24.03.2021
Istituzionale
Terzo Settore
I volontari… La spina dorsale del Terzo Settore
Un’esperienza di bellezza che può salvare l’Italia. C’è gente che lavora con entusiasmo. Senza chiedere un euro
Cosa spinge una persona a diventare un volontario? Se leggiamo le prediche laiche e gli studi “scientifici”, la motivazione sarebbe solo etica e buonista, ma, aldilà di questi esercizi di noia, il volontariato nasce da un’esperienza di bellezza.
Perché, prima di essere buono e giusto, è bello ritrovarsi insieme ad altre persone (che diventano amici veri) a costruire qualcosa, è bello staccarsi dal computer di lavoro e sperimentare le proprie capacità pratiche e creative, è bello donare a degli sconosciuti non tanto i propri soldi, quanto sé stessi e il proprio impegno.
Insomma è bello superare sé stessi, tornare ad avere esperienza di essere una comunità, vivere gli atti essenziali della condizione umana e di una dimensione spirituale.
Un tempo tutto questo si respirava anche nella militanza politica, prima che i partiti fossero divorati dal settarismo e dal clientelismo, ritirandosi dal territorio e dalla società civile per chiudersi nel Palazzo e nella dimensione virtuale dei social. Perché se non c’è prima la comunità e l’identità, è impossibile che poi ci sia anche la politica, la percezione vera del bene comune.
Non vogliamo fare sviolinate a nessuno, anche i volontari hanno i loro difetti: spesso non colgono la complessità della società in cui viviamo, ancor più spesso sono chiusi e diffidenti rispetto ai mondi della politica e dell’impresa, mentre sono troppo ingenui e indulgenti con chi si ammanta di appartenenze associazionistiche e sociali, rischiando così di essere utilizzati e traditi.
Ma la sfida è proprio questa: far crescere i volontari, non solo nel loro numero ma soprattutto nella loro consapevolezza, perché questa energia, umana e comunitaria, possa contagiare positivamente tutta la società italiana. Quante volte abbiamo detto che gli Italiani sono un popolo eccezionale, che si rovina però per le vecchie malattie dell’individualismo e del settarismo. Lo spirito del volontariato, se non si richiude in sé stesso, può essere l’antidoto a queste malattie.
L’ASI si sta sempre più impegnando sul Terzo Settore anche per questo: con le spalle larghe di una grande Rete associativa vuole scendere nel cuore della società italiana per incontrare tutti i volontari – o quelli che potrebbero diventarlo – che cercano rappresentanza, identità comunitaria e promozione operativa. Per accendere la miccia di una grande energia che può esplodere per salvare l’Italia, ma, prima ancora, per vivere insieme ai volontari un’esperienza di bellezza profonda e autentica.
[ GIANNI ALEMANNO ]
Responsabile Nazionale ASI Terzo Settore
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