Quarta edizione de "La Normanna": vincono il keniota Bernard Chumba e la marocchina Lamachi

Dopo tanti mesi di dura preparazione, si è finalmente svolta la quarta edizione della Normanna, gara podistica internazionale che si corre a Mileto in un circuito cittadino, omologato Fidal, di 10 km.
È stata una gara fantastica, superlativa e, probabilmente, la migliore tra tutte le precedenti edizioni. A vincerla sono stati il keniota Bernard Chumba e la marocchina Meriyem Lamachi.
La manifestazione si è svolta martedì 18 agosto e già alle 6 del mattino, per le vie di Mileto, c'era fermento e partecipazione. Alle 14 il via alle gare.
Piazza Pio XII e tutto il percorso gara, si sono vestiti a festa e hanno accolto tutti i presenti, atleti venuti a partecipare alle gare e spettatori pronti ad appaudirli.
La prima gara è stata la non competitiva di 3000 metri aperta a tutti: uomini, donne, artisti, bambini e bebè in passeggino. Gradita la presenza di Santino Mineo, presidente della Libertas e grande uomo di sport.
Poi è stata la volta della gara competitiva femminile over SM60, che quest'anno, vista l'omologazione Fidal, è stata di 10000m, su un circuito nuovo rispetto alle passate edizioni. La prima a tagliare il traguardo è stata la marocchina Meriyem Lamachi che ha chiuso in 35:11, seconda la keniota Eunice Chebet 36:24, terza l'altra keniota Faith Kimutaj 36:53, quarta la nostra grande atleta calabrese Palma De Leo.
Alle 19:00 è infine partita la gara top, Ludovico Nerli Ballati, lo speaker, ha chiamato uno ad uno i runner.  Bernard Chumba, Jean Marie Uwajneza, Jaouad Zain gli italiani Giuseppe Gerratana, Alessandro Brancato, Pasquale Rutigliano, Danilo Ruggiero, Gilio Iannone, Balduino Scarfone e via via tutti gli altri.
Gli atleti sono partiti subito fortissimi e si sono dati battaglia  dal primo giro.
Il pubblico ha partecipato animatamente e sostenuto tutti, in particolare il giovane siciliano Gerratana.
La classifica finale ha quindi visto al primo posto Bernard Chumba con 29:36 seguito da Jean Marie Uwajeneza (29:41) e terzo Giuseppe Gerratana con30:03.
Al grande spettacolo offerto dagli atleti si è aggiunto quello dei balli di "Rosetta e Benitu i Giganti di Militu", che hanno deliziato con il loro balletto tutti i presenti.
La bella serata miletese è andata avanti con le premiazioni a cui erano presenti il Vescovo della Diocesa Mileto-Nicotera -Tropea Mons. Luigi Renzo, il Sindaco Del Comune di Mileto Antonio Crupi insieme al Presidente del Consiglio Iolanda Loiacono l'assessore Pasqualina Arena,e l'assessore al bilancio Francesco Schimmenti,  il Presidente della BCC di San Calogero e Maierato Antonino Barone, il Presidente Regionale Fidal Ignazio Vita insieme al Vice presidente Neri, il Vicepresidente Nazionale ASI Tino Scopelliti ed il Presidente Libertas Santino Mineo.
La giornata di sport vissuta a Mileto è stata senza dubbio memorabile per tutta l'atletica calabrese, una giornata in cui un parterre di atleti di grande fama nazionale ed internazionale ha reso importante la città, antica capitale normanna ed ha fatto assistere ad uno spettacolo unico e memorabile che lascerà nel cuore di tutti, atleti e non, un segno indelebile.

Ecco come è andata la terza tappa del Campionato Nazionale Sup Surfing ASI/FISS 2015

La FISS Federazione Italiana Sup Surfing e Surf tradizionale interpreta da sempre il Sup Surfing come uno sport del tutto simile ed analogo al Surfing Tradizionale,con la sola variante di essere praticato sempre in piedi.

