Il movimento “a tredici” del Rugby italiano si sviluppa grazie all’attività degli italiani d’Australia: nuova linfa vitale e una nuova progettualità fecero ripartire il progetto anche nella penisola italiana. Nel 2002 si decise di riportare nel nostro Paese questo sport, dando vita all’associazione denominata Italia Rugby League dalla quale, nel gennaio 2008, nacque la Federazione Italiana Rugby League. Si voleva progredire dando un assetto federativo per iniziare a strutturare il campionato italiano e far propaganda concreta. In poco tempo arrivarono i primi ottimi risultati, in termini sia di partecipazione che di immagine. Nacque un campionato e la Nazionale iniziò a partecipare costantemente a competizioni ufficiali (senior e giovanili).
“Il percorso è stato lungo e non facile – commenta Orazio D’Arrò, attuale presidente della FIRL, la Federazione Italiana Rugby League, convenzionata al nostro Ente, che rappresenta per l’Italia l’organo di diffusione del Rugby League – a livello internazionale siamo sempre stati competitivi, ma è negli ultimi anni, nonostante il Covid, che siamo riusciti a costruire un vero e proprio campionato italiano. Lavorare con continuità in Italia è fondamentale. Ricordiamo che il League trova spazio nelle pause del più forte Rugby Unione, ma lentamente si sta affermando tra tanti atleti che lo trovano più divertente e che, allo stesso tempo, vogliono provare a mettersi in gioco anche a livello internazionale”.
I risultati ottenuti dall’Italia League – L’Italia del League ha partecipato e vinto l’European Shield 2008 e 2009, guadagnandosi la partecipazione all’European Championship 2009.
Ogni anno, sia in trasferta che sul territorio italiano, sono stati organizzati regolarmente incontri internazionali, da rilevare la storica vittoria nel 2010 contro il Galles di Gareth Thomas l’amichevole a Palazzolo sull’Oglio contro l’Irlanda nel 2016, le partecipazioni ai Campionati europei Seniores, e Juniores, e la partecipazione alla Mediterranean Cup maschile e femminile, dove le nostre ragazze sono tutt’ora campionesse in carica.
Tutta l’attività e la formazione FIRL avvengono sotto l’egida delle regole delle Federazioni Internazionali (International Rugby League, European Rugby League) e degli standard internazionali di riferimento. Membro ERL e IRL, con l’onore della full-membership ERL e IRL dal 2017, la FIRL ha partecipato alla Coppa del Mondo 2013 (1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta), alla Coppa del Mondo 2017 (1 vittoria, 2 sconfitte) e Coppa del Mondo 2022 in Inghilterra (1 vittoria e due sconfitte).
Tra i risultati di prestigio, 2 successi sul Galles (2010 e 2013) e la storica vittoria sull’Inghilterra n. 3 del ranking RLIF a Salford nel warm-up prima del mondiale 2013: 14-15 a Salford, con drop vincente di Josh Mantellato al 78’, senza dimenticare il risultato più che positivo dell’Italia XIII contro la Scozia a Newcastle ad ottobre 2022.
“Abbiamo lavorato tanto dopo la prematura scomparsa del riferimento assoluto del Rugby League italiano, Tiziano Franchini – commenta il vicepresidente federale, Paolo Iollo – ci siamo rinnovati, tanto a livello di board, quanti do organigramma tecnico. Abbiamo lavorato tanto per strutturare un campionato nostro e, in parte, ci siamo riusciti. Al momento abbiamo una nazionale U19, una femminile e una seniores domestica, ognuna con un proprio staff. Poi ben tre gironi del campionato territoriali: uno che si gioca in Friuli Venezia Giulia, uno tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, mentre l’ultimo in Sicilia”.
Rugby Inclusivo. Progetto Elefanti volanti Il progetto Rugby League Inclusivo ha lo scopo di promuovere l’attività sportiva come strumento di cambiamento sociale, finalizzato allo sviluppo e al potenziamento delle capacità e risorse personali, relazionali e sociali. Lo sport può dare un contributo importante nel promuovere i valori d’integrazione, di socialità e di benessere fisico al fine di sollecitare una valutazione critica delle proprie forze, energie e potenzialità, di acquisire il proprio ruolo in un contesto sociale, di confrontarsi con il riconoscimento delle regole. Inoltre promuove il rispetto dell’altro (compagno di squadra, avversario, arbitro…), permette di condividere obiettivi, emozioni (vittorie e sconfitte), risultati, riconoscere i ruoli e superare lo stigma sociale. |