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20.01.2021

Sport

| Arti Marziali

Sport, natura e solidarietà. La storia di una nostra associazione

Decine di concorrenti, varie discipline, un traguardo da raggiungere: quello della solidarietà. Gli eventi sportivi organizzati dall’associazione AMSES, affiliata ASI, hanno da anni un comune denominatore. Gare di corsa, Arti Marziali, Trekking, Arrampicate… poco importa. Quel che conta è che i proventi delle iscrizioni vadano in beneficienza. Per salvare degli animali, per la riqualifica di un quartiere, contro la violenza sulle donne, in aiuto delle fasce più deboli e per numerosi progetti di aiuto e sviluppo. 

Anima dell’associazione AMSES (Arti Marziali Sport Estremi) è Tony Lionetti che spiega: “Tante le gare che organizziamo con questo spirito. Nasce così, ad esempio, la Corsa di San Giuseppe: una 10 chilometri che, a marzo scorso, ha riunito 700 persone tra partecipanti e spettatori per raccogliere fondi per la riqualificazione di un quartiere romano. E, poi, c’è la collaborazione con la LIPU: con quest’ultima sono già stati fatti 3 eventi di corsa su strada a cui, nella competitiva, hanno partecipato anche atleti di prim’ordine. Abbiamo organizzato eventi di Trekking: uno particolarmente partecipato è stato per seguire le operazioni di reinserimento in natura di alcuni rapaci cui sono state date cure".
 

(Lionetti con il nostro Presidente Claudio Barbaro)

 
L’ASD AMSES ha anche un altro scopo: quello di avvicinare persone di tutte le età allo sport e alla natura. Così spiega ancora il Coordinatore Lionetti che è atleta di varie discipline, istruttore e formatore per ASI delle Arti marziali: “Ci piace avvicinare persone di tutte le età ma con la comune passione per lo sport pulito, attraverso discipline e attività diverse come preparazione atletica, corsa, trekking, arrampicata, arti marziali, escursionismo, sport estremi. 
La passione per la natura viene da quando ero bambino e seguivo il WWF e i documentari di Piero Angela”

Racconta ancora, Lionetti, le emozioni della montagna, appena reduce da una ciaspolata a 2000 metri. “La meraviglia del paesaggio, degli animali liberi, sentire l’aria fredda e i profumi quando è primavera: ogni volta un’emozione diversa, fuori dal tempo, che ti fa dimenticare chi sei”
Ma Lionetti è abituato a vivere le vette anche più estreme, come avvenuto a luglio di quest’anno che ha raggiunto i 4056 metri del Gran Paradiso: “Legati in 3, ramponi e piccozze, siamo partiti alle 3 di notte dal rifugio per percorrere gli ultimi 1300 metri di dislivello per poi ridiscendere di 2100 metri. Scalare è sacrificio, ma qualche via di arrampicata mi ha fatto emozionare: ti fa capire che sei un granello di sabbia, nulla di fronte alla natura. E quest’anno mi piacerebbe raggiungere una vetta da 5000 metri”. 

In questa storia c'è anche una palestra, la Pegaso, ultimata e completamente attrezzata anche per l’arrampicata sportiva, che non ha mai visto la luce a causa dell’emergenza da Covid-19. Ma Tony Lionetti, prosegue le sue attività all’aria aperta, dedicandosi con entusiasmo anche al sociale e a chi gli chieda quale sia la motivazione a spingerlo, risponde: “E’ La sensazione, gratificante, di vedere la felicità degli altri, di aver fatto del bene, di aver coinvolto e aiutato persone in difficoltà”.

[  Chiara Minelli  ]
 
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