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18.03.2020

Istituzionale

Coronavirus. Una lunga e difficile battaglia. La testimonianza della Lombardia

"La Regione più colpita. Solo seguendo le regole potremo uscirne". 
 

Un viaggio nelle realtà regionali. Grazie alle testimonianze dei nostri Presidenti. Secondo appuntamento con la Lombardia dopo l'esperienza del Veneto.

LOMBARDIA
Marco Contardi

 

 
Milano, Bergamo, Brescia, Monza… Città spettrali. Il virus ha cambiato il volto di tutta la Lombardia nel giro di pochi giorni. Sembra già un lontano ricordo lo shopping per le vie dell’europea Milano, i turisti a Piazza Duomo, i riti del brunch al centro e dell’apertivo ai Navigli. Tutto grazie a quel piccolo ma terribile virus arrivato da Wuhan. 
 
Solo farmacie, supermercati e poco altro funziona. I servizi di prima necessità dove arriva poca gente con la mascherina o con la sciarpa stretta intorno al viso. Con i rapporti sociali a distanza di più del metro indicato per la sicurezza e la non trasmissibilità del virus. 
 
Fa impressione quel video in cui un uomo, nello slang delle valli bergamasche, sfoglia un giornale mostrando al resto dell’Italia come le pagine degli annunci mortuari siano salite a dieci, fitte di nomi e di volti. 
 
“Avremmo dovuto prendere prima la decisione di chiudere tutto, peraltro come suggerito da tempo dall’Assessore Giulio Gallera, al Welfare della Regione Lombardia e peraltro amico ed ex alunno a amico”: così dice Marco Contardi, Presidente ASI Lombardia e di ARISA, Associazione Regionale Imprenditori dello Sport, delle Arti e del benessere, associazione di categoria di Confcommercio della Lombardia, è anche un insegnante di educazione Fisica presso una scuola paritaria del centro di Milano. 
Qualche giorno fa la conduttrice di Striscia la Notizia, Michelle Hunziker, aveva detto che la figlia lavorava da remoto con le sue compagne anche per l’educazione fisica. Ciò avveniva nella sua scuola. 
“Per quanto attiene alla parte sportiva il dpt di scienze motorie e sportive, ha creato dei video che sono stati scaricati sul portale della scuola e a cui i ragazzi dovranno fare riferimento ancora per le prossime due settimane. Elementari e, medie e superiori con tre programmi diversi. Propedeutiche alla prove di verifica che saranno sostenute alla ripresa dell’attività didattica”.
Insomma, lo sport non si ferma. Almeno nella sua accezione più nobile.
 
Presidente, quale la situazione in Lombardia?      
“Milano è diventata una città spettrale. Prima ancora dell’ufficialità del governo alberghi, bar e ristoranti cominciavano a chiudere. Lavoro da smart working. Le stazioni sciistiche chiuse. Qui non c’è più nulla…”. 
 
Gli ultimi dati?
“Un caso su due è nella nostra Regione. 16.220 casi su 31.506 al 17 marzo. 1.640 deceduti sui 2.503 nazionali, ovvero il 65%. 4435 sono in regime di ricovero, ma non in terapia,  650 in terapia intensiva, 1.198 dimessi. In quarantena ci sono, presso le proprie abitazioni, sono stimate più di 2500 persone anche se potrebbero arrivare, secondo alcune stime a  cinque volte tanto. La curva è ancora in salita: servirà ancora qualche giorno per capire se questi provvedimenti saranno stati efficaci”. 

 

 
Codogno arriva a zero nuovi contagi. 
Bergamo, Brescia e Cremona, oggi le più colpite
Zero contagi a Codogno, il comune del lodigiano famoso per il primo ricoverato italiano di Coronavirus. Codogno, il comune più attenzionato della Zona Rossa diventa ora un faro per tutto il Paese.
"Questo, a sottolineare come il grande rispetto delle regole giochi un ruolo fondamentale in questa partita. Lo Sport è fermo ma noi stiamo ancora giocando. Non bisogna abbassare la guardia", spiega 
Nicolò Campochiaro, Presidente Provinciale ASI di Lodi. 
Nel frattempo, ha fatto impressione il video di un uomo del bergamasco che sfogliava il giornale con dieci pagine di annunci mortuari. Ha fatto il giro d'Italia. 
"Quì la situazione è grave. I numeri non calano. Anche psicologicamente è difficile andare avanti non vedendo nemmeno un lumicino in fondo al tunnel", così spiegano Alessia CavalliManuel D’Avolio, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di ASI Bergamo, in quarantena volontaria già da 21 febbraio, dopo essere tornato da una trasferta da Codogno, con la sua squadra di Calcio a 5. "E' almeno confortante il fatto che la gente stia ora seguendo le regole. Da casa, ieri, ho cominciato a sentire tutte le squadre del nostro campionato di calcio per conoscere le condizioni di salute. Stanno tutti bene…".
Altra zona in cui la situazione è ancora emergenziale è nel bresciano. Per Davide Magnabosco, Presidente provinciale ASI "La percezione non è totale nel resto d'Italia: la verità è che la gente muore per davvero. Molti anziani è vero, ma sarebbero vissuti per tanti anni con le proprie pillole. Proprio ieri è venuto a mancare il padre di un presidente di una nostra associazione, che si sta peraltro costituendo come Settore. Ci raccontava come se ne fosse andato nella totale solitudine. La morte, ai parenti, gliel'hanno dovuta raccontare i medici… Tutto condito dalle migliaia di associazioni sportive che avranno presto anche problemi di sopravvivenza economica". 
 
 
La risposta del Servizio Sanitario?
"Grazie al lavoro di Regione Lombardia degli ultimi vent’anni anche in ambito sanitario, siamo riusciti a contenere questo inaspettato ciclone. Il merito certamente all’’ultimo assessore, ma senza dimenticare ciò che è stato fatto dai precedenti governatori e assessori che hanno sempre investito tanto e la Lombardia sta resistendo grazie ai livelli di efficienza altissimi. 
Ultimo colpo della Regione Lombardia è il coinvolgimento di Guido Bertolaso, uno che di eventi speciali ne ha visti e ne capisce e che fortunatamente non è stato gradito dal Governo centrale, così si stanