11.11.2024
Fisco
Safeguarder e le sue funzioni
Il safeguarding è una disciplina giuridica e organizzativa che mira alla protezione dei soggetti vulnerabili in ambito sportivo, in particolare dei minori. Questa materia, introdotta e regolamentata dai decreti legislativi n. 36 e 39 del 2021, rappresenta uno dei pilastri della riforma dello sport in Italia e richiede l’adozione di Modelli Organizzativi e Codici di Condotta, oltre alla nomina del Safeguarder, figura responsabile delle politiche di tutela. Il safeguarding punta a creare un ambiente sicuro e inclusivo, limitando ogni forma di abuso, discriminazione e violenza.
Adozione di Modelli Organizzativi e Codici di Condotta
Per assicurare una protezione effettiva, il decreto legislativo n. 36/2021 impone alle organizzazioni sportive di adottare Modelli Organizzativi e Codici di Condotta specifici. Questi strumenti sono obbligatori e dovevano essere adottati entro il 30 agosto 2024. Si tratta di linee guida interne che rispondono a principi di responsabilità e trasparenza, adeguati alle peculiarità di ciascun contesto sportivo. La loro funzione è di prevenire e contrastare atti di abuso, violenza e discriminazione e di formalizzare i comportamenti attesi da atleti, tecnici e dirigenti.
Le Funzioni del Safeguarder
Il ruolo del Safeguarder, obbligatorio per legge, è cruciale nell’applicazione delle politiche di safeguarding. Le sue funzioni si articolano in tre aree principali: prevenzione, monitoraggio e intervento.
- Prevenzione
La prevenzione è l’elemento centrale del safeguarding, e il Safeguarder ha il compito di implementare iniziative che riducano al minimo i rischi di condotte abusive o discriminatorie. Il primo passo consiste in un’analisi approfondita del contesto sportivo, per identificare le situazioni potenzialmente pericolose. Ad esempio, i rischi possono riguardare l’accesso agli spogliatoi, la gestione delle sessioni di allenamento con minori o i comportamenti inappropriati dei tesserati. Un modello preventivo efficace richiede un piano formativo continuo per tutto il personale sportivo. Ciò include corsi obbligatori per allenatori, dirigenti e collaboratori, che devono ricevere istruzioni chiare sulle modalità di interazione con i minori e su come gestire eventuali segnalazioni di abusi. Le organizzazioni sportive devono inoltre prevedere specifiche norme di condotta, come l’obbligo di evitare situazioni in cui un minore possa trovarsi da solo con un adulto. Oltre alla formazione, il Safeguarder è chiamato a sensibilizzare i tesserati e le loro famiglie sui principi del safeguarding. Tale sensibilizzazione contribuisce a creare una cultura di responsabilità condivisa e a ridurre le situazioni di rischio all’interno delle strutture sportive. La prevenzione si fonda su una visione d’insieme, che combina educazione, consapevolezza e comportamenti virtuosi.
- Monitoraggio
La seconda funzione del Safeguarder è quella di monitoraggio, che implica una supervisione costante sull’attuazione delle politiche di tutela. Questo ruolo non si limita alla verifica dei comportamenti dei tesserati, ma si estende all’intero sistema organizzativo, includendo dirigenti, allenatori e collaboratori. Il monitoraggio si realizza attraverso la raccolta e l’analisi delle segnalazioni e il controllo dell’effettiva applicazione dei Modelli Organizzativi e dei Codici di Condotta. Ogni segnalazione che giunge al Safeguarder deve essere registrata e trattata con riservatezza, al fine di proteggere la privacy dei soggetti coinvolti e garantire un processo equo e trasparente. La figura del Safeguarder è inoltre chiamata a verificare che il personale rispetti i protocolli di sicurezza e segua le linee guida federali. In molti casi, per garantire l’efficacia del monitoraggio, le strutture sportive più ampie adottano una soluzione collegiale, istituendo un team di safeguarding multidisciplinare. Tale team, composto da esperti in materia giuridica, psicologica e organizzativa, permette un approccio più completo e approfondito. In questo modo, il Safeguarder può contare sul supporto di professionisti che contribuiscono a valutare le situazioni e a prendere decisioni con la massima obiettività e competenza.
