08.09.2021
Sport
| Nuoto
Marco Orsi, il “bomber di Bologna” entra nella De Akker team
Dopo alcuni anni in Nazionale giovanile, nel 2008 è entrato a far parte della Nazionale maggiore in occasione dei Campionati Europei di Rijeka. Nel 2009, durante i Campionati italiani assoluti di Riccione, è stato il primo italiano a scendere sotto il muro dei 22” nei 50 metri stile libero e nel 2010 ha conquistato la sua prima medaglia individuale agli Europei di Eindhoven sempre nei 50 metri stile libero. Ai Mondiali di Kazan, nel 2015, ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta 4×100 metri stile libero insieme a Filippo Magnini, Michele Santucci e Luca Dotto; sempre nel 2015 si è laureato campione europeo nella gara regina dei 100 metri stile libero a Netanya.
La lunga serie di successi continua: due volte vicecampione del mondo nei 50 SL e 100 misti in vasca corta e due volte campione europeo nei 100 SL e 100 misti. Ha coronato la sua lunga lista di successi partecipando anche a due Olimpiadi, quelle di Londra nel 2012 e di Rio de Janeiro nel 2016. Tra un impegno sportivo e l’altro siamo riusciti ad incontrare il nostro campione al quale abbiamo posto alcune domande.
Dopo tanti traguardi raggiunti cosa si aspetta Marco Orsi da questa nuova sfida in De Akker? “Beh, le nuove sfide sono sempre emozionanti, anche se non potrò gareggiare con i colori della squadra farò parte di essa e voglio portare tutta la mia esperienza, ambizione e gioia, trasmetterla ai miei nuovi compagni e raggiungere assieme grandi risultati… ho ancora voglia di vincere!!!”.
Quali sono i prossimi impegni sportivi che ti vedranno protagonista? “L’impegno più imminente è la ISL, la Champions League del Nuoto. Sono qui a Napoli per un mese con il team IRON, poi tornerò a Bologna e avrò modo di allenarmi assieme alla mia nuova squadra. Obiettivi principali gli Europei e i Mondiali in vasca corta, poi si vedrà. Step by step”.
Cosa ti aspetti Marco ai prossimi Campionati Mondiali in vasca corta nei 100 metri misti e nei 50 stile libero? “Obiettivo principale è entrare nella squadra italiana, che è molto competitiva e alle ultime Olimpiadi di Tokyo ha dimostrato grandi cose! Vorrei partecipare con i miei 100 misti e 50 stile e aiutare la squadra italiana nelle staffette”.
Non ti vuoi sbilanciare più di tanto ma sei consapevole di essere ancora molto competitivo nelle tue specialità principali. E’ forse un po’ di sana scaramanzia? “Touchè!!”.
A 30 anni qual è il sogno nel cassetto che ti piacerebbe realizzare? “In realtà, fortunatamente, ho realizzato tutti i miei sogni, mi ritengo fortunato sotto questo punto di vista. Mi mancherebbe solo la Medaglia Olimpica, ma già aver partecipato a due Olimpiadi mi rende orgoglioso del mio percorso fatto fino a qui”.
Dopo tanto impegno sportivo cosa ti senti di dire ad un giovane che si avvicina al nuoto agonistico? “E’ uno sport molto duro, fatto di sacrifici, dedizione e impegno. Io sono un grande fan di questo sport e credo ci sia un rapporto di odio e amore. Da qualche anno porto avanti un progetto che si chiama NESC, assieme a due mie colleghe olimpiche, dove cerchiamo di aiutare i ragazzi ad apprendere tutti i segreti di questo sport e farli appassionare il più possibile, ma il vero segreto rimane sempre quello di divertirsi”.
Cosa ti ha colpito di più delle recenti Olimpiadi di Tokyo? “La qualità e la compattezza della squadra italiana. Un cambio generazionale riuscito alla perfezione, con grandi punte che hanno dimostrato grandi cose. La federazione ha lavorato molto bene ma anche le società di base, nonostante le mille difficoltà portate dal Covid, sono riuscite a far allenare i ragazzi, portando così la Nazionale italiana a giocarsela con il resto del mondo”.
Successivamente a questa intervista, rilasciata alcuni giorni fa, Marco ci ha fatto l’ennesimo regalo: nel corso dell’annuale meeting dell’ISL (International Swimming League) in corso di svolgimento a Napoli il nostro campione ha stabilito il nuovo record italiano nei 50 farfalla con il tempo di 22”50, ha realizzato un ottimo 21” 26 nei 50 SL (2° POSTO) e vinto la gara nei 100 Misti… complimenti Bomber!
