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27.09.2023

Terzo Settore

Al Palazzo Dogana di Foggia una mostra sul giudice Livatino, assassinato nel 1990

Il 21 settembre 1990, la Stidda agrigentina compiva un atto di violenza che avrebbe scosso l’intera nazione italiana. Il giovane magistrato siciliano Rosario Livatino, a soli 38 anni, fu brutalmente assassinato a causa del suo impegno incrollabile nella lotta contro la mafia. Due anni fa, il 9 maggio 2021, è stato proclamato “beato” da Papa Francesco, riconosciuto come un martire della fede cristiana. La storia di Rosario Livatino, un mix di virtù umane, fede profonda e dedizione professionale, sarà al centro di una mostra dal titolo “Sub Tutela Dei – Il Giudice Rosario Livatino”. L’evento avrà luogo dal 2 all’ 8 ottobre 2023 presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Dogana, in Piazza XX Settembre a Foggia.
La mostra sarà suddivisa in quattro sezioni che includeranno testi, fotografie e video contenenti testimonianze di colleghi, amici e conoscenti che hanno condiviso momenti significativi con Rosario Livatino. La prima sezione esplorerà la formazione personale del magistrato e il contesto umano, familiare e sociale della sua città natale, Canicattì. La seconda sezione si concentrerà sul suo percorso professionale, dalla Procura della Repubblica di Agrigento alla sezione penale del Tribunale di Agrigento. La terza sezione affronterà l’omicidio-martirio di Livatino e il processo di beatificazione, con particolare attenzione alla figura di Piero Ivano Nava, il testimone chiave nei processi contro gli esecutori materiali e i mandanti dell’omicidio. La quarta e ultima sezione esplorerà l’eredità di Livatino nella società e nella Chiesa contemporanea.

 

La vita: da giudice a martire

Rosario Livatino, nato nel 1952 a Canicattì si laureò in Giurisprudenza iniziando la sua carriera – giovanissimo – come uditore giudiziario a Caltanissetta e diventando successivamente sostituto procuratore a Agrigento. Qui portò avanti, con rigore ed equilibrio, indagini complesse sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso nonché su eclatanti episodi di corruzione, noti allora come “Tangentopoli siciliana”.
L’organizzazione criminale di tipo mafioso dell’agrigentino nota come “Stidda”, in aperto contrasto con “Cosa nostra” per il dominio sulle attività illecite in Sicilia, ne decise l’assassinio il 21 settembre 1990 lungo la strada statale SS640 Agrigento-Caltanissetta. Quella mattina l’automobile del giudice – diretto in Tribunale per celebrare un processo a carico di alcuni mafiosi di Palma di Montechiaro – fu speronata dal commando omicida. Livatino, che per sua decisione preferiva viaggiare senza scorta, pur ferito cercò allora di allontanarsi a piedi dagli efferati criminali. Tuttavia, i sicari lo raggiunsero, freddandolo brutalmente ai piedi del viadotto della statale 640. Sul luogo dell’assassinio sopraggiunsero i migliori investigatori siciliani, tra i quali il giudice Falcone che rimase fortemente scosso dall’accaduto. Nell 21 settembre 2011, a favore della straordinaria figura di Rosario Livatino, dichiarato “servo di Dio” dalla Chiesa Cattolica, si è aperto il processo di beatificazione. Già Papa Giovanni Paolo II, in occasione di un incontro con i genitori del giudice, lo definì “martire della giustizia e indirettamente della fede”.
La figura di Rosario Livatino rimarrà un faro di speranza e un esempio di dedizione alla giustizia, un richiamo costante affinché la società continui la lotta contro la criminalità organizzata e promuova valori di integrità, moralità e fede. La mostra rappresenta un tributo doveroso a un uomo che ha sacrificato la propria vita per la causa della giustizia, un magistrato coraggioso e un martire della nostra epoca.

 

La mostra sarà aperta al pubblico dal lunedì alla domenica dalle 9:30 alle 12:30 e dal lunedì al venerdì dalle 15:30 alle 17:30. Inoltre, il 2 ottobre alle 16:30, si terrà un convegno di presentazione intitolato “Rosario Livatino: operatori di diritto o operatori di Giustizia?”, promosso da numerose associazioni di promozione sociale d’intesa in unione alla struttura nazionale di ASI e con la partecipazione di illustri magistrati e curatori della mostra.

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