29.10.2016
Sport
| Ciclismo
Ma dove vai italiano in bicicletta?
Nel luglio scorso è partito in Italia un progetto per la creazione di un sistema di ciclovie turistiche nazionali: tante le Regioni interessate, mentre Roma avrà il suo Grab (Grande raccordo anulare delle bici).
Stimato in 25 milioni di unità, il numero dei cicloamatori nella Penisola è cresciuto anche grazie allo Spinning Program di Johnny G. Ne parla Alessandro Cini sul numero di ottobre del magazine ASI Primato.
IL GRANDE RACCORDO ANULARE DELLE BICICLETTE DELLA CAPITALE
E ciclo-rivoluzione sia. La firma del protocollo d’intesa tra il Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, per la progettazione e la realizzazione del Grab, il Grande raccordo anulare delle biciclette della Capitale, rappresenta un piccolo tassello di un progetto molto più ampio che ha visto la luce con la Legge di Stabilità 2016.
L’obiettivo italiano è chiaro: stare al passo con l’Europa, facendo proprio l’accordo sul “Masterplan” a livello continentale per la mobilità su due ruote, ma soprattutto puntare a creare un nuovo stile di vita (e di turismo) che coinvolga, da nord a sud, il maggior numero di Regioni.
Il Grab, quindi, andrà a completare la mappa del sistema di ciclovie turistiche nazionali indicata ufficialmente intorno alla fine del luglio scorso,con la firma dei protocolli di intesa tra il ministero delle Infrastrutture, quello dei Beni culturali e diversi Enti regionali. Sottolineare con enfasi la ratifica dell’accordo di Roma, tuttavia, sarebbe riduttivo, poiché il modello che si intende realizzare in tutta Europa passa per la realizzazione di nuove infrastrutture, con lo sguardo rivolto verso un futuro a base di trasporto sostenibile e di buone pratiche. Per quel che riguarda la nostra penisola diversi saranno gli interventi e le opere strettamente legate al progetto: l’idea, infatti, è quella di sfruttare percorsi attualmente già utilizzati da cicloamatori e turisti a due ruote, rendendoli fruibili per un’utenza sempre più ampia.
CICLOVIE E NUOVI STILI DI VITA
La stampa italiana che si è occupata nei mesi scorsi del progetto ha indicato tra i luoghi che saranno interessati dai lavori, oltre alla Capitale, anche la Liguria, la Lombardia, la Campania, la Puglia (anche se la lista è ben più ampia). Trattando di sport, ovviamente, non possiamo soffermarci alla semplice cronaca politica, perché in gioco non c’è solo una diversa fruizione del nostro panorama paesaggistico e culturale, ma anche un approccio a uno stile di vita meno sedentario e più votato al movimento. A tale proposito è forse il caso di ricordare come in Italia, secondo alcune stime (anno 2012), il numero complessivo di chi utilizza la bicicletta per sport, per turismo o anche come mezzo di trasporto cittadino sia vicino a 25 milioni, una cifra eccezionale che avrebbe dovuto indurre alla riflessione già da qualche anno. Per altro, come sempre accade per i fenomeni di massa, anche l’industria e la tecnologia sono venute incontro a chi usa la bici in alternativa alla macchina. Accanto a materiali costruttivi sempre più leggeri e resistenti, all’abbigliamento “urban” che viene consigliato a quanti usano la bicicletta e a negozi specializzati che vendono ogni tipo di gadgetper le due ruote, oggi c’è una novità importante: in una città come Roma, nota per i suoi epici “sette colli”, sempre più spesso si vedono in strada modelli di bike con pedalata assistita (un piccolo motore elettrico, in pratica, aiuta il ciclista a pedalare sui tratti più impervi).In un mercato così allargato, fatto di una domanda e di un’offerta sempre più diversificate, anche i centri sportivi e le palestre hanno giocato, e giocano, un ruolo determinante per il cambiamento delle abitudini degli italiani.
LA RIVOLUZIONE DI JOHNNY GOLDBERG
Quando intorno alla metà degli anni ’90 al “California di Rimini”, evento dedicato al microcosmo del fitness, l’ultra-cycler sudafricano Johnny G, aka Johnny Goldberg, presentò il Programma Spinning nessuno poteva immaginare quale impatto e quale positiva ricaduta avrebbe avuto nella vita di tanti utenti del wellness da palestra. Lo “Spinning Program”, basato su andature codificate e caratterizzato da una base musicale, ha rappresentato negli anni passati una delle molle che ha spinto molte persone a inforcare una bicicletta e a divenire, stagione dopo stagione, sempre più esigenti per quel che concerneva le classiche “uscite domenicali”. Negli anni d’oro del marketing della mitica pronipote della “yellow best” assistemmo a un curioso travaso: molti ciclisti esperti approdarono in palestra per allenarsi “a secco” con lo Spinning, e per contro molti “Spinner” provetti (tanti gli istruttori) iniziarono a uscire nel fine settimana con la mountain bike o la bici da strada. Tutto questo mondo, nato praticamente dal nulla, è cresciuto qualitativamente, quantitativamente, e sta diventando adulto. L’istanza che oggi maggiormente viene reiterata da questo ambito riguarda – soprattutto – l’integrazione delle due ruote con i moderni sistemi di trasporto pubblico. Si attendono risposte chiare, ma soprattutto soluzioni pratiche. Come la bicicletta.
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