13.04.2022
Sport
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Sahara Racing Cup. Dieci giorni nel deserto
Milleseicento chilometri nel deserto del Sahara tunisino a 52 gradi. E 5 notti da trascorrere in accampamenti nel deserto tra le dune che scolpiscono nuovi paesaggi, ora dopo ora. Una diversità uguale a sé stessa, carica di mistero e di storia. I deserti sono stati da sempre luoghi di esodi, talvolta tragici: popoli, mercanti, truppe regolari e le canaglie della Legione cara al Mito, avventurieri, viaggiatori solitari e asceti naturalmente. E anche macchine: partiva da Parigi e arrivava a Dakar l’altro mito che non tramonta, quello del rally più conosciuto e più sognato al Mondo. Quel deserto che, con le sue tempeste di sabbia, seppellisce frettolosamente anche i ricordi. Che ogni tanto riaffiorano dalle pieghe del tempo e della sabbia increspata. Macchine ormai come carcasse accanto a testimonianze antropiche, pitture e incisioni di qualche migliaia di anni fa, che testimoniano tempi passati in cui fiumi, laghi e vegetazione rendevano possibile la vita.
Manca poco a un’altra di queste grandi avventure, il Sahara Racing Cup. La partenza della manifestazione avverrà sabato 23 aprile da Genova, terra di seduzioni e di grandi viaggiatori. E terminerà sempre nel capoluogo ligure nella serata di lunedì 2 maggio: dieci giorni intensi. Sei le tappe che avranno inizio ad Hammamet per poi spostarsi a Sud della Tunisia nella zona di Douz. “Non si tratta di una gara di velocità ma di orientamento”, spiega Paolo Di Pinto. È lui il deus ex machina della manifestazione con l’affiliata ASI Miglio Corse. Cento gare motoristiche organizzate. Ha fatto nascere, per la prima volta in Italia, un Mondiale di regolarità per auto elettriche in collaborazione con la FIA. Corre in auto da venticinque anni anche se, nel tentativo di non dare troppo elementi sull’età, chiede di omettere… il dato sensibile. “Organizzo da tre anni questa competizione. Ma l’idea è di Federico Di Domi, vecchio veterano della Dakar”, precisa.
“Non si tratta di una manifestazione di velocità. Le capacità di orientamento costituiscono il fattore determinante della classifica. La velocità non ha alcun parametro di merito sulle classifiche. È una manifestazione innovativa, atipica e strutturata sulla lunga distanza organizzata in collaborazione, con il governo tunisino che ha già comunicato i nulla osta necessari. Abbiamo identificato una serie di punti di passaggio, Way point che i corridori dovranno trovare. La navigazione durante il raid sarà a GPS per poter seguire le varie tracce che compongono il percorso. Facile a dirsi, meno a farsi considerando che il deserto cambia continuamente il paesaggio e anche gli ostacoli naturali. La mattina un punto può essere su terreno più o meno pianeggiante, il giorno seguente isolato da dune alte metri. I venti del deserto cambiano continuamente la morfologia del terreno. Difficilissimo centrare il punto.
Durante il raid si incontreranno tutte le conformazioni di terreno possibili passando dalle piste di terra battuta ai passi di montagna con fondo pietroso per poi immergersi in quel che sarà l’elemento che contraddistingue questo evento e il Paese che ci ospita cioè la sabbia. Sabbia che avremmo modo di vedere e conoscere sotto tutti punti di vista. Le tappe che abbiamo sviluppato saranno in grado di mettere alla prova le doti di guida e navigazione in modo progressivo. È una manifestazione innovativa, atipica e strutturata sulla lunga distanza. Le premiazioni finali dell’evento si terranno a Tunisi alla presenza delle massime autorità tunisine e di numerosi imprenditori locali”. Una corsa tecnicamente complicata come l’ambiente circostante: “Gli equipaggi dormiranno cinque notti nel deserto, in tende berbere nel pieno del deserto. Con acqua razionata, senza energia elettrica, senza collegamenti. Con escursioni termiche notevoli”.
Durante la manifestazione ci sarà anche una missione umanitaria organizzata in collaborazione e sinergia con importanti ONG italiane e straniere e il governo locale per portare aiuti ai bambini dei villaggi del Sud della Tunisia. Dieci i medici al seguito della carovana per “La luce e il silenzio del deserto”. Questa sarà la missione principale della manifestazione. L’evento, nella sua totalità gode del patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Monfalcone e di ASI. L’intervento umanitario prevede, attualmente, più un apporto di materiali che esclusivamente economico. Questo per scelta del governo tunisino. Durante la missione umanitaria verranno donati impianti acustici per bambini con difficoltà uditive e occhiali, sempre per bambini, con difficoltà visive. Sul campo saranno impegnati 10 medici volontari tra oculisti e otorinolaringoiatri i quali, dotati delle apparecchiature specifiche necessarie per effettuare questo tipo di assistenza, si prenderanno cura dei bambini con deficit visivi e uditivi dei villaggi. Si presume che saranno oltre 300 i bambini che usufruiranno di questo aiuto.
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