Il “Premio Bontà” dell’Unci di Udine nasce per valorizzare le persone e le realtà associative che si impegnano nel volontariato e nella solidarietà a sostegno dei più fragili e della comunità, giunto alla sua 22° edizione viene attribuito al gruppo volontari “Gherardo Pitotti” di Povoletto e al Pegasus ASI Prociv Friuli di Tavagnacco, nostro affiliato.
La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta presso il Palazzo D’Aronco di Udine, presente il Grande Ufficiale dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia-sezione di Udine, Carlo Del Vecchio a fare gli onori di casa: “Durante l’arco dei suoi vent’anni – ha spiegato -, il Premio Bontà ha messo in luce tanti atti di generosità: è un doveroso tributo alle persone impegnate in ogni parte del mondo nei diversi campi dell’assistenza, del volontariato e nella realizzazione di opere umanitarie, con la tenacia tipica del popolo del nostro Friuli”.
Numerose le autorità militari e civili presenti in sala, tra cui il Presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin: “Il Premio Bontà città di Udine è in felice controtendenza con una società che sembra andare nella direzione opposta, quella del menefreghismo e dell’individualismo – ha sottolineato -, atteggiamenti troppo spesso alimentati dai social. Per questo è tanto meritevole l’iniziativa dell’Unci, che è riuscita a superare anche la lunga impasse della pandemia e si ripropone all’attenzione dell’opinione pubblica. Ad accomunare i premiati è infatti l’attenzione all’altro, la spinta a ricercare il bene comune. Che poi dovrebbe essere il compito principale anche per noi amministratori della cosa pubblica”.
A Monte San Giovanni Campano presso la Nocs School del maestro Domenico Veronesi, si è svolto il secondo appuntamento di “Contatto 360°” un format dedicato all’approccio conoscitivo della gestione dell’ansia svolto da un gruppo eccezionale di professionisti.
Il dottor Gianpiero Strangio, psicologo, Massimo Ciriello, massoterapista e posturologo, Rossana Checchi, osteopata e naturopata, hanno affrontato l’argomento spiegando come riconoscere l’ansia, affrontarla e gestirla. Durante il seminario i docenti hanno svolto anche degli esercizi pratici, cominciando da quelli posturali seguiti dal dottor Massimo Ciriello e concludendo con la mindfulness, ossia la meditazione, per la consapevolezza di sé stessi e il concetto del qui ed ora, svolti dal dottor Gianpiero Strangio.
La dottoressa Chicchi ha trasportato i partecipanti nel mondo dei Fiori di Bach, che vengono utilizzati in floriterapia principalmente come sostegno naturale contro stati emotivi negativi e ricorrenti (ansia, depressione, panico, paura, tristezza…) non patologici, soffermandosi su quelli più efficaci per affrontare e gestire nel migliore dei modi questo fenomeno.
Al Seminario erano presenti i dirigenti nazionali di ASI Fabio Bracaglia e Domenico Veronesi che hanno voluto fortemente appoggiare questo progetto e lanciarlo a livello nazionale. “È stato per me un piacere come Presidente della NOCS School ospitarli nella mia scuola – spiega Veronesi – e un pregio appoggiare il loro progetto come dirigente nazionale di ASI. Agli inizi di febbraio si terrà il terzo incontro”.
Enio Drovandi: un omaggio alla Vita… Siamo nel 1989, precisamente il 6 ottobre e la vita di Enio Drovandi procede nel verso giusto, soprattutto dopo aver preso accordi per condurre Domenica In nel gennaio successivo: ma è proprio quel giorno che la medaglia si rovescia. Enio viene trasportato all’ospedale dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale che gli costa quasi la vita. I medici lo danno inizialmente per spacciato. Enio non si arrende, si riprende, è vivo, ma la sua carriera no. Gli vengono chiuse diverse porte in faccia, ma lui continua con tutte le forze che possiede esibendosi a teatro e alternando la palestra per rimettersi fisicamente.
