11.10.2022
Sport
Terzo Settore
Palleggio su tela
Immerge palloni di varie dimensioni nei colori per poi palleggiare sulle tele e creare le sue opere…
Informale. Forse. Poi ti fermi, guardi, ci pensi un attimo e si apre uno spiraglio. Guardi ancora e lo spiraglio non più il soffio di un dubbio leggero. Palleggiare su tela. Esatto, non di campo qui si parla, ma di altro. Arte, informale a prima vista, ma la prima l’impressione fugge veloce proprio come un pallone da basket che trova rimbalza tra mano e parquet una e poi ancora una volta, fino a trovare dinamica e traiettoria, alzarsi al cielo e piombare a canestro.
L’arte di Baruz, al secolo Matteo Baruzzo, steet artist, cresciuto a pallacanestro e poi ammaliato dallo street basket, è infatti tutto meno che informale.
Innovativo lo stile, che trova la sua forma immergendo palloni nei colori per poi con questi dipingere su lastre di parquet riciclato proprio da campi da basket. Il risultato, che a prima vista ti sembra frutto di informalità, assiepa invece tratti e impronte sino a disegnare figure riconoscibili a tutti. In questo caso 33 atleti, o meglio 33 Miti che hanno lasciato traccia indelebile del proprio percorso sportivo.
33 che non è un numero a caso, ma l’articolo della Costituzione che nella precedente legislatura ha mancato di un piccolo passo la procedura di modifica costituzionale che lo avrebbe visto recepire il valore dello Sport nei valori fondamentali tutelati dalla nostra Carta.
Un percorso di ampia condivisione parlamentare al quale è mancato solo il tempo, ma che senza dubbio verrà ripreso dal nuovo Parlamento. Questo è l’auspicio di tutti e su questo auspicio Baruz ha costruito la mostra “I Miti. Lo sport entra in costituzione” curata da Georgiana Ionescu, patrocinata da ICAS e CONI, organizzata da Civita Mostre e Musei e ArtSharing con la sponsorizzazione tecnica di Adisport e Fondazione Ludovico degli Uberti, aperta al pubblico sino al 6 novembre 2022 presso il Salone d’Onore del Palazzo H della sede del CONI.
SPORT IN COSTITUZIONE. TUTTO INIZIA COSÌ
Le tavole di Baruz propongono al visitatore un percorso guidato tra suggestioni estetiche, dove Francesco Totti, ottavo di Roma, che poi vuol dire quasi del Mondo, re non di scettro, ma di regal cucchiaio, dialoga a distanza con Gianni Rivera, ragazzo di oratorio, diventato il Golden Boy, una benedizione per il calcio italiano con i suoi ventitré anni di palloni inseguiti e calciati, di uomini dribblati, di reti gonfiate in solo due maglie. Talmente grandi i due che ben valeva la pena di uscire dal percorso olimpico che ha guidato l’ispirazione per la maggior parte delle altre opere esposte.
È così che Baruz tributa onore alla scherma, disciplina che ha appuntato il maggior numero di metalli al medagliere azzurro, esponendo Bebe Vio, campionessa, certo, ma anche esempio che ogni volta che in pedana affonda una stoccata ricorda a tutti di non smettere mai di inseguire un sogno. E poi Valentina Vezzali, azzurra che di fioretto e di grazia è la più medagliata in singola disciplina, superata solo da Edoardo Mangiarotti, re di medaglie, destro e sinistro, ma lui di spada e fioretto che al tempo si poteva ancora fare. E poi la velocità. Quella di Valentino Rossi con il suo 46 che non è un numero ma un destino fatto di respiri sospeso in curve divorate, di frenate in scia, di giri matti come nessuno. Bellezza di motore dinamica futurista fatta persona. Quella di Pietro Mennea, Freccia del Sud, ma soprattutto il dito che tocca il cielo, ragazzo che arremba il futuro fino a diventare più veloce del futuro stesso fermando per 17 anni il tempo dei 200 in 19,72 secondi. E naturalmente quella di Marcel Jacobs, del suo 9,80 olimpico sui 100, il miracolo di uno che aveva iniziato a gareggiare saltando in lungo e che è diventato l’uomo veloce da battere.
Ma questi sono solo alcuni dei Miti di Baruz. Gli altri, da Sara Simeoni ai fratelli Abbagnale, da Martin Castrogiovanni a Matteo Berrettini, da Juri Chechi a Lea Pericoli, da Nino Benvenuti ad Alex Zanardi e agli altri che non nominiamo per non rubarvi il sapore della scoperta, vi aspettano al Salone d’Onore del CONI.
Sarà una visita sorprendente.
[ Marco Panella ]
Corsivista, storico
e curatore dei testi per la mostra
Le opere di BaruzLa mostra, curata da ArtSharing, Civita e patrocinata da ICAS (Intergruppo parlamentare Arte e Sport) e CONI, vede esposte le opere di Matteo Baruzzo in arte ‘Baruz’, classe ’93, romano, street artist, musicista e giocatore di streetbasket. Ha frequentato l’Università del Foro italico, triennale in scienze motorie e specialistica in management dello sport con la tesi sulla creazione di Campionati 3×3 che gli ha permesso da poco di aprire una lega italiana pallacanestro 3×3: “Mi sono laureato all’Università degli Studi di Roma del Foro Italico, a pochi passi dal Salone d’Onore del Palazzo H. Tornare lì, come ospite, con una mostra che riguarda proprio lo Sport, la mia prima passione, e l’Arte, dedicata in questo contesto proprio allo Sport, è un traguardo molto importante”, così ha dichiarato Baruz. Baruz è noto per una tecnica unica che l’artista stesso chiama “palleggio su tela”: immerge infatti palloni di varie dimensioni nei colori per poi palleggiare sulle tele e creare le sue opere. L’artista ha già presentato questa sua tecnica che è stata esposta alla Biennale di Venezia del 2021, con l’opera Heartball. |
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