01.02.2023
Istituzionale
Dalla Piramide di Cambridge ai giorni nostri… Mario Sconcerti nel giorno di Sport&Cultura
Il ricordo di Maurizio Catalani ⬇︎
Dal ciclismo al calcio, dalla Gazzetta dello Sport a Repubblica, dalla tv alla radio, Sconcerti è stato protagonista non solo del racconto dello sport, ma anche del commento e della critica. Oltre un decennio a Sky Sport e quindi il passaggio alla Rai nel 2016 e di seguito a Mediaset, sempre “bucando” lo schermo con i suoi racconti, le sue disamine e la sua autorevolezza. Tanti temi e riflessioni, virate anche sulla filosofia e la politica, li aveva poi ampliati e approfonditi in una vasta produzione libraria: La differenza di Totti, da Meazza a Roberto Baggio l’evoluzione del numero 10; Se ha torto Dio; Baggio vorrei che tu Cartesio e io… Il calcio spiegato a mia figlia; Con Moser da Parigi a Roubaix; Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un’avventura infinita; Romolo. L’alba di Roma da riscrivere; Il calcio dei ricchi; Storia del gol: Epoche, uomini e numeri dello sport più bello del mondo.
Mario Sconcerti apparteneva a quel ristretto gruppo di giornalisti sportivi ancora in grado di interrogare la storia per capire il presente. “Nessuno studia il calcio, il grande calcio degli anni Cinquanta e Settanta sta scomparendo senza lasciare né un testimone né una traccia. Non resta memoria. Stiamo perdendo tutto”.
Il racconto di Maurizio Catalani, fondatore e direttore dell’Università del Calcio della quale Sconcerti ne era direttore didattico…
Dalla Piramide di Cambridge ai giorni nostri…
Maurizio, hai avuto la fortuna di conoscere bene Mario Sconcerti… “Mario Sconcerti era uno degli ultimi giornalisti italiani in grado di raccontare con dovizia e grande conoscenza il mondo del calcio dalla sua nascita ad oggi, attraverso le varie fasi evolutive che lo hanno attraversato, dalla Piramide di Cambridge ai giorni nostri, capace di soffermarsi su temi e analisi che qualcun altro difficilmente possa descrivere. Un giorno mi raccontò persino il processo evolutivo del pallone, una sfera che come tutto era cambiata nel corso del tempo. Molto di questo bagaglio conoscitivo, lo aveva vissuto in prima persona e tutto ciò lo poneva nella condizione di essere una vera enciclopedia calcistica, non solo italiana ma mondiale”.
Cosa rappresentava per l’Università del Calcio? “Ha rappresentato molto se non tutto. Dieci anni fa eravamo a casa sua, precisamente in cucina, accettò in quel momento di assumere la direzione didattica e di associare il suo nome al master. Aprì le porte ad una nuova Era della formazione calcistica in Italia. Forse senza la sua figura iconica, oggi non avremmo formato più di 500 tra ragazzi e ragazze, molti dei quali già attivi nel mondo del calcio nei più svariati settori”.
Come approcciava alla docenza e con i ragazzi? “Con affetto, diciamo bastone e carota. Se li trovava impreparati li sgridava, se rispondevano con dovizia ed interesse li gratificava. Le lezioni sisvolgevano in silenzio assoluto, si percepiva che i ragazzi volevano immergersi nel suo sapere calcistico, con il rispetto che gli era dovuto. Una delle cose che maggiormente mi è rimastaimpressa è l’espressione sui volti dei corsisti all’ingresso di Mario in aula. Lo guardavano come per dire: “Ma è lui sul serio?”, come se non fosse così scontato avere l’occasione di assistere ad una sua lezione”.
Un aneddoto particolare su Mario che ricordi con gioia? “Un giorno parlando di pallone in macchina mi disse: ‘…Del resto il calcio è unico se, come sai, nessun altro sport si gioca con i piedi…’. Io serio risposi che in realtà non lo sapevo, lui mi guardò e disse: ‘Sapevo di avere scelto male, ma non fino a questo punto… fammi scendere qui’. Chiaramente aveva capito che scherzavo”.
