Pistoiese. È uno degli attori caratteristi italiani più rinomati ed è l’unico a potersi vantare di aver lavorato, in queste vesti, con il grande Mario Monicelli in quattro diverse sue pellicole. Stiamo parlando di Enio Drovandi. Un curriculum di tutta invidia nel mondo dello spettacolo che lo ha portato anche a ricoprire, sin dalla sua fondazione, il ruolo di Responsabile e Testimonial Nazionale di ASI Spettacolo. Sono state diverse le iniziative e gli eventi in cui il Settore è stato protagonista nell’ultimo periodo. Per questo, abbiamo deciso di intervistare Drovandi, sia per ripercorrere la sua storia professionale ma anche per tirare una linea e dare uno sguardo al futuro di ASI Spettacolo.
Com’è iniziata la sua carriera? “In realtà i miei inizi sono stati da cantautore e non da attore. In questa veste un po’ bislacca conobbi Roberto Benigni con il quale inizia un’amicizia già dal 1981. Fu lui, poi, quando decisi di trasferirmi a Roma, ad instradarmi alla carriera di attore. Un giorno, ricordo, mi disse che c’era un casting per un nuovo film e mi invitò a partecipare. Mi presentai e piacqui al regista (Francesco Massaro, ndr) il quale mi prese e mi contrattualizzò e così recitai nel mio primo film I Miracoloni”.
Qual è, per lei, il più grande maestro che l’ha cresciuta a livello professionale? “Devo dire che non ne ho solamente uno ma un triumvirato. Tre persone che, per aspetti diversi, mi hanno davvero insegnato profondamente il mestiere. E sono: Carlo Vanzina che mi ha trasmesso la sensibilità artistica; Mario Monicelli, per l’aspetto di gestione attoriale a livelli mondiali e Michele Massimo Tarantini, regista dal quale ho imparato la cura di un set. Tarantini, per altro, è il regista al quale si è ispirato Quentin Tarantino”.
E invece un collega che per lei è stato fondamentale? “Anche qui non posso restringere il campo ad un solo nome. Con tutti i colleghi con i quali ho avuto modo di lavorare, chi più e chi meno, si è creato un rapporto oltre il set. In ogni caso, se devo fare dei nomi, i primi due che mi vengono in mente sono Federico Fellini e Giulietta Masina. Anche se con Fellini non ci ho mai lavorato, tra di noi è nato un rapporto di stima ed amicizia. Ricordo un aneddoto sulla prima volta che lo incontrai. Ero a Cinecittà e conobbi Fellini. Al termine di quella chiacchierata, mi disse di salutargli Roberto (Benigni, ndr).
Ed è proprio Roberto Benigni l’altra persona che devo ringraziare, a lui devo tutto. Possiamo dire che sono l’Arsenio Lupin di Benigni perché in effetti a lui ho rubato tutto: pensieri, parole, informazioni, l’esperienza. Se faccio questo mestiere lo devo a lui.
E poi devo ricordare anche Renzo Montagnani, per la tenerezza che ha sempre dimostrato nei miei confronti. Oltre a Laura Antonelli per la grande amicizia, Virna Lisi perché ci stimavamo molto”.
Un aneddoto in particolare della sua lunga carriera? “Quello legato alla parte finale di ‘Amici Miei atto secondo’. Nella scena del vigile intento a fare una multa in ho aggiunto, fuori copione, la frase “per me la cosa è chiarita”. A quel punto Monicelli chiamò Tognazzi per chiedergli se a lui piacesse questa aggiunta dicendo “il ragazzo ha aggiunto questa frase, che ne pensi?”. A quel punto, Ugo rispose che gli piaceva e quindi diventò parte del film. Bellissima la foto, cui sono molto legato, a cena con quelle leggende durante la lavorazione del film (foto sopra). Tra l’altro è l’unico scatto in circolazione di tutto il cast al completo: dal regista Mario Monicelli, il vice-regista Amanzio Todini, Gastone Moschin, Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Renzo Montagnani, Maria Pia Rocco, assistente di Monicelli”.
Passando al Settore, qual è il suo punto di forza? “Sicuramente ASI Spettacolo non è il settore con più tesserati ma la sua forza, non paragonabile a nessun’altra realtà all’interno dell’Ente, è quella legata all’immagine e alla comunicazione. Infatti, il logo di ASI Spettacolo è apparso in tantissimi titoli di testa e di coda di film e anche in locandine di molti eventi legati allo spettacolo. Ciò non significa che non facciamo attività associativa, anzi. I nostri tesserati partecipano ad eventi culturali e di spettacolo. Di recente, per altro, il Settore è stato partner al festival internazionale del cinema ad Ostuni – a cui hanno preso parte moltissimi attori hollywoodiani – e in cui i tesserati hanno svolto alcune attività. Personalmente, in ASI, sono stato anche un arbitro. Attività legata allo sport cui sono particolarmente legato. Rizzoli e Collina, arbitri delle finali mondiali hanno mostrato la maglia di ASI in una storica foto”.
Progetti futuri? “Questo è il 40esimo anno dalla pubblicazione nelle sale di Sapore di mare e ho scritto un nuovo film, che dirigerò, in onore di questa ricorrenza dal titolo “Un amore in guance rosse” con anche Gianni Ansaldi. Ovviamente, anche in questo progetto, ASI Spettacolo sarà protagonista. Infatti, per i casting, tutti i tesserati di ASI avranno la prelazione”.