Mondo della Cultura. Attacco al volontariato

“Una ferma contrarietà a un documento che oseremmo definire aberrante e che dipinge l’attività del volontario, in ambito culturale, in concorrenza sleale con i professionisti del settore. 
Fratelli d’Italia si opporrà con tutte le forze alla pubblicazione della risoluzione finale a seguito dell’indagine conoscitiva (“Affare assegnato 245”) svolta dalla Settima Commissione del Senato con anche audizioni in presenza avviate il 24 settembre 2019 e protratte poi per oltre un anno”
, così hanno dichiarato alla stampa il nostro Presidente nel suo ruolo di Senatore insieme con l’On. Maria Teresa Bellucci, Responsabile Dipartimento Terzo Settore di Fratelli d’Italia il Senatore Antonio Iannone e i Deputati Paola Frassinetti e Federico Mollicone, membri delle Commissioni Cultura di Senato e Camera. 

“Nonostante nelle premesse vi siano astratti e generici riconoscimenti sul valore del volontariato – sottolineano ancora – nel dispositivo vi è un duro attacco sul ruolo che il volontariato svolge concretamente nel settore della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, accusato di favorire situazioni di sfruttamento “in nero” di questi lavoratori.
Appare chiaro come il relatore del documento si sia appiattito sulle preoccupazioni delle organizzazioni di categoria dei professionisti operanti nel campo dei beni culturali, ignorando, invece, quanto è stato dichiarato in sede di audizione dalle più importanti organizzazioni del Terzo Settore che operano in questo campo. 

Ricordiamo che nel Codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017) ci sono tutti i presidi normativi utili a contrastare fenomeni di utilizzo illecito della figura del volontario, anche nel campo di beni culturali. I volontari, infatti, devono essere iscritti in appositi registri tenuti dalle ODV (Organizzazioni di volontariato) o dalle APS (Associazioni di promozione sociale) e non possono in alcun caso ricevere una qualche forma di retribuzione.

E ricordiamo altresì che il volontariato e l’associazionismo sono una benedizione per la tutela dei beni culturali, perché senza queste energie spontanee e ispirate alla cultura del dono, una buona parte del nostro patrimonio archeologico e monumentale sarebbe abbandonato a sé stesso o agli appetiti di coloro che vogliono semplicemente sfruttarlo con iniziative commerciali fuori controllo”. 

APPROFONDIMENTO
Lo schema di risoluzione sull’Affare Assegnato n. 245 sul rapporto tra volontariato e professioni nel settore dei beni culturali, va respinto con decisione perché rappresenta una rozza e aprioristica messa sotto accusa dell’impegno del volontariato in questo settore, per i seguenti motivi:

  1. Nonostante nelle premesse vi siano astratti e generici riconoscimenti sul valore del volontariato come “fenomeno sociale importante”, nelle ulteriori valutazioni ed infine nel dispositivo vi è un duro attacco sul ruolo che il volontariato svolge concretamente nel settore della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, accusato di fare concorrenza sleale ai professionisti del settore e di favorire situazioni di sfruttamento “in nero” di questi lavoratori.
  2. Nel definire queste posizioni la Relatrice si appiattisce sulle legittime preoccupazioni delle organizzazioni di categoria dei professionisti operanti nel campo dei beni culturali, ignorando, invece, quanto è stato dichiarato in sede di audizione dalle più importanti organizzazioni del Terzo Settore che operano in questo campo come il “FAI Fondo Ambiente Italiano”  e “Italia Nostra” (mentre il documento di Archeoclub non risulta agli atti) che invece hanno dimostrato come il volontariato sia una risorsa fondamentale e insostituibile nella tutela e nella valorizzazione dei beni culturali, rappresentando di fatto un argine alle tentazioni di trasformare questa attività in un pure e semplice business commerciale.
  3. In realtà nel Codice del Terzo Settore (d.lgs. 117/2017) ci sono tutti i presidi normativi utili a contrastare fenomeni di utilizzo illecito della figura del volontario, anche nel campo di beni culturali. I volontari infatti devono essere iscritti in appositi registri tenuti dalle ODV (Organizzazioni di volontariato) o dalle APS (Associazioni di promozione sociale) e non possono in alcun caso ricevere una qualche forma di retribuzione. Per questo motivo la figura del volontario non può essere utilizzata per legge né per fare concorrenza sleale ai professionisti, né per coprire forme di precariato e di sfruttamento di queste categorie professionali. Responsabili in prima persona di queste garanzie sui volontari sono proprio le Associazioni e le Reti associative e quindi ipotizzare, come scrive la Risoluzione in questione, che  “lo sfruttamento dei professionisti arriva al punto, oggi, di costringerli a passare per volontari” è un esplicito atto di accusa contro il mondo del Terzo Settore che favorirebbe diffuse situazioni di violazione della legge.
  4. Ancora, scrivere nella Risoluzione che “bisogna respingere la tentazione di assumere a ‘sistema’ il volontariato (anche qualificato) (…) per compiti istituzionali come la tutela dei beni culturali, con il rischio di disapplicare l’esplicito mandato costituzionale, di cui all’art.9 della Costituzione” significa, al contrario, negare il principio di sussidiarietà orizzontale tutelato dall’ultimo comma dell’Art. 118 della Costituzione: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
  5. In realtà la mozione avrebbe dovuto concentrare la propria attenzione non sul volontariato – su cui è sufficiente chiedere il rispetto di quanto previsto nel Codice del Terzo Settore – ma sulle tutele normative delle professioni nel settore dei beni culturali. È il Codice dei Beni Culturali (d.lgs. 42/2004) che deve definire con più precisione “l’ambito delle attività riservate alle professioni nei beni culturali” (vedi documento del FAI) per dare una risposta alle legittime preoccupazioni delle organizzazioni di categoria di questi lavoratori. 
  6. In ogni caso il volontariato e l’associazionismo sono una benedizione per la tutela dei beni culturali, perché senza queste energie spontanee e ispirate alla cultura del dono, una buona parte del nostro patrimonio archeologico e monumentale sarebbe abbandonato a sé stesso o agli appetiti di coloro che vogliono semplicemente sfruttarlo con iniziative commerciali fuori controllo. Questa azione positiva e indispensabile è totalmente prevalente rispetto all’esistenza – in questo campo molto più circoscritta di altri ambiti della vita sociale – di abusi che vanno combattuti con le disposizioni di legge già in vigore.

