12.08.2015
Sport
| Calcio
Uno stadio made in Italy
Fare di Las Vegas, capitale mondiale del gioco d’azzardo, il nuovo centro calcistico degli Stati Uniti. Un’idea ambiziosa, nata nel 2013, e diventata ora un progetto concreto e tutto made in Italy. A svilupparlo sono stati Daniele Fortunato, ex talento delle giovanili della As Roma, e l’imprenditore Gaetano Di Renzo. «Abbiamo coniugato la nostra innata passione per il calcio e lo sport in generale, con un’attenzione particolare alla formazione dei giovani e allo sviluppo delle loro personalità, prevedendo l’istituzione di Sport Academy per numerose discipline», spiega Daniele Fortunato.
La prima fase di The Fusion Project, infatti, ruoterà tutta intorno agli under 18. Sono sempre di più quelli che negli Stati Uniti scelgono il calcio come sport da praticare, a dispetto delle tradizionali discipline americane.
«Il soccer è in fortissima espansione, negli ultimi mondiali in Brasile la nazionale a stelle e strisce ha superato l’audience televisiva delle finali Nba di basket – sottolinea Di Renzo – il calcio si appresta a diventare nel giro di pochi anni il secondo sport nazionale, secondo solo al football americano, nelle scuole di fatto è diventato già il primo, praticato da studenti e studentesse (gli Stati Uniti, lo scorso 6 luglio, hanno vinto i mondiali di calcio femminile battendo in finale il Giappone ndc)».
Un bacino di utenti potenzialmente enorme su cui lavorare con il contributo di tecnici preparati e istruttori di livello internazionale, provenienti da tutta Europa e dall’Italia, da Martin Ferguson (per oltre 20 anni direttore del settore giovanile del Manchester United e fratello di sir Alex), a Giancarlo De Sisti, ex allenatore e giocatore di Roma e Fiorentina, vicecampione del mondo nel 1970.
«Il nostro compito sarà quello di avviare i giovani talenti al calcio professionistico, mantenendo sempre la centralità dell’aspetto educativo e formativo dello sport – sottolinea Fortunato – le leghe minori saranno l’occasione di fare esperienza e costituiranno il percorso formativo per i giovani atleti che si affacceranno alla massima lega professionistica».
Major League Soccer che, nella seconda fase del progetto, dovrebbe diventare di casa a Las Vegas, pronta ad accogliere le sfide più importanti (come la finale play off), grazie alla realizzazione dell’Heroes Hill Stadium, un impianto da 70mila posti situato all’interno del Green Sport Village e circondato dalle tre torri dell’Heroes Hill Hotel, grattacieli che modificheranno lo skyline di Las Vegas. Un impianto a impatto zero, assolutamente all’avanguardia sotto il profilo del design architettonico, dell’innovazione e del risparmio energetico, fondato sulle green technologies e «realizzato in modo che sia in grado di autoprodurre tutta l’energia di cui avrà bisogno».
Un progetto che non può non far venire in mente quello che sta portando avanti la Roma targata James Pallotta, firmato dall’archistar Dan Meis. «A ben guardare, a causa del nostro piccolo mondo globalizzato, senza più confini, c’è un paradosso un po’ buffo in questa vicenda: il progetto per lo stadio della Roma, bello e importante come la città merita, è tutto americano, mentre quello per il Green Sport Village di Las Vegas è quasi interamente italiano», sottolinea De Renzo, Ceo di Gdr Studio international, che ha curato lo sviluppo di The Fusion Project puntando sul made in Italy e coinvolgendo molte aziende nostrane in qualità di partner commerciali.
Rispetto allo stadio della Roma saranno simili anche le modalità e i costi dell’investimento, circa un miliardo di dollari, proveniente interamente da investitori privati, mentre diversi sono i tempi di sviluppo per un progetto nato soltanto due anni fa: la time line di Fusion Project prevede la realizzazione dell’Heroes Hill Stadium, della Youth Academy e dell’Heroes Hill Hotel entro il 2019, per poi passare al completamento della seconda parte del Green Village entro il 2021.
Calcio ma non solo, in una città di due milioni di abitanti, da sempre priva di qualsiasi sport professionistico, capace di ospitare ogni anno oltre 41 milioni di visitatori, fondamentale è creare grandi eventi di ogni tipo per soddisfare l’impressionante flusso turistico. L’obiettivo, quindi, è quello di costruire una vera e propria città dello sport, centro d’attrazione per atleti e appassionati di diverse discipline che possa diventare uno dei poli di attrazione della città, un luogo dove coniugare sport ed entertainment. Il progetto, infatti, prevede anche la realizzazione, all’interno del villaggio, di un’Accademy, di un centro di ricerca per aziende tecnologiche e di un circuito per auto e moto. E c’è da scommettere che non mancherà un punto dove puntare qualche fiches sull’esito delle gare.
Fonte: Iltempo.it
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