Per questo è stata la prima in Italia a disputare un contest nella stessa giornata di Shortboard Tradizionale e Sup Surfing. Il risultato è stato ottimo sia a livello spettacolare che di pubblico.
Più di venti atleti che si sono affrontati nella terza tappa del Campionato Nazionale di Sup Surfing ASI/FISS 2015tra onde solide e con una dimensione degna di un contest.

Dopo la fase eliminatoria si sono trovati in finale: Giacomini, campione in carica, lo junior Caracciolo e due nuovi atleti FISS 2015 Cabrina e Fiorino. 
Giacomini ha portato a casa con esperienza il risultato, surfando diverse onde fino alla riva e presentando su di esse manovre fluide in velocità. 
Al secondo posto Fiorino, terzo Cabrina e quarto lo junior Caracciolo che sta pian piano dimostrando le sue qualità.

La terza tappa con i suoi risultati rappresentava l'ultima del Campionato Regionale, cui seguirà la finale nazionale Sup Surfing, da cui uscirà il Campione Italiano di categoria 2015.

Rio Test Event: vento leggero poche regate. Azzurri ok

L’assenza di vento continua a condizionare l’Aquece Rio International Sailing Regatta 2015, il Test Event delle classi olimpiche in corso di svolgimento a Rio de Janeiro. Il programma della quinta giornata prevedeva un totale di 28 regate per tutte le classi, anche per recuperare le prove perse nei giorni scorsi. Ancora una volta, però, sono state le brezze leggere e instabili, sia fuori che dentro la baia di Guanamara, a determinare lo svolgimento delle regate. Così se ne sono concluse soltanto 11.

Nono stante le condizioni meteo la Squadra Italiana diretta da Michele Marchesin è stata ancora una volta protagonista. Francesco Marrai, il giovane livornese che è sceso in acqua con la pettorina rossa da numero uno della classifica, ha piazzato un ottimo secondo posto nell’unica prova disputata dai Laser Standard, risultato che gli consente di consolidare la sua leadership. Sono tornate al primo posto Giulia Conti e Francesca Clapcich nella classe 49er FX, grazie a un ottavo di giornata e ai contemporanei risultati negativi delle avversarie dirette.

Molto bene anche Mattia Camboni nell’RS:X (terzo) e l’equipaggio azzurro del Nacra 17 formato da Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, tornato finalmente ai livelli abituali e risalito fino all’ottavo posto della classifica generale con un 4-3 di giornata. Gli altri italiani: Silvia Zennaro (Radial) è 21ma, Flavia Tartaglini (RS:X F) 13ma e Stefano Cherin-Andrea Tesei (49er) sono 19mi.

Fonte: Coni.it

Spariscono i Generals, la squadra più perdente dello sport

Grazie, non ci servite più. Non lo sapevano, i Washington Generals. No, non sapevano che dopo 60 anni e oltre 16 mila batoste sul campo – assoldati e remunerati per essere semplici sparring partner a perdere – ci può essere in agguato una sconfitta perfino peggiore di quelle di routine: la sparizione. Decisa, e questo è il lato perfido, grottesco e paradossale della storia, da chi ti teneva in vita per alimentare il proprio mito: parliamo degli Harlem Globetrotters, un manifesto del basket che resiste anche all’esplosione planetaria della Nba; i prestidigitatori della palla a spicchi che sono riusciti addirittura ad arruolare Jesse Owens, il re nero dell’atletica, quattro medaglie d’oro davanti a Hitler ai Giochi del ‘36. 

