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08.06.2018

Istituzionale

| Ciclismo

Il colonnello Carlo Calcagni nominato Presidente della Commissione ASI rapporti Istituzioni Sportive Militari

Mai arrendersi! Non un motto qualunque, non una frase scontata. Soprattutto se a pronunciarla, a scriverla, a cucirsela indosso – nel cuore, sulla maglia ufficiale e sui pantaloncini – è il colonnello Carlo Calcagni, che ASI ha appena nominato Presidente della Commissione Rapporti Istituzioni Sportive Militari.
Dignità, onore, umiltà. Questi i valori che hanno contraddistinto la sua esistenza.

Nato il 30 ottobre 1968, si arruola nell’Esercito l'8 gennaio 1988. Ufficiale di 1° nomina alla Scuola di Paracadutismo di Pisa (" Non dimenticate che sono un uomo della FOLGORE… e questo fa la differenza"), partecipa nel 1989 al concorso per pilota osservatore di elicotteri e, vincitore, frequenta il 27° Corso ufficiali piloti militari di elicottero presso la scuola di volo dell’Aeronautica Militare a Frosinone, completando l’iter presso il centro dell’Aviazione dell’Esercito a Viterbo dove prosegue gli studi per un altro anno e mezzo, conseguendo tutte le abilitazioni e specializzazioni, classificandosi al 1° posto alla fine del lungo e selettivo corso di pilotaggio.
Grazie al primo posto in graduatoria viene accolta la sua richiesta e trasferito presso il 20° Gruppo Squadroni “ANDROMEDA” di Pontecagnano (SA).
Nel 1996, dopo una missione di peacekeeping nei Balcani per evacuazioni medico-sanitarie si  ammala di contaminazione da metalli pesanti e quindi di Sensibilità chimica multipla. Da qui una serie di patologie gravissime, dalla cardiopatia al Parkinson, che tiene a bada con una miriade di farmaci e con la sua proverbiale caparbietà mentale, fino alla sclerosi multipla. È un guerriero, Calcagni, uno sportivo. Un uomo che ama i suoi figli e la vita, che va avanti a muso duro e sorriso, nonostante il dolore, le terapie giornaliere a base di centinaia di pillole, dialisi, flebo e ogni tanto ricoveri e interventi in Italia come in Inghilterra. "La biciletta mi sta salvando la vita, me la sta allungando”.
La sua non è certamente una storia a lieto fine. Ma è una storia di coraggio, di lacrime, di gioia, di tristezza, di squalifiche immotivate e di ingiustizie. Sì, perché Carlo è un Uomo (di diritto con la “U” maiuscola) che di ingiustizie ne ha subite tante. Troppe.
Il destino gli ha voltato le spalle, ma lui continua a sfidarlo con onore, con rabbia. Ha salvato vite Carlo, ha raccolto salme, ha servito il suo paese con onore e con rispetto. Ha corso con la sua bici e poi sul suo triciclo. Sempre. Ma adesso che, per la prima volta nella sua vita, avrebbe bisogno di una mano, tutti sono spariti. Lo hanno lasciato solo Carlo. Ma lui continua a combattere, perchè non conosce resa.

Sul prossimo numero di Primato verrà pubblicata una sua intervista esclusiva.

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