PROFESSIONALITA’ E PROGRAMMAZIONE,
CREANO LE BASI DI GRANDI TRAGUARDI
Nella sua giovane storia sportiva De Akker ha portato un atleta alle Olimpiadi di Nuoto a Rio de Janeiro, Federico Boccia, nei 50 metri stile libero, il quale ha vinto diverse medaglie ai Campionati Italiani Assoluti, un Oro ed un Argento ai Campionati Europei e per due volte ha vinto il Campionato Italiano categoria Cadetti maschili (2016/17 e 2017/18). Nella Pallanuoto, dopo aver vinto ben quattro Campionati consecutivi, quest’anno è stata sconfitta in finale dall’Anzio, finale valida per salire in Serie A1.
Direttore Sportivo della De Akker è Arnaldo Deserti, campione di Pallanuoto che ha giocato per molti anni nella Pro Recco e nel Settebello azzurro, vincendo nel 2011 i Mondiali a Shanghai; insieme a lui, lo scorso anno, è stato in De Akker come allenatore Amaurys Perez, anche lui campione del mondo con il Settebello azzurro nel 2011 e volto noto in TV.
Abbiamo incontrato il fondatore e cuore pulsante della società, il dottor Alberto Vecchi, al quale abbiamo posto alcune domande.
Come nasce il nome De Akker? “Il nome De Akker ha sempre suscitato curiosità tra gli addetti ai lavori. Alla fine degli anni Novanta feci un lungo viaggio in Sudafrica e passavo molte delle mie serate al pub De Akker di Stellenbosch, la città universitaria alle porte di Cape Town. E’ per ricordare tanti momenti felici che ho voluto sigillare anche questo bellissimo progetto nel suo ricordo”.
Quanto la passione incide in questo progetto? “La passione è fondamentale per una attività di alto livello non professionistica, prevale sempre il desiderio di impegnarsi per raggiungere un obiettivo, sia come società sportiva che a livello individuale”.
Cosa significa per De Akker avere professionalità? “Per ottenere grandi risultati importante è contornarsi di uno staff che si muove con grande competenza. Per questo De Akker ha inserito nel suo organico dirigenziale personaggi di grande spessore, da Arnaldo Deserti, avvocato, campione mondiale nel 2011 con il Settebello azzurro e storico giocatore della Pro Recco, fino al professore Furio Veronesi, attuale delegato provinciale del Coni di Bologna, insegnante di Educazione Fisica e storica figura del Nuoto e della Pallanuoto bolognese”.
Visti i tanti successi conseguiti da De Akker, qual è il segreto per una programmazione vincente? “In un momento di evidente difficoltà a reperire sponsor, ormai merce rara, la formula della De Akker per garantire l’alto livello è stata vincente. Da sempre noi reinvestiamo nell’agonistica tutti i proventi derivanti dai corsi di Nuoto, depurati ovviamente dal costo degli istruttori e delle corsie. Grazie a questa scelta, avevamo accumulato un ottimo budget che ci ha permesso di reggere abbastanza bene in questi mesi di chiusure derivate dal Covid 19”.
Quanto è importante la presenza sul territorio e cosa si può fare per sostenerla e migliorarla? “Il consolidamento di De Akker nel territorio non solo bolognese ma direi a livello regionale e per alcune collaborazioni anche a livello nazionale è in costante aumento. Come Pallanuoto stiamo cercando di convincere le varie realtà regionali che, se concentriamo i migliori giovani in un’unica squadra, finalmente la nostra regione potrà farsi valere a livello nazionale”.
Quanto hanno contribuito al successo di De Akker la grande quantità dei contatti svolta da ASI e da tutte le realtà satelliti sul territorio, nonché l’arrivo di tanti campioni a rinforzare la già nutrita squadra? “Certamente il lavoro svolto è stato importantissimo per la costituzione di buoni rapporti con gli altri Enti di Promozione Sportiva, in particolare con il Circolo Nuoto Uisp. Questa estate, una volta esaurito il loro rapporto con la società storica CN Uisp, per Marco Orsi (il bomber) ed il suo allenatore Roberto Odaldi è stato naturale accettare la proposta di De Akker anche alla luce delle molteplici circostanze (allenamenti, manifestazioni sportive) che hanno caratterizzato tanti anni di frequentazione della stessa piscina. Avere scelto De Akker è comunque un motivo di grande orgoglio e di riconoscimento della qualità del nostro lavoro”.
[ Giacomo De Santis ]
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