28.04.2022
Sport
| Motori
Sahara Racing Cup. La tempesta di sabbia
Partiti. Piccolo riassunto dei primi giorni. Dopo le verifiche tecniche e sportive eseguite dallo staff il giorno 22 aprile a Genova gli equipaggi si sono imbarcati per Tunisi il 23 e sono sbarcati regolarmente il 24 aprile. Grazie alla collaborazione della FTA ovvero la Federazione automobilistica tunisina, tutte le pratiche doganali si sono svolte in maniera estremamente veloce e precisa. Il loro aiuto e quello dei funzionari doganali è stato essenziale al fine di evitare le procedure spesso lunghe e complicate che rallentano le operazioni di sbarco. Ricordiamo che si trattava comunque di vetture che avevano a bordo molto materiale come pneumatici, ricambi e attrezzi. Ma tutto si è svolto con una celerità incredibile. Trasferimento sino a Hammamet dove hanno trascorso la notte in hotel prima di affrontare la prima tappa. Il 25 aprile trasferimento piuttosto lungo fino a Zmela. 570 km. Non pochi. Chilometri fatti in autostrada e strade statali che sono ben diverse dalle nostre. Infatti nelle loro autostrade è normale incontrare gente a piedi oppure con del carri trainati da asini piuttosto che cavalli. Ma anche venditori di frutta e verdura. E bambini che giocano. E le rotonde? Si. Sembrerà incredibile ma in autostrada ci sono anche delle rotonde. Quindi… chilometri non agevoli. Gli ultimi 50 invece su strade sterrate e gli ultimi 10 su piste del deserto. D’altronde… siamo pure sempre nel Sahara.
Alla sera, prima di cena, piccolo prologo di 20 chilometri nella sabbia con dune di piccole dimensioni. Questo prologo aveva lo scopo di generare l’ordine di partenza del giorno successivo. Infatti i più smaliziati sono stati fatti partire per primi nella prima tappa del 26 aprile per evitare che i neofiti gli facciano da “tappo”. Ma seppur “prologo” non è stato semplice. Alcuni infatti hanno terminato la loro prova con il buio. Molto molto suggestivo….ma molto complicato. Zmela non è un villaggio o un hotel ma un accampamento nel deserto. Tutti gli equipaggi hanno dormito in tende e cenato a base di prodotti locali ottimamente preparati dai cuochi coadiuvati dallo staff Sahara Racing Cup. Una cena in una grande tenda…molto molto suggestiva. In attesa del battesimo del deserto vero e proprio. Il 26 aprile la prima tappa Zmela – Ksar Ghinale – Zmela con 2 prove valutative. Ricordiamo che il SRC non è una gara di velocità ma di navigazione o di orientamento. Gli equipaggi devono seguire delle tracce che l’organizzazione fornisce loro di giorno in giorno. Una vera avventura. Un’occasione per visitare posti incredibili come appunto l’oasi di Ksar Ghinale o il vicino forte romano. La giornata è stata particolarmente difficile e ha messo a dura prova tutti gli equipaggi. Da quelli molto numerosi che si sono presentati con le mitiche Panda 4×4 a quelli con potenti fuoristrada. Il caldo torrido e il forte vento che spazzava le dune e ne cambiava la forma ha complicato loro la giornata. 2 appunto le prove valutative di cui la prima di 80 km. E la seconda di 30 con un totale di 210 km compresi i trasferimenti. Molto gradita da tutti è stata la sosta rigenerante all’oasi dove hanno potuto fare anche un bagno rinfrescante nel laghetto naturale immerso nel verde prima di risalire in auto per effettuare la seconda e ultima prova prima del ritorno a Zmela per la cena. Durante la cena è stato presentata anche l’azione umanitaria in corso organizzata dai medici di SoS Italia del dott. Salvatore Pauciulo in collaborazione con l’azienda “L’acustica” di Napoli e il RotarAct. Questi ultimi, ovvero i giovani del Rotary hanno raccolto i fondi che sono serviti a realizzare il progetto. A presentare il progetto ai partecipanti al Sahara Racing Cup c’erano Paolo Di Pinto in qualità di organizzatore e rappresentante Asi, il dott. Umberto Romano in qualità di direttore marketing dell’Acustica di Napoli che ha fornito le attrezzature e la dott.sa Silvia Siani, audiometrista che si è occupata della realizzazione vera e propria del progetto. Si ma…di cosa si tratta? Per la prima volta sono stati impiantati degli apparecchi acustici per bambini audiolesi dei villaggi del sud della Tunisia i quali potranno essere regolati nelle loro frequenze di utilizzo da remoto garantendo quindi un’ottimale funzionamento degli stessi senza dover intervenire in presenza. Utilissimo per garantire una qualità della vita migliore ai bambini senza dover raggiungerli ogni volta per le regolazioni del caso. Indispensabile se si pensa che questi villaggi sono raggiungibili solo attraverso piste desertiche lunghe centinaia di chilometri. I medici impegnati in questo progetto sono 10 equamente divisi tra otorini e oculisti. Tra l’altro sono stati donati occhiali da vista ad altri bambini. E medici e i partecipanti si rincontreranno a Douz sempre nel corso del SRC e del progetto umanitario in corso.