Parlaci invece di te. Di cosa ti ritieni soddisfatto? “Sono felice di avere creato l’università del Calcio e vedere i miei ragazzi entrare nel mondo del lavoro che amano. Questa la gioia più grande. Ben otto dei miei corsisti oggi collaborano con la struttura. Quando ho avuto bisogno di persone ho sempre scelto tra i miei alunni”.
Cos’è l’Università del Calcio? “È il primo vero corso sul calcio nato in Italia, mi resi conto che questo tipo di formazione non esisteva. C’erano dei piccoli corsi di settore, ma non un vero e proprio master formativo a 360 gradi che preparasse i ragazzi su tutto ciò che appartiene a questo mondo professionale. Mario, mentre preparavamo la prima edizione, mi disse che era necessario sapere tutto del Calcio per poterne fare parte. Mi fece l’esempio dell’idraulico: se lo chiami e sa aggiustare un rubinetto ma non sa dove mettere le mani su una caldaia o su di un termosifone, non è un idraulico, ma solo uno che aggiusta i rubinetti. Se vuoi fare lo scout o il procuratore o il direttore sportivo oppure occuparti di marketing, devi conoscere perfettamente tutto della materia, altrimenti sei un professionista zoppo. Questa è l’Università del Calcio”.
ASI ha vissuto da vicino la nascita dell’università… “La seconda persona con la quale parlai dell’idea di fare nascere l’Università del Calcio è stata il presidente ASI Claudio Barbaro con il quale ho una vecchia amicizia. Eravamo in un bar di laziali di Roma nord, cosa per noi quasi sacrilega essendo romanisti, ma capitammo lì. Mi disse che era una buona idea, di andare avanti e che avrei avuto tutto il suo appoggio nonché quello di ASI. Se da dieci anni siamo legati da un rapporto di collaborazione, da ben cinquanta ci unisce un grande affetto, dimostrato ogni tanto da qualche insulto scherzoso”.
Un master che parla di CalcioL’Università del Calcio, diretta da Maurizio Catalani, è il primo master italiano sulla formazione a 360° relativa al mondo del calcio che da qualche anno è nostro master ufficiale sul calcio. Il Footballmaster è un programma formativo completo che vanta dal dicembre 2017 il patrocino del CONI. Giovanni Malagò, presidente del CONI, fa riferimento all’importante qualità formativa del master, riconoscendolo come attestato di prestigio e all’alto valore morale dimostrato portando ogni anno decine di ragazzi ad un primo importantissimo passo nel mondo del calcio, attraverso l’attribuzione di stage seri e qualificanti. Anche la Federazione Italiana Gioco Calcio patrocina il master. Questo significa che il soggetto istituzionale chiamato ad organizzare il movimento calcistico a livello più alto in Italia ha ritenuto il corso un valido supporto alla formazione che ha portato e porterà molti partecipanti ad un primo importante ingresso nel mondo lavorativo delle società italiane. La forza del Master dell’Università del Calcio è nel suo corpo docenti (da Gianluca di Marzio a Ivan Zazzaroni, da Xavier Iacobelli a Serse Cosmi e Fabio Caressa…) esperti riconosciuti dall’allenamento ai media, dal management alla procura, dalla medicina sportiva al marketing. La grande intuizione del direttore didattico Mario Sconcerti è stata di riunire in un unico percorso formativo professionisti di provata esperienza, che hanno lavorato per società come Milan, Juventus. Inter e Roma e testate come Corriere dello Sport, Sky, Tuttosport, Rai, Mediaset e Corriere della Sera. Questo lo rende l’unico corso oggi in Italia che offre ai suoi studenti un approfondito confronto con volti noti che lavorano in questo settore da decenni. |
[ Martina Di Tella ]
Ricordando l’edizione 2022 di Sport&Cultura…
Le precedenti uscite⬇︎
1 • Il resoconto dell’evento
2 • La storia di Marco Rossato primo velista paraplegico a circumnavigare l’Italia in solitaria
3 • L’intervista a Cristiana Pedersoli, nel ricordo di Carlo Pedersoli, il Gigante buono
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