Notizie
24.08.2020
Istituzionale
Il progetto di una scuola paritaria ASI in Trentino Alto Adige, interrotto bruscamente dal Coronavirus e risorto dalle sue stesse ceneri
Era la sera del 9 marzo quando il Primo Ministro Giuseppe Conte annunciava agli italiani che il Paese si fermava. Un’enorme incognita che ha travolto molti e, tra i tanti, anche un progetto pilota di ASI trentino – Alto Adige.
“Avevamo già fissato l’inaugurazione per il 31 di marzo ed eravamo pronti ad aprire a Rovereto la prima scuola paritaria di II grado ASI delle professioni sportive: l’entusiasmo era al massimo anche perché avevamo faticato molto per acquisire tutte le risorse necessarie”. Queste le parole del dottor Pantaleo Losapio, Presidente del Comitato regionale ASI Trentino – Alto Adige. Il nulla di fatto del momento si è purtroppo confermato se non aggravato in seguito: la speranza di dover solo rimandare l’evento e con esso l’intera iniziativa, si è purtroppo infranta poco tempo dopo contro le difficoltà che hanno portato via al Comitato Regionale ASI Trentino – Alto Adige la sede prescelta per la scuola. “Si trattava di un ex scuola di seminaristi con tanto di cappella e spazi per i campi sportivi”.
Ma il Presidente Losapio non si perde d’animo e riprende immediatamente la ricerca della location giusta anche perché il suo intento, in pieno spirito ASI, mescola l’obiettivo sportivo con quello sociale: da funzionario carcerario e membro della Fondazione Angeli di Maria, il suo pensiero va subito alle grandi possibilità di istruzione e lavoro che questo progetto darebbe ai detenuti riabilitati e ai bambini abbandonati o abusati della fondazione.
I requisiti che lo Stato richiede per un immobile adibito a scuola non sono giustamente da poco: locali per almeno 650m quadri, bagni divisi per uomini e donne, naturalmente impianti a norma e ampi spazi esterni se lo sport la deve fare da padrone. A distanza di qualche mese è stata individuata un’altra location sempre in provincia di Rovereto: un'altra struttura di seminaristi in un’area tra l’altro adibita ad utilità pubblica per cui si attende attualmente il pronunciamento da parte del Comune per l’assegnazione dell’immobile. L’area, abbandonata da tempo, è stata saccheggiata, ma si confida sull’aiuto anche della protezione civile per la ristrutturazione, mentre sponsor privati e il Credito Sportivo verranno interpellati per il contributo economico necessario.
L’acquisizione dell’immobile aprirebbe definitivamente la strada alla costruzione di un istituto paritario di II grado delle professioni sportive tutto marchiato ASI per il quale sono già pronte certificazioni e personale docente nonché uno stabile collegamento con l’università telematica Unipegaso. In una zona in cui spesso i ragazzi interrompono gli studi superiori per andare a lavorare, questa potrebbe essere la risposta che coniughi studio e lavoro e che proponga, accanto alle classiche materie come italiano e matematica, anche tutto ciò che riguarda la base delle scienze motorie, sfociando nello specifico di alcuni sport che rappresentano delle eccellenze nel territorio come Parkour e Lotta Greco Romana.
Ampliando gli orizzonti e volendo pensare anche ad un ulteriore scopo sociale, la struttura potrebbe in un secondo tempo impiantare attività che fungano da sbocco lavorativo per ragazzi in situazioni disagiate: si pensa ad una lavanderia di servizio per i centri anziani e gli hotel o un piccolo allevamento con annesso caseificio o addiruttura un laboratorio di serigrafia che coniughi il mondo dello sport con quello del lavoro.
“Avevamo già fissato l’inaugurazione per il 31 di marzo ed eravamo pronti ad aprire a Rovereto la prima scuola paritaria di II grado ASI delle professioni sportive: l’entusiasmo era al massimo anche perché avevamo faticato molto per acquisire tutte le risorse necessarie”. Queste le parole del dottor Pantaleo Losapio, Presidente del Comitato regionale ASI Trentino – Alto Adige. Il nulla di fatto del momento si è purtroppo confermato se non aggravato in seguito: la speranza di dover solo rimandare l’evento e con esso l’intera iniziativa, si è purtroppo infranta poco tempo dopo contro le difficoltà che hanno portato via al Comitato Regionale ASI Trentino – Alto Adige la sede prescelta per la scuola. “Si trattava di un ex scuola di seminaristi con tanto di cappella e spazi per i campi sportivi”.
Ma il Presidente Losapio non si perde d’animo e riprende immediatamente la ricerca della location giusta anche perché il suo intento, in pieno spirito ASI, mescola l’obiettivo sportivo con quello sociale: da funzionario carcerario e membro della Fondazione Angeli di Maria, il suo pensiero va subito alle grandi possibilità di istruzione e lavoro che questo progetto darebbe ai detenuti riabilitati e ai bambini abbandonati o abusati della fondazione.
I requisiti che lo Stato richiede per un immobile adibito a scuola non sono giustamente da poco: locali per almeno 650m quadri, bagni divisi per uomini e donne, naturalmente impianti a norma e ampi spazi esterni se lo sport la deve fare da padrone. A distanza di qualche mese è stata individuata un’altra location sempre in provincia di Rovereto: un'altra struttura di seminaristi in un’area tra l’altro adibita ad utilità pubblica per cui si attende attualmente il pronunciamento da parte del Comune per l’assegnazione dell’immobile. L’area, abbandonata da tempo, è stata saccheggiata, ma si confida sull’aiuto anche della protezione civile per la ristrutturazione, mentre sponsor privati e il Credito Sportivo verranno interpellati per il contributo economico necessario.
L’acquisizione dell’immobile aprirebbe definitivamente la strada alla costruzione di un istituto paritario di II grado delle professioni sportive tutto marchiato ASI per il quale sono già pronte certificazioni e personale docente nonché uno stabile collegamento con l’università telematica Unipegaso. In una zona in cui spesso i ragazzi interrompono gli studi superiori per andare a lavorare, questa potrebbe essere la risposta che coniughi studio e lavoro e che proponga, accanto alle classiche materie come italiano e matematica, anche tutto ciò che riguarda la base delle scienze motorie, sfociando nello specifico di alcuni sport che rappresentano delle eccellenze nel territorio come Parkour e Lotta Greco Romana.
Ampliando gli orizzonti e volendo pensare anche ad un ulteriore scopo sociale, la struttura potrebbe in un secondo tempo impiantare attività che fungano da sbocco lavorativo per ragazzi in situazioni disagiate: si pensa ad una lavanderia di servizio per i centri anziani e gli hotel o un piccolo allevamento con annesso caseificio o addiruttura un laboratorio di serigrafia che coniughi il mondo dello sport con quello del lavoro.
[ Chiara Minelli ]
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