Ultima partita, e ultima sconfitta, l’1 agosto. Poi, sipario sulla squadra più perdente dello sport. Ad ogni modo, pare che gli Harlem adesso desiderino misurarsi con avversari «autentici». Di mezzo, of course, un mucchio di quattrini: quando ricavi 40 milioni di dollari in un anno (dati 2013) con una crescita esponenziale certificata da Forbes, è meglio non scherzare con i falsi. Così John Ferrari, padrone, allenatore, manager dei Generals, ha ricevuto la telefonata di licenziamento e sul sito web ha messo un annuncio che sa di necrologio: «Ringraziamo tutti quanti hanno tifato per noi». Manca il requiem, ma fa lo stesso. Peraltro i Washington Generals – che poi non sempre si sono chiamati così, essendo stati anche Boston Shamrocks, New Jersey Reds, Baltimore Rockets o Atlantic City Seagulls – avranno mai avuto dei sostenitori? Difficile pensarlo. Nei pochi minuti di show (show?) a loro concessi, la gente se ne stava muta.

E le loro apparizioni erano al limite del mobbing: entravano in campo, subivano i canestri e le angherie degli Harlem (dalle prese in giro in palleggio alle braghe abbassate a tradimento), perdevano e salutavano. Era funzionale pure questo a far risaltare il talento di maghi come Meadowlark Lemon, Reece «Goose» Tatum, Fred «Pelato» Neal, Marquis Haines, Hubert «Geese» Ausbie , Jamario Moon, Wilt Chamberlain (che nella vita cestistica «vera» segnò 100 punti in un incontro Nba), icone di una formazione che si è esibita perfino allo stadio Lenin davanti a Nikita Kruscev e al Politburo sovietico oltre che, in privato, al cospetto di tre Papi, Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI. 

Capitò solo una volta che la storia non andò secondo copione: una sera del 1971 in Tennessee gli Harlem scherzarono troppo, andarono sotto di 12 a 2 minuti dalla fine e persero 100-99 nonostante la sirena suonata in ritardo. Dopo 2495 k.o., i gialloverdi avevano battuto l’avversario che ha trasferito la bandiera degli Usa sulla divisa da gioco: «I tifosi ci guardarono come se avessimo ucciso Babbo Natale», osservò Louis Klotz il loro fondatore. 
Poveri Generals, ci mancheranno. Ma non è detto che un giorno i Globetrotters non si pentano di averli «killerati»: magari si scoprirà che la loro fama non era slegabile dal ridicolo mandato in campo da quei remissivi mestieranti. 

Fonte: Corriere.it

Indice di sportività: il nord batte il sud

Società sportive, tesserati, campionati e classifiche, risultati nelle discipline individuali; e, ancora, lo sport in relazione alla realtà sociale e al sistema economico, senza dimenticare la formazione, l’informazione sportiva e la storia. Tutto in 33 indicatori statistici che sono alla base dell’“Indice di sportività 2015” (frutto della collaborazione tra Il Sole 24 Ore e Gruppo Clas) giunto quest'anno alla nona edizione.



La classifica finale incorona la provincia di Firenze che torna al vertice dello sport italiano, dove era già stata nel 2008. Trento, campionessa lo scorso anno, come nel 2007 e nel 2011, rimane sul podio, ma deve accontentarsi del secondo gradino. La leadership nella specifica classifica “Sport e bambini” e in quella degli “Juniores”, con l’aggiunta di altri sette podi nelle diverse classifiche, non sono sufficienti a compensare alcune lacune, in primo luogo quella pesantissima nel “calcio professionistico”. Rimane sul podio Genova, che scende dal secondo al terzo gradino. La pallanuoto e lo sport amatoriale la portano ai vertici delle classifiche di specialità, ma alcuni piazzamenti negativi (volley e ciclismo, soprattutto) sono penalizzanti.



Conferme, new entry e cali 

Grande balzo in classifica di Torino (dal 29° al quarto posto) grazie ai successi della Juventus, ma soprattutto all’organizzazione di numerosi eventi in qualità di “Capitale europea dello sport 2015”. Modena si inserisce al quinto posto recuperando molte posizioni (era 20ª lo scorso anno); con due squadre in serie A (Carpi e Sassuolo) e una in B (Modena) primeggia nel calcio professionistico, ma sa anche mettere a segno performance di rilievo in altre discipline e in alcuni aspetti sociali dello sport. Nella top ten anche Bolzano (sesta, ma era quarta lo scorso anno), Bologna (dalla 17ª alla settima posizione), Livorno (dal 25° all’ottavo posto), Trieste (dal 21° al nono posto) e Vicenza, che si mantiene decima. Nella Top Ten, dunque, quattro territori sono del Nord-Est, due del Nord-Ovest e due a testa appartengono a Toscana ed Emilia.