- Intervento
La terza funzione riguarda l’intervento tempestivo e adeguato in caso di segnalazioni di abusi, discriminazioni o violenze. Quando il Safeguarder riceve una denuncia, è suo compito avviare un’indagine interna per verificare la fondatezza dei fatti riportati e adottare le misure necessarie per tutelare la vittima e ripristinare un ambiente sicuro. Le misure di intervento possono includere azioni correttive come l’allontanamento temporaneo del soggetto accusato, la modifica di specifiche prassi operative o l’adozione di ulteriori misure preventive. In casi più gravi, il Safeguarder può essere chiamato a segnalare l’accaduto alle autorità competenti, collaborando con esse per garantire che vengano adottate le dovute azioni legali. L’intervento del Safeguarder si estende anche al miglioramento continuo delle politiche di tutela. Ogni segnalazione rappresenta un’opportunità per rivedere e aggiornare i Modelli Organizzativi e i Codici di Condotta, integrando le prassi operative con nuove misure di prevenzione o sensibilizzazione. Questo approccio proattivo consente alle organizzazioni di adattarsi ai cambiamenti e di rispondere in modo efficace a nuove sfide.
Competenze e Organizzazione del Safeguarding
Le competenze del Safeguarder devono essere specifiche e variegate, includendo una solida conoscenza delle normative sportive, delle prassi di tutela dei minori e dei diritti dei tesserati. Le capacità comunicative sono essenziali per gestire con sensibilità le segnalazioni e garantire un dialogo aperto e sicuro con tutti i soggetti coinvolti. Inoltre, competenze in ambito psicologico e sanitario possono rivelarsi di grande utilità per comprendere e rispondere in modo appropriato alle esigenze di tutela. Per le organizzazioni di grandi dimensioni, la soluzione più efficace può essere quella di istituire un safeguarding office, ossia un team multidisciplinare in cui professionisti con competenze diverse – giuridiche, psicologiche e organizzative – collaborano per garantire la protezione degli atleti. Questa struttura collegiale permette un approccio olistico alla gestione delle segnalazioni e un intervento più rapido e competente.
Termini di Nomina e Adempimenti
Il CONI ha stabilito che tutte le organizzazioni sportive affiliate debbano nominare il proprio Safeguarder entro il 31 dicembre 2024. Tale scadenza consente alle strutture di completare gli adempimenti richiesti, assicurando che i soggetti coinvolti ricevano la formazione adeguata e che il ruolo del Safeguarder venga riconosciuto come parte integrante del sistema di tutela. La nomina deve inoltre essere accompagnata dall’adozione di pratiche di trattamento dei dati personali conformi al GDPR, per garantire che le informazioni sensibili siano gestite in modo sicuro e nel rispetto della privacy.
Conclusioni: verso un ambiente sportivo più sicuro
Il safeguarding rappresenta un investimento fondamentale per il futuro dello sport, poiché crea le basi per un ambiente sicuro, inclusivo e rispettoso, dove gli atleti possano crescere e svilupparsi senza timori. Sebbene non sia possibile eliminare completamente i rischi, l’adozione di un sistema di tutela efficace, di personale qualificato e di politiche aggiornate consente di limitare significativamente le situazioni di pericolo. Il Safeguarder, con il supporto dell’intera organizzazione sportiva, svolge un ruolo di grande responsabilità, contribuendo a costruire una cultura della protezione e della responsabilità condivisa. In questo modo, il safeguarding diventa non solo un obbligo giuridico, ma una componente essenziale per il benessere e la serenità di chi pratica lo sport.
[ Francesco Banchelli ]
Avvocato
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