La festa della vita. Nasce così la Festa della Vita, un evento che quest’anno compie 31 anni. Molte prestigiose testate, come il londinese The Times o lo spagnolo El Pais, riportano la notizia, catalogandola come un’esclusiva italiana, poiché in nessun’altra parte del Mondo e per così tanti anni esiste un evento che richiama ogni anno centinaia di persone uniti a festeggiare semplicemente l’Esistenza.Dopo i due anni di Covid, l’evento si è potuto finalmente svolgere e festeggiare questa volta a Roma presso il Salaria Sport Village con mille invitati, provenienti da tutta Italia. L’attore e regista pistoiese ha accolto i presenti con un dono e soprattutto con una serata all’insegna della spensieratezza, musica balli e tanto altro che hanno fatto da cornice a questa partecipatissima festa.
Grazie ai disegni di Mauro D’Amico la storia di quell’incidente è stata ricostruita in un fumetto presentato durante la festa.
Durante la Festa della Vita, un pensiero anche per le donne dell’Iraq. Non è mancato un momento solidale, quando Enio, per sostenere le donne dell’Iran, si è sono tagliato una piccola ciocca di capelli, incoraggiato da Yasmin Pucci, nipote diretta dello Scià dell’allora Persia. Hanno aderito, come ogni anno, molte donne e molti uomini di spettacolo tra cui: Paolo Conticini, Dario Ballantini, Sergio Brio, Nadia Bengala, Rossella Izzo, Gianni Ansaldi, Giovanni Veronesi, Pippo Franco e tanti altri.
Si è trattata dunque di una vera e propria festa ma anche un momento di aggregazione per il Settore di Asi Spettacolo che ha devoluto un notevole contributo in beneficienza.
“Quest’omaggio all’Esistenza è chiamato in vari modi: Festa, Compleanno della o per la Vita… ma in ogni caso è dal 1990 che festeggiamo il nostro essere vivi! Io ne sono il testimonial poiché adesso è la festa di tutti voi. Ricordiamoci sempre che le amarezze che ci affliggono ogni giorno e per le quali ci lamentiamo, le vorrebbero avere quelli che ora non ci sono più. La vita è quella cosa meravigliosa e stupenda che ci accade e ci succede ogni giorno mentre siamo intenti a pensare ad altro. Meditate gente, viva la vita, tutta la vita!”.
Ci saluta così Enio Drovandi, Responsabile e Testimonial Nazionale di ASI Spettacolo, che attualmente sta lavorando al progetto per il suo nuovo film dal titolo “Guance Rosse”, ricordando che, laddove ci si sente perdenti, è proprio in quel momento che si può essere vincenti.
La carriera
Con il cast di Amici mieiCon Roberto Benigni
La carriera cinematografica di Enio Drovandi inizia con Miracoloni, per la regia di Francesco Massaro, e altri ruoli minori accanto ad attori affermati dell’epoca, fra i quali Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Renzo Montagnani e Adolfo Celi, in Amici miei – Atto II, Lino Banfi in Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande regia di Sergio Martino, Diego Abatantuono in Eccezzziunale… veramente regia di Carlo Vanzina, Johnny Dorelli in Dio li fa poi li accoppia regia di Steno, Laura Antonelli in Viuuulentemente mia regia di Steno, Roberto Benigni che è anche regista in Tu mi turbi, e Le due vite di Mattia Pascal regia di Mario Monicelli, Lory Del Santo in W la foca regia di Nando Cicero. Ha interpretato diversi ruoli in film quali Sapore di mare di Carlo Vanzina, Sapore di mare 2 – Un anno dopo di Bruno Cortini, Sogni e bisogni di Sergio Citti, Speriamo che sia femmina e I picari di Mario Monicelli. È presente in commedie all’italiana degli anni Ottanta, Novanta e Duemila. Nell’ambito televisivo ha interpretato ruoli da protagonista in fiction come: I ragazzi della 3ª C diretto da Claudio Risi, Ferragosto OK regia di Sergio Martino, Tutti in palestra regia di Vittorio De Sisti, Classe di ferro regia di Bruno Corbucci, Lo zio d’America 2 regia di Rossella Izzo, Un ciclone in famiglia regia di Carlo Vanzina. Nell’ambito teatrale esordisce nella commedia con Fabrizio Bracconeri in W le miss, in A noi piace così con Fabio Ferrari, attore protagonista in Se il maniaco viene a cena e Il maniaco 2 la vendetta per la regia di Salvatore Scirè e altri spettacoli. È stato regista di Permette questo ballo?, il musical Sapore di mare, Siamo tutti piri doc, L’amore pazzo a Pistoia, Orgogliosi di esser toscani, Pago quando ho caldo.
