18.01.2016
Sport
| Sport disabili
Lo sport come sfida al limite ed educazione alla speranza
Una delle aree in cui ASI Associazioni Sportive e Sociali Italiane ha deciso di essere presente con proposte di qualità è la formazione – non solo quella tecnica, ma anche quella dirigenziale. Il presupposto di questa scelta è la convinzione che lo sport sia importante strumento per migliorare la propria esistenza e quella degli altri. Come? Educando al sacrificio, al rispetto, e soprattutto aiutando a combattere i propri limiti. Sia quelli mentali che quelli fisici.
A novembre dello scorso anno, ad esempio si è tenuto un corso per formare operatori che attraverso lo sport fossero capaci di interagire con la disabilità. Un momento di approfondimento organizzato dal Settore ASI Sport Disabili e dal Comitato ASI Roma in cui lo sport è riuscito a mostrare il suo volto terapeutico e il suo essere contenitore sociale. I partecipanti hanno imparato come restituire dignità e ruolo sociale a persone disabili e come migliore la loro autonomia, il loro senso di efficacia e la loro soddisfazione personale.
Ospite dell'appuntamento un allievo molto speciale: Hasan Gritli, esponente del “Group of Basketball Friends of Libya”, un’associazione che opera a stretto contatto con la Federazione Basket Libica di Tripoli.
ASI ha voluto accogliere questa persona proveniente da un paese devastato dalla guerra civile per insegnare a lui ad utilizzare lo sport come strumento di futuro e di educazione alla speranza con tutte quelle persone offese dalle vicende belliche.
A giudicare dalle parole che ha dedicato ad ASI, c'è da giurare che Hasan, tornato a casa, avrà sicuramente avuto qualche idea in più su come aiutare chi, suo malgrado, è stato colpito negli scontri tra Tripoli e Tobruk ed è stato costretto a confrontarsi con la disabilità.
"Da Tripoli mi preparavo ad affrontare il corso promosso da ASI per Operatori sportivi per disabili senza rendermi conto di cosa si trattasse esattamente. Pensavo avesse un’impostazione prettamente tecnico-sportiva. Poi, però, iniziando il corso mi sono reso conto di essere io un disabile, ignorando quanta potenzialità esiste nelle persone che hanno una reale disabilità e d'altra parte quanta ignoranza invade i non disabili. Avevo abbandonato mondo sportivo molti anni fa e ritrovarmici è stato un tuffo. Ho capito che grazie allo sport si può rinascere e rialzarsi più forti di prima attraverso tecniche che ti aiutano a ritrovare il tuo corpo […] Tanto ci sarebbe da aggiungere, ma intanto scendiamo in campo e confrontiamoci da veri sportivi. Grazie ASI, grazie Sabrina, grazie Tiziano, grazie Michela"
E' esattamente questo quello che con la formazione ASI vogliamo insegnare: essere un atleta, un amatore o un semplice appassionato di sport permette di avere dentro di sè il miglior mezzo di cura e speranza.
Grazie Hasan di essere stato con noi e di aver sentito così bene e in modo così chiaro quello che ogni giorno proviamo a comunicare attarverso l'attività dei nostri dirigenti, dei nostri tecnici e delle nostre associazioni!
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