La provincia di Macerata, trainata nel 2014 dallo scudetto del volley maschile, non si ripete e scende al 22° posto; ancora peggio fa Ancona (da quinta a 26ª), a sottolineare l’anno di “recessione” delle Marche, con perdite di posizioni ovunque. Fuori dalle prime dieci anche Brescia e Varese (per la Lombardia è stato un anno difficile, con diffusi peggioramenti per molte province), Treviso e Perugia. Mentre nelle prime 20 il Mezzogiorno è rappresentato solo da Cagliari al 12° posto; occorre scendere al 35° per trovare Teramo che precede Sassari. Pescara è 46ª, Messina 55ª. Solo cinque, quindi, le realtà del Sud nella parte “sinistra” della classifica (stesso numero nel 2014). Uno scenario negativo senza segnali di ripresa: nelle ultime 20 posizioni del ranking generale si trovano ben 19 province meridionali, con Asti, 97ª, unica eccezione. Sono solo sette le province del Sud che salgono sui podi di specialità, con un’unica leader: Sassari nel basket, grazie allo storico scudetto maschile della Dinamo (ma, negli sport che non hanno una graduatoria interamente dedicata, l’Amsicora Cagliari fa addirittura un bis prestigioso, vincendo lo scudetto dell’hockey su prato a livello sia maschile che femminile).



Uno sguardo più ampio al medagliere vede al primo posto Bolzano (cinque ori, un argento, tre bronzi) che precede Genova (3-3-1), Trieste (3-1-1) e Trento (2-3-4).



Il ridimensionamento 

In complesso troviamo sul podio 44 territori, un numero inferiore ai 48 nel 2014 e ai 58 nel 2013, e ciò indica un sensibile ridimensionamento della “distribuzione” delle eccellenze. Emilia Romagna e Toscana hanno otto province medagliate a testa. Decisamente ridotta – tra le aree di maggior dimensione – la presenza della Lombardia (tre province su 12), del Piemonte (due su otto), del Lazio (due su cinque) e del Veneto (tre su sette). Peggio di tutte Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, che non hanno neanche una rappresentante fra le prime tre di ogni classifica.



Proseguendo con l’analisi a livello regionale, è interessante osservare le province “campioni” e il loro posizionamento nel ranking nazionale (si veda la grafica sotto). Non sono poche le “leader locali” che occupano posizioni di scarso rilievo: è il caso di Catanzaro in Calabria (89ª in Italia), di Campobasso in Molise (88ª), di Matera in Basilicata (73ª) e di Benevento in Campania (71ª). Bari è campione in Puglia (con il 57° posto nazionale) e Messina in Sicilia (con il 55°).



Roma precede le altre province laziali e guadagna otto posti a livello nazionale (era 24ª e ora è 16ª). L’altra grande metropoli, Milano, non si afferma nella sua regione (la capolista lombarda è Brescia, 17ª) ma si porta dal 30° al 20° posto.



Una nota, infine, per le province che guadagnano posizioni e, viceversa, per quelle che scendono rispetto al 2014. Teramo recupera 27 posti (ma le sue performance potrebbero essere in parte offuscate dalla vicenda gudiziario-sportiva in cui è coinvolta la locale squadra di calcio), Arezzo 26 e, come già detto, Torino 25. Un miglioramento di 20 posti tocca a Forlì-Cesena. Como e Gorizia guidano invece il gruppo delle province in flessione: per entrambe un calo di 22 posizioni in classifica, mentre Chieti e Ancona ne perdono 21.



(*) Ricercatori Gruppo Clas



Fonte: Ilsole24ore.com