I volontari… La spina dorsale del Terzo Settore

Spuntano nelle notti più fredde a distribuire pasti caldi e coperte, partono in colonna verso i luoghi delle catastrofi da dove gli altri fuggono, si ritrovano nelle mense e nei rifugi dei poveri per fare i lavori più umili, solcano mari e percorrono foreste per difendere il nostro ambiente, animano le sedi delle associazioni con la rete del loro impegno e del loro entusiasmo, lavorano, senza chiedere un euro… Sono i volontari. 

Un’esperienza di bellezza che può salvare l’Italia. C’è gente che lavora con entusiasmo. Senza chiedere un euro

Questo personaggio strano, il volontario, che viene celebrato nelle retoriche repubblicane per essere puntualmente dimenticato il giorno dopo, è molto più diffuso nella nostra penisola di quanto si pensi: 6 milioni e mezzo secondo l’ultimo censimento, ovvero più di un Italiano su dieci, partecipa alle attività di volontariato. In una società liquida dove sembra dominare solo l’individualismo e il consumismo, ci sono così tante persone che navigano decisamente controcorrente. Sono la spina dorsale del Terzo Settore, al di là di tutte le riforme, i bandi di finanziamento e le dissertazioni che si costruiscono su questo mondo. 
Cosa spinge una persona a diventare un volontario? Se leggiamo le prediche laiche e gli studi “scientifici”, la motivazione sarebbe solo etica e buonista, ma, aldilà di questi esercizi di noia, il volontariato nasce da un’esperienza di bellezza.

Perché, prima di essere buono e giusto, è bello ritrovarsi insieme ad altre persone (che diventano amici veri) a costruire qualcosa, è bello staccarsi dal computer di lavoro e sperimentare le proprie capacità pratiche e creative, è bello donare a degli sconosciuti non tanto i propri soldi, quanto sé stessi e il proprio impegno.
Insomma è bello superare sé stessi, tornare ad avere esperienza di essere una comunità, vivere gli atti essenziali della condizione umana e di una dimensione spirituale.

Un tempo tutto questo si respirava anche nella militanza politica, prima che i partiti fossero divorati dal settarismo e dal clientelismo, ritirandosi dal territorio e dalla società civile per chiudersi nel Palazzo e nella dimensione virtuale dei social. Perché se non c’è prima la comunità e l’identità, è impossibile che poi ci sia anche la politica, la percezione vera del bene comune.
Non vogliamo fare sviolinate a nessuno, anche i volontari hanno i loro difetti: spesso non colgono la complessità della società in cui viviamo, ancor più spesso sono chiusi e diffidenti rispetto ai mondi della politica e dell’impresa, mentre sono troppo ingenui e indulgenti con chi si ammanta di appartenenze associazionistiche e sociali, rischiando così di essere utilizzati e traditi. 