Il 27 aprile si è iniziato a fare sul serio. Giornata importante molto importante per molti aspetti. La prima prova era lunga un’ottantina di chilometri costituiti da un percorso estremamente variegato. Infatti i partecipanti si sono trovati ad affrontare percorsi molto diversi tra loro. Si passava dalle dune basse che si sono formate durante la notte a causa del vento a quelle piccole e insidiose. Ma anche terreno duro con pietre e terra battuta e anche un percorso piu simile alla pampa argentina con terra, sabbia e piccoli arbusti bassi. Arbusti che sembrano innocui ma purtroppo non lo sono in quanto con i loro rami riescono a infilarsi e a bucare i radiatori delle vetture. A complicare la giornata, molto calda, si è aggiunto nuovamente il vento. Vento che rimodella il percorso di minuto in minuto cambiando la fisionomia del terreno e rendendo più difficoltoso orientarsi. Inoltre la sabbia, trasportata dal vento è molto soffice e diventa difficile oltrepassare anche le dune più piccole. Vento che durante la fine della prima tappa è via via aumentato consigliando gli organizzatori prima a rimandare la seconda prova della giornata inviando i partecipanti alla splendida oasi di Ksar Ghilane per un bagno rinfescante nello splendido laghetto e successivamente ad annullare la seconda prova perchè si è scatenata una tempesta di sabbia che azzerava la visibilità. I partecipanti si sono quindi diretti, non senza difficoltà verso all’accampamento di Zmela dove li attendeva la cena preparata im maniera impeccabile dai cuochi tunisini. Una giornata importante dicevamo. Il 27 aprile ce lo ricorderemo. D’altronde… siamo pur sempre nel deserto. E le tempeste di sabbia sono una delle sue caratteristiche. Perderne una sarebbe stato un vero peccato. Ma una però. Invece anche il giorno successivo il meteo è stato inclemente. Mai negli ultimi quarant’anni, a detta dei locali, si era mai visto un vento così forte e persistente. Ma anche qualche goccia di pioggia ha ostacolato lo svolgersi della manifestazione costringendo gli organizzatori a percorrere i quasi 200 chilometri che separano Camp Zmela a Douz in traferimento. Sembra un cosa facile da fare. Ma così non è stato. Infatti dopo i primi 30 chilometri di sabbia e sassi i partecipanti hanno raggiunto la tanto agognata strada asfaltata che… asfaltata non era più. Pensate ad una superstrada coperta di sabbia e dune. E una visibilità pari a zero a causa della sabbia trasportata dal vento che soffiafa impetuoso a oltre 100 chilometri orari. L’arrivo all’hotel di Douz è stato per molti partecipanti una vera e propria liberazione.
Classifiche. Si… è vero che ci sono delle specie di classifiche date da chi ha rispettato maggiormente il percorso previsto (senza obbligo di tempi da rispettare) ma… vi chiediamo una cosa: guardate le foto…. è davvero importante leggere una classifica?
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