I quarant’anni di Sapore di mare
Il film di Carlo Vanzina “Sapore di mare” compie 40 anni ed ha rappresentato un classico della cinematografia degli anni ’80 dove Enio Drovandi interpreta Cecco, il fotografo. A Forte dei Marmi, nell’estate 1964, si incrociano le storie di diverse famiglie e in particolar modo dei loro figli, provenienti da diverse città italiane. Su tutte spicca la famiglia milanese di Luca e Felicino, che ormai è una presenza fissa sulle spiagge toscane. Vi è poi il genovese Gianni, che nonostante sia fidanzato con Selvaggia viene messo in grande difficoltà quando si innamora di Adriana, un’amica dei suoi genitori. Da Napoli arrivano invece i fratelli Paolo e Marina, venuti a Forte dei Marmi per la prima volta assieme ai propri genitori. Il primogenito Paolo si innamora di Susan, la fidanzata di Felicino, mentre Marina è protagonista di una scanzonata storia d’amore con Luca. Altri membri della compagnia e comprimari delle tante avventure vissute dai ragazzi nel corso dell’estate sono Giorgia, migliore amica di Selvaggia, Maurizio, il fotografo Cecco e i marchesini Pucci, coppia di gemelli presa di mira da Luca che vi ironizza spesso sopra. Le ultime settimane della stagione estiva passano però in fretta e con questa si concludono anche le storie di tutti i membri della comitiva di amici. Gianni interrompe la propria relazione con Selvaggia perché innamorato di Adriana, ma si scoprirà che questa ha flirtato con lui soltanto perché voleva sentirsi ancora giovane. Adriana ne parla con Selvaggia, durante la festa di compleanno di questa, dove c’è anche Gianni, con cui si è riconciliato, convincendola che è ancora il ragazzo giusto per lei e tra i due torna il sereno. Felicino, invece, scarica Susan perché disinteressato nel proseguire la relazione, cosa che spinge Paolo a tentare di dichiararsi a Susan, ma senza successo. Infine Luca viene raggiunto dalla sua ex fidanzata di Milano e parte con lei per trascorrere l’ultima settimana d’estate in campagna. Prima di partire incontra Marina, all’oscuro di tutto, e tronca la loro relazione. Diciotto anni dopo, nell’estate del 1982, tutti i protagonisti si ritrovano inaspettatamente nello stesso locale che frequentavano anni prima da ragazzi. Qui si scopre il loro destino: Paolo è riuscito a dichiararsi a Susan e i due si sono sposati; Gianni, invece, non è sposato e lavora come giornalista; Selvaggia è reduce da un matrimonio terminato e ora vive assieme al suo nuovo compagno; mentre Adriana trascorre l’estate assieme al figlio adolescente. Marina, invece, è anche lei sposata e rivede dopo tanti anni Luca, il quale inizialmente non la riconosce, ma si fa perdonare poco dopo scrivendole un biglietto, per poi guardarla uscire dal locale con un’espressione amareggiata in volto ripensando alla loro relazione di diversi anni prima.
Immerge palloni di varie dimensioni nei colori per poi palleggiare sulle tele e creare le sue opere…
Informale. Forse. Poi ti fermi, guardi, ci pensi un attimo e si apre uno spiraglio. Guardi ancora e lo spiraglio non più il soffio di un dubbio leggero. Palleggiare su tela. Esatto, non di campo qui si parla, ma di altro. Arte, informale a prima vista, ma la prima l’impressione fugge veloce proprio come un pallone da basket che trova rimbalza tra mano e parquet una e poi ancora una volta, fino a trovare dinamica e traiettoria, alzarsi al cielo e piombare a canestro.
L’arte di Baruz, al secolo Matteo Baruzzo, steet artist, cresciuto a pallacanestro e poi ammaliato dallo street basket, è infatti tutto meno che informale.