Ma la sfida è proprio questa: far crescere i volontari, non solo nel loro numero ma soprattutto nella loro consapevolezza, perché questa energia, umana e comunitaria, possa contagiare positivamente tutta la società italiana. Quante volte abbiamo detto che gli Italiani sono un popolo eccezionale, che si rovina però per le vecchie malattie dell’individualismo e del settarismo. Lo spirito del volontariato, se non si richiude in sé stesso, può essere l’antidoto a queste malattie. 

L’ASI si sta sempre più impegnando sul Terzo Settore anche per questo: con le spalle larghe di una grande Rete associativa vuole scendere nel cuore della società italiana per incontrare tutti i volontari – o quelli che potrebbero diventarlo – che cercano rappresentanza, identità comunitaria e promozione operativa. Per accendere la miccia di una grande energia che può esplodere per salvare l’Italia, ma, prima ancora, per vivere insieme ai volontari un’esperienza di bellezza profonda e autentica.

[  GIANNI ALEMANNO  ]
Responsabile Nazionale ASI Terzo Settore

 

 

Terzo Settore: stabilite per 2021 aree prioritarie di intervento e progetti finanziabili

Sono state stabilite, per il 2021, le aree prioritarie di intervento e i progetti finanziabili mediante le risorse per il Terzo settore.
Lo riporta Il Sole 24 ore che scrive "inclusione sociale, contrasto alla povertà e alla disuguaglianza di genere, agricoltura sostenibile sono alcuni degli obiettivi a cui dovranno ricondursi le attività degli enti del Terzo settore (Ets) finanziati con i fondi che, per il 2021, ammontano ad oltre 40 milioni di euro".

Stando all’atto del ministero del Lavoro (Dm 9 del 29 gennaio 2021), le risorse saranno ripartite tra iniziative e progetti di rilevanza nazionale e locale – a cui saranno assegnati, rispettivamente, 12.780.000 e 20 milioni di euro – e, in parte, destinate a contributi per l’acquisto di autoambulanze (7.750.000 euro) e contributi annuali per specifici enti associativi (2.580.000 euro). Finanziamenti, questi ultimi, che sebbene volti a sostenere attività non aventi carattere progettuale assumono significato in ragione dell’emergenza in atto e del ruolo del non profit già a partire dalla prima fase di contenimento e gestione della pandemia. 
"In questo senso – riporta ancora 'Il Sole 24 ore' – il decreto dà un segnale positivo agli Ets e risponde all’esigenza di sostenere iniziative in grado di favorire un recupero della relazionalità e un consolidamento della coesione sociale nelle comunità di riferimento, fortemente pregiudicate dall’epidemia da Covid-19".

Altra novità riguarda, poi, la platea degli enti beneficiari, in considerazione dell’imminente istituzione del Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), attesa per aprile di quest’anno (vale a dire decorsi 6 mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del relativo decreto istitutivo, Dm 106/2020). Una tempistica che dovrà essere tenuta in conto ai fini dell’individuazione degli Ets attuatori delle attività finanziabili. "Ciò nella circostanza – riporta il quotidiano – che la concreta applicazione a livello locale dell’atto di indirizzo in parola andrà a collocarsi tra il periodo transitorio – in cui Ets sono soltanto Onlus, organizzazioni di volontariato (Odv) e associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei relativi registri di settore) – e il momento di avvio del popolamento del Runts. Ai fini dell’avvio del Runts e della successiva qualifica di Ets occorrerà tenere conto della trasmigrazione automatica dei dati dai registri di settore nonché delle nuove iscrizioni degli enti".
Per il 2021 saranno infatti finanziati i progetti di rilevanza nazionale di quelle Odv, Aps e Fondazioni del Terzo settore che, in risposta all’avviso 2/2020, sono risultati idonei all’esito della procedura di valutazione, ma non ammessi al finanziamento per esaurimento delle risorse disponibili per il 2020. Una decisione, questa, che sembrerebbe rispondere all’esigenza di semplificare le procedure ed evitare una dispersione delle risorse messe in campo.

Si è riunita la Consulta Nazionale del Terzo Settore

Con una call aperta dal Presidente dell’ASI Claudio Barbaro e dal nuovo Direttore generale Alberto Ceccarelli, si è insediata la Consulta Nazionale del Terzo Settore, composta dai dirigenti centrali e periferici del Dipartimento Aree Extra Sportive – Terzo Settore dell’ASI.

“Si tratta di un passaggio importante nella strategia dell’ASI per estendere la propria attività dal campo sportivo a tutto il Terzo Settore. Con l’introduzione del RUNTS (Registro Unico del Terzo Settore), prevista per aprile prossimo, l’ASI sarà riconosciuta ufficialmente come Rete Associativa nazionale, ovvero come un organismo di rappresentanza, controllo e coordinamento degli enti non profit. E sarà una delle Reti più importanti presenti in Italia , assumendo quindi un significativo impegno per tutta la nostra area culturale e associativa. Per questo bisogna strutturale degli organi che si occupino del Terzo Settore con sempre maggiore competenza e spirito d’iniziativa. Non possiamo delegare alle solite centrali il compito di rappresentare questo mondo che invece deve trarre forza proprio dal suo pluralismo”, ha dichiarato Gianni Alemanno, Responsabile Nazionale del TS dell’ASI.

Hanno partecipato alla riunione della Consulta, oltre al Vicepresidente Emilio Minunzio e alla Direttrice Tecnica TS Luisa Santiloni,  anche i neo-nominati responsabili delle Aree e dei Settori Extra Sportivi e i Responsabili regionali del Terzo Settore.
Infatti nei giorni scorsi il Presidente Barbaro ha provveduto a nominare, con la ratifica della Giunta esecutiva, Ettore Barbagallo all’Area Ambiente, Francesco Quintiliani all’Area Cultura, Giulia Minunzio all’Area Sociale, Luisella Vitali all’Area Protezione Civile e Andrea Roberti all’Area Diritti e Legalità. Sono poi stati nominati i responsabili di Settore: Ettore de Conciliis ad ASI Gusto, Raffaella Tiribocchi a Cultura e Innovazione, Remo Pannain ad ASI Magia, Rita De Angelis alla Musica, Jacopo Ierussi alle Reti Sociali (Social Network), Ennio Drovandi ad ASI Spettacolo, Stefano Principe al Turismo responsabile e giovanile, Luigi Gnassi al Turismo sociale, Nicoletta Angelini alla formazione sociosanitaria, Luigi Ciavardini alle Attività in carcere e Michelangelo Gratton alla Comunicazione sociale. Infine i Presidenti dei Comitati regionali hanno nominato in ogni regione i relativi Responsabili regionali del Terzo Settore.

 

 
DIPARTIMENTO ASI TERZO SETTORE
Aree e settori extrasportivi
ORGANIGRAMMA
Responsabile Nazionale. Gianni Alemanno
Vicepresidente nel Consiglio Nazionale TS. Emilio Minunzio
Direttore Tecnico Nazionale.  Luisa Santiloni
 
RESPONSABILI NAZIONALE AREE E SETTORI EXTRA SPORTIVI ⬇︎
 
AREA CULTURA. Francesco Quintiliani
Settore Cultura e Innovazione. Raffaella Tiribocchi
Settore Magia. Remo Pannain
Settore Spettacolo. Enio Drovandi
Settore Musica. Rita De Angelis
Settore Turismo responsabile e giovanile. Stefano Principe
Settore Turismo sociale. Luigi Gnassi
Settore Reti sociali (social network). Jacopo Ierussi

AREA SOCIALE. Giulia Minunzio
Settore Attività in carcere. Luigi Ciavardini
Settore Formazione sociosanitaria. Nicoletta Angelini
Settore Comunicazione sociale. Michelangelo Gratton  

AREA AMBIENTE – Ettore Barbagallo
ASI Gusto. Settore Enogastronomico. Ettore de Conciliis de Iorio

AREA PROTEZIONE CIVILE – Luisella Vitali

AREA DIRITTI E LEGALITÀ – Andrea Roberti


 

Terzo Settore: Asi si augura che governo sia sensibile a tematiche privato sociale

ASI si augura che questo nuovo governo sia sensibile alle tematiche e alle necessità del Terzo Settore e che voglia davvero lavorare insieme ai soggetti che operano in questa area. Così come ha detto Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore – di cui ASI fa parte – per riuscire a portare a compimento una riforma, che allo stato attuale è sicuramente ancora incompleta, serve un impegno serio e concreto". Così ASI in una nota fa eco alle parole della portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore rivolte al premier Mario Draghi, affinché ci sia effettivamente un investimento strutturale sul privato sociale.

"Siamo fortemente convinti – prosegue la nota – che la sfida per la costruzione di un modello di sviluppo inclusivo sostenibile e funzionante passi proprio da questo. Dal dare finalmente al Terzo Settore una forma di protagonismo che è nei fatti, ma che ancora stenta ad essere riconosciuta a livello normativo e a livello di aiuti", conclude ASI.