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06.12.2019

Istituzionale

Si avvicina Sport&Cultura, Mazzocchi e ASI: "Un onore essere ancora vicino all’Ente"

“Un'occasione anche per ricordare Fabrizio Quattrocchi; che dolore quel giorno”.

L'intervista a Marco Mazzocchi, noto giornalista Rai, e l’ASI, due strade che si intrecciano e che si ritrovano. Sempre. 
 

Quindici anni fa, infatti, in occasione del decennale dell’Ente, fu proprio lui a presentare e raccontare quello storico traguardo. Ed è stato ancora una volta il giornalista sportivo, quest’estate, a Lignano Sabbiadoro, ad inaugurare la cerimonia di apertura delle Asiadi in occasione dei 25 anni di vita di ASI. Adesso sarà presente a Sport&Cultura (il prossimo 13 dicembre a Roma) sia come membro della giuria, sia come ospite. Sport&Cultura, appunto, un evento che narrò nelle prime edizioni.

Marco, Decennale e Venticinquennale di ASI. Ora la XIV edizione del premio.
"Sono felice di esser sempre o quasi presente nelle date celebrative e importanti per ASI. 'Adesso vi faccio vedere come muore un italiano'. Una frase cui sono particolarmente affezionato: è la frase, che pronunciò Fabrizio Quattrocchi prima di essere ucciso vigliaccamente. E ricordo con affetto che raccontai per l’ASI quel momento. Un motivo in più per stimare l’Ente, vista l’importanza che dà a Fabrizio, consegnando ogni anno il premio Quattrocchi durante l’evento".

(Claudio Barbaro insieme con Marco Mazzocchi)
Tu sei abituato allo sport, a quello sempre sotto ai riflettori. ASI sostiene lo sport di base. Questo premio ne è la dimostrazione?
"Sì e lo dico facendo una distinzione. Gli sport a livello professionistico esistono e sono un bene per il nostro paese, ma lo sono anche le altre associazioni, le ASD per esempio. E penso che esistano gli enti di promozione sportiva per questa ragione. Non per avere visibilità mediatica, che comunque fa sempre piacere. Sono convinto che Claudio e tutto il suo staff non puntino principalmente ad avere un richiamo mediatico, ma riconoscimenti. Sport&Cultura è un riconoscimento".

Viviamo in un’epoca dove non si aspetta, dove si cerca subito il risultato sportivo dagli atleti. Una mentalità che costringe i giovani, che iniziano a praticare sport, ad avere un approccio immediato, duro, mettendoli in una condizione difficile. Si può cambiare? 
"Certamente. Per questo motivo è importante insegnare la pratica sportiva negli istituti, nelle scuole. La società occidentale vive una crisi di identità. ASI sta cercando di contribuire ad un cambiamento. Per questo sono estremamente vicino a tutto ciò che fa e a come opera. Quando ero ragazzo il calcio, ad esempio, lo si praticava in parrocchia. Adesso anche questa tradizione è svanita. Serve anche che la politica faccia qualcosa di concreto".

Un'edizione, la quattordicesima che si terrà al Salone d'Onore del CONI. 
"Ci sono stato tante volte, ma ogni nuova occasione diventa la più speciale. Ho analizzato e valutato molti progetti in gara, non è stato facile scegliere. Faccio i complimenti a tutti, davvero, da ASI, fino a tutti i partecipanti. Mi aspetto un'edizione ricca di emozioni e, come sarà nel caso della consegna del Premio Quattrocchi, di commozione".
 

[  Paolo Signorelli  ]
 
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