Innovativo lo stile, che trova la sua forma immergendo palloni nei colori per poi con questi dipingere su lastre di parquet riciclato proprio da campi da basket. Il risultato, che a prima vista ti sembra frutto di informalità, assiepa invece tratti e impronte sino a disegnare figure riconoscibili a tutti. In questo caso 33 atleti, o meglio 33 Miti che hanno lasciato traccia indelebile del proprio percorso sportivo.
33 che non è un numero a caso, ma l’articolo della Costituzione che nella precedente legislatura ha mancato di un piccolo passo la procedura di modifica costituzionale che lo avrebbe visto recepire il valore dello Sport nei valori fondamentali tutelati dalla nostra Carta.
Intervento del nostro Presidente Claudio Barbaro. Con lui, da sinistra, Luigi Abete, Georgiana Ionescu organizzatrice della mostra, l’artista Baruz, Silvia Salis Vicepresidente del CONI, l’On. Federico Mollicone Fondatore di ICAS (Intergruppo parlamentare Arte e Sport) e Giorgio Sotira, CEO di Civita
Un percorso di ampia condivisione parlamentare al quale è mancato solo il tempo, ma che senza dubbio verrà ripreso dal nuovo Parlamento. Questo è l’auspicio di tutti e su questo auspicio Baruz ha costruito la mostra “I Miti. Lo sport entra in costituzione” curata da Georgiana Ionescu, patrocinata da ICAS e CONI, organizzata da Civita Mostre e Musei e ArtSharing con la sponsorizzazione tecnica di Adisport e Fondazione Ludovico degli Uberti, aperta al pubblico sino al 6 novembre 2022 presso il Salone d’Onore del Palazzo H della sede del CONI.
Le tavole di Baruz propongono al visitatore un percorso guidato tra suggestioni estetiche, dove Francesco Totti, ottavo di Roma, che poi vuol dire quasi del Mondo, re non di scettro, ma di regal cucchiaio, dialoga a distanza con Gianni Rivera, ragazzo di oratorio, diventato il Golden Boy, una benedizione per il calcio italiano con i suoi ventitré anni di palloni inseguiti e calciati, di uomini dribblati, di reti gonfiate in solo due maglie. Talmente grandi i due che ben valeva la pena di uscire dal percorso olimpico che ha guidato l’ispirazione per la maggior parte delle altre opere esposte.
È così che Baruz tributa onore alla scherma, disciplina che ha appuntato il maggior numero di metalli al medagliere azzurro, esponendo Bebe Vio, campionessa, certo, ma anche esempio che ogni volta che in pedana affonda una stoccata ricorda a tutti di non smettere mai di inseguire un sogno. E poi Valentina Vezzali, azzurra che di fioretto e di grazia è la più medagliata in singola disciplina, superata solo da Edoardo Mangiarotti, re di medaglie, destro e sinistro, ma lui di spada e fioretto che al tempo si poteva ancora fare. E poi la velocità. Quella di Valentino Rossi con il suo 46 che non è un numero ma un destino fatto di respiri sospeso in curve divorate, di frenate in scia, di giri matti come nessuno. Bellezza di motore dinamica futurista fatta persona. Quella di Pietro Mennea, Freccia del Sud, ma soprattutto il dito che tocca il cielo, ragazzo che arremba il futuro fino a diventare più veloce del futuro stesso fermando per 17 anni il tempo dei 200 in 19,72 secondi. E naturalmente quella di Marcel Jacobs, del suo 9,80 olimpico sui 100, il miracolo di uno che aveva iniziato a gareggiare saltando in lungo e che è diventato l’uomo veloce da battere.
Ma questi sono solo alcuni dei Miti di Baruz. Gli altri, da Sara Simeoni ai fratelli Abbagnale, da Martin Castrogiovanni a Matteo Berrettini, da Juri Chechi a Lea Pericoli, da NinoBenvenuti ad Alex Zanardi e agli altri che non nominiamo per non rubarvi il sapore della scoperta, vi aspettano al Salone d’Onore del CONI.
Sarà una visita sorprendente.
[ Marco Panella ] Corsivista, storico
e curatore dei testi per la mostra
Le opere di Baruz
La mostra, curata da ArtSharing, Civita e patrocinata da ICAS (Intergruppo parlamentare Arte e Sport) e CONI, vede esposte le opere di Matteo Baruzzo in arte ‘Baruz’, classe ’93, romano, street artist, musicista e giocatore di streetbasket.
Ha frequentato l’Università del Foro italico, triennale in scienze motorie e specialistica in management dello sport con la tesi sulla creazione di Campionati 3×3 che gli ha permesso da poco di aprire una lega italiana pallacanestro 3×3: “Mi sono laureato all’Università degli Studi di Roma del Foro Italico, a pochi passi dal Salone d’Onore del Palazzo H. Tornare lì, come ospite, con una mostra che riguarda proprio lo Sport, la mia prima passione, e l’Arte, dedicata in questo contesto proprio allo Sport, è un traguardo molto importante”, così ha dichiarato Baruz.
Baruz è noto per una tecnica unica che l’artista stesso chiama “palleggio su tela”: immerge infatti palloni di varie dimensioni nei colori per poi palleggiare sulle tele e creare le sue opere. L’artista ha già presentato questa sua tecnica che è stata esposta alla Biennale di Venezia del 2021, con l’opera Heartball.
Grande successo per gli eventi rievocativi delle associazioni ASI.
Si è svolto sabato 8 ottobre a Priolo Gargallo il “III Priolo Medieval Festival” organizzato dall’Agro Priolese APS, presieduta da Giuseppe Fichera. L’evento ha lo scopo di valorizzare le tradizioni e la rievocazione storica, le realtà commerciali, gli artigiani e gli artisti Priolesi, ma soprattutto unire stili, vessilli e passioni diverse in un unico luogo, per creare un connubio irripetibile tra diverse associazioni che si occupano di rievocazione storica.
La manifestazione ha fatto rivivere scene di vita medievale con la presenza di diverse “taverne” con Laberna APS di Enna e la Taverna del Folletto Brillo da Lentini, prelibatezze tutte da assaporare, con la gastronomia Priolese della Tarascio, il VIC27 e Ianní Sicilian Bakery. L’attenzione si è poi spostata sui vari gruppi, provenienti da tutta la Sicilia, che all’interno del parco “La Pineta” di Priolo Gargallo, hanno dato vita al Villaggio Medievale e a diverse esibizioni.
Tra i presenti ricordiamo i Musici e Sbandieratori di Noto, Musici Piazza Medioevale di Piazza Armerina, degli Sbandieratori di Gela e del Corteo Storico e i Musici e Sbandieratori Agro Priolese. Non sono mancati nettari di altri tempi, tra il fuoco di Nino Scaffidi e musiche tutte da ballare in vero stile medievale. Ad amalgamare il tutto era presente il menestrello Giuseppe Spicuglia che narrava le gesta di gruppi e artisti. Il parco ospitava anche la scuola d’arme Agro Priolese e l’arcieria, la Giostra medievale dell’Associazione Madrigale e gli stage sulle erbe officinali della Compagnia del Vespro. Erano presenti all’evento le autorità locali, il vicesindaco, gli assessori e il presidente del consiglio comunale, nonché il Presidente della Federazione Storica Siciliana APS Claudio Maltese. In chiusura dell’evento, in rappresentanza dell’ente, è intervenuto il Presidente Provinciale ASI Caltanissetta, e Responsabile Regionale della Formazione, il dott. Salvatore Spinello, che ha esordito facendo i complimenti per l’eccelsa organizzazione a Giuseppe Fichera in rappresentanza di tutta l’Agro priolese APS, a Gianfranco Rafalà, direttore artistico dell’evento, nonché presidente di FareMusica APS, anch’essa presente, ed in seguito ha espresso grande felicità nel vedere così tante associazioni collaborare insieme con un unico obiettivo, ovvero far conoscere il passato della nostra terra alle nuove generazioni. Ha concluso il suo intervento ribadendo come l’ente sarà sempre a supporto di ogni attività formativa, laboratoriale e di eventi.
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