27.06.2023
Sport
ASI per la Salute
Attività motoria e prevenzione al centro della campagna che l’ASI lancia soprattutto per il mondo giovanile. La sedentarietà, secondo recenti dati Istat, è causa diretta di circa 90.000 morti l’anno. Cocuzza: “correre subito ai ripari”.
“Mens sana in corpore sano”. La locuzione latina, tratta dalle “Satire” di Giovenale, intende sottolineare l’importanza della salute psicofisica di ogni essere umano. Tuttavia, i dati statistici virano tragicamente verso l’opposta direzione, con maggiore incidenza al sud Italia. La questione, complessa e articolata, riguarda da una parte gli aumenti di casi di depressione, in cui un numero sempre maggiore di adolescenti viene coinvolto, e dall’altro l’esponenziale aumento delle percentuali di obesità e di sindrome metabolica, ambedue causate anche da uno stile di vita sempre più sedentario.
La sedentarietà, secondo recenti dati Istat, è causa diretta di circa 90.000 morti l’anno, essendo strettamente correlabile a quattro patologie, ossia tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia. A fare luce su questa preoccupante situazione, con l’obiettivo di sensibilizzare le istruzioni, è il dott. Domenico Cocuzza, chinesiologo, responsabile provinciale ASI e D.T. dell’Asd Free Fighter, società sportiva di karate tesserata FIJLKAM e ASI, il quale sottolinea “come sia di fondamentale importanza correre subito ai ripari con iniziative concrete quali, ad esempio, una capillare campagna di sensibilizzazione su quelli che sono i corretti stili di vita e anche, d’altra parte, predisporre maggiori aree attrezzate per le attività sportive in genere”.
Il dott. Cocuzza conclude sottolineando come “oggi il mondo scientifico riconosca l’attività fisica alla stregua di un farmaco, rivestendo un’importanza primaria in termini preventivi e incidendo, oltretutto positivamente, sulla spesa pubblica concernente il Sistema Sanitario Nazionale, il quale dopo la pandemia presenta forti criticità economiche. Secondo le ultime linee guida dell’Ocse e dell’OMS, riuscendo a far svolgere 150 minuti settimanali di attività fisica, sarebbe possibile salvare 10.000 vite umane in tutta Europa, di cui ben 1.300 solo in Italia”.
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