretaria, la prima persona che si interfaccerà con l’interessato sarà quest’ultima, la quale provvederà a dare le informazioni fondamentali presentando listini, offerte ed orari, ma nel frattempo dovrà svolgere anche compiti strettamente legati alle funzioni ordinarie di segreteria, come ad esempio accogliere gli iscritti che entrano nella struttura, rispondere al telefono, archiviare i documenti relativi alle iscrizioni e tanto altro ancora.
L’interessato alle informazioni o un iscritto in scadenza che vuole rinnovare il proprio abbonamento come pensate possa ricevere le opportune informazioni per capire se quello è il centro idoneo per ottenere i risultati desiderati?
Avrà certamente puntuali informazioni relative ai prezzi, ma il primo automatismo psicologico sarà quello di correlare il prezzo comunicatogli con i servizi offerti; risultato? Se il soggetto non è estremamente motivato o attratto a prescindere da quanto gli è stato illustrato in queste modalità, tenderà a prendere le informazioni e confrontarle in seguito con l’offerta di altre strutture.
Sono fermamente convinta che dietro alla domanda su prezzi e servizi di una persona in fase di acquisto si celi l’inconscia speranza di trovare una risposta convincente al quesito “Sarà questo il centro che può darmi il giusto servizio per ottenere i risultati che desidero?”
Magari potrebbe esserlo; potrebbe essere il centro con i migliori insegnanti d’Italia e le strutture più all’avanguardia, ma non potrà mai essere percepito in quel preciso momento, a meno che l’istruttore impegnato in sala ad allenare venga tempestivamente coinvolto nel rispondere alla fatidica domanda.
E se invece il centro è già dotato di un reparto vendite? Siamo certi che abbia la competenza giusta per poter rispondere alla stessa domanda?
L’esempio fatto vuole solo far emergere una criticità; ossia come molto spesso, pur facendo un lavoro ineccepibile nel ruolo designato, ci si dimentica che da parte di una PERSONA la decisione di chiedere informazioni è prima di tutto una “richiesta di aiuto” per fare una scelta di vita, alla ricerca di un servizio che soddisfi il proprio bisogno di buona salute, bellezza o semplice ricerca di nuovi stimoli. Solo allora dovrebbe essere considerato un potenziale CLIENTE, che potrebbe procedere all’iscrizione perché convinto da una buona proposta commerciale.
Questo approccio probabilmente conferisce coerenza e valore sia alle persone che al servizio proposto. Da qui nasce l’idea di un percorso formativo volto a professionalizzare la figura del venditore presente nei centri fitness, identificandolo appunto come consulente. Un consulente che sia consapevole dell’importanza di ciò che propone e di quanto le persone hanno innanzitutto bisogno di essere motivate a fare quel primo passo per curare se stessi.
Del resto perché riconoscere questa figura solamente in ambito assicurativo, finanziario, immobiliare e non in un settore nevralgico come quello del fitness, dove i bisogni primari sono correlati alla salute e al benessere? Un venditore vende abbonamenti ai “clienti”; un consulente motiva le “persone” ad intraprendere un percorso legato a migliorare la propria vita.
Un consulente è una figura completa; esperto della comunicazione e con una buona cultura sportiva; conosce quei benefici legati al movimento tali da avvicinarlo alla mentalità del cliente. Sarà l’anello di congiunzione tra i bisogni delle persone ed il servizio. Non è il modo migliore per valorizzare l’attività di un centro sportivo?
Un Consulente cura la relazione ed è proprio questa alla base di una trattativa commerciale; se non si istaura un buon rapporto di fiducia, basato sull’ interesse reale per la persona che vogliamo guidare, il rischio di vanificare il desiderio di cambiamento di chi ci si avvicina è altissimo. A chi è rivolto il corso?
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Inoltre, se torniamo al dato generale sulla diffusa sedentarietà o scarsa motivazione all’allenamento, non possiamo esimerci dal trovare formule adeguate per abbattere le barriere che ostacolano il positivo cambiamento delle abitudini e dello stile di vita.
L’obiettivo è ambizioso ma la rotta è tracciata; i miei 14 anni di esperienza in questo ruolo all’interno di una grande azienda del fitness romano (ITALIANA FITNESS ndr), sono racchiusi nel mio primo scritto “DA VENDITORE A CONSULENTE”; nel libro racconto l’evoluzione del ruolo condito da risvolti professionali e personali; una testimonianza diretta dei traguardi che si possono raggiungere investendo su tale figura.
Mi piacerebbe approfondire ancora questo tema e per non annoiarvi con tanti concetti e poca pratica, chiedo direttamente a voi quali argomenti vorreste approfondire nei prossimi appuntamenti:
Che differenza c’è tra chi pratica costantemente attività sportiva e un sedentario?
Quale problematiche vanno prese in considerazione per motivare realmente le persone?
Come avvicinare le nuove generazioni ai centri e combattere il drop out sportivo?
PER TUTTE LE INFO SUI PERCORSI, LE OPPRTUNITA' E SEMPLICI DOMANDE CLICCA QUI E SARAI RICONTATTATO
Lezioni di Fitness gratuite per tutti con istruttori altamente qualificati. Questo tra le montagne del Sestriere grazie ad ASI e a Sestriere Sport Center.
Pilates, Fitness Burlesque, Tip Tap Time, Acroyoga, Spinning Zumba Strong, fit-Ball, Dansyng: queste le specialità che, in Piazza Fraiteve, sono state protagoniste al Sestriere.
E’ stata una giornata all’insegna del bel tempo ma soprattutto del fitness: grandissima la partecipazione di pubblico per la prima edizione del “SESTRIERE SPORT CENTER FITNESS OPEN DAY”.
Oltre 110 persone hanno preso parte direttamente alle attività promosse gratuitamente dal Sestriere Sport Center in Piazza Fraiteve, davanti ad un pubblico ben più numeroso che durante l’intera giornata si è alternato nell’assistere con stupore e curiosità a quanto si svolgeva in piazza.
Il programma ha visto la realizzazione di lezioni di Pilates, Fitness Burlesque, Spinning, Fit-ball, Tip Tap, Acroyoga, Zumba Strong e Dansyng curate direttamente dalle istruttrici e dal personale del Sestriere Sport Center con il fondamentale supporto dell’Atelier Laboratorio del Movimento, di Core Gym Bardonecchia e dell’Acroyoga Team Bardonecchia.
L’evento è stato ideato per promuovere e sensibilizzare turisti e non solo, sulle tante attività sportive che si possono praticare a Sestriere, non solo in estate ma durante tutto l’anno. Infatti il Sestriere Sport Center con i suoi 45.000 mq. di strutture sportive offre molteplici opportunità di praticare sport, tra cui ovviamente il Fitness.
Entusiasmo e soddisfazione nelle parole di Gianfranco Martin – Medaglia Olimpica ad Albertville ’92 e General Manager del Sestriere Sport Center "Siamo orgogliosi di avere realizzato questo evento in pochissimo tempo e di avere riscosso un grande successo di pubblico e partecipanti; questo testimonia che nonostante le grandissime difficoltà che tutti stiamo attraversando, si può fare attività sportiva in sicurezza, garantendo le misure sanitarie previste sia all’aperto che all’interno delle nostre strutture», il quale ha inoltre aggiunto «Abbiamo ricevuto tantissimi attestati di stima e gratitudine soprattutto da parte dei turisti e questo ci rende ancor più soddisfatti".
Nel corso della giornata anche gli atleti della Nazionale Italiana di Corsa in Montagna hanno voluto portare il proprio saluto agli intervenuti, salendo sul palco in Piazza Fraiteve.
Un ringraziamento speciale va rivolto a tutti coloro che hanno sostenuto la realizzazione dell’evento: la Proloco di Sestriere, il Consorzio Turistico Vialattea, Sestriere Case Real Estate, Marcellini Sport, il Comune di Sestriere, Asi – Associazioni Sportive e Sociali Italiane ed agli Sponsor ufficiali del Sestriere Sport Center: Avis Prestige – Mercedes Benz, Caffè Vergnano e G-to.
L’appuntamento è già fissato per agosto 2021 per la seconda edizione che si preannuncia ancor più ricca di quella appena conclusasi.
ASI con Turisport For All, gestiscono il Sestriere Sport Center, il centro di allenamento in quota più grande d’Italia con una superficie complessiva di 45mila mq: è composto da un palazzetto con tre campi polivalenti all’interno, una parete di arrampicata, un’area fitness e wellness. All’esterno una pista di atletica dove si sono allenati, tra i tanti, anche Carl Lewis e Sergey Bubka, due campi da calcio, uno in sintetico ed uno in erba naturale, pedane di salto in lungo, salto in alto e triplo. E poi, un laghetto dove è possibile anche effettuare pesca sportiva, percorsi vita e un campo da beach.
Tutto, nel contesto di un colle a 2035 metri di altezza con una corona di montagne intorno, quelle del Monte Fraiteve (2.701m), dal Monte Sises (2.658m), dalla Punta Rognosa (3.280m) e dal Monte Motta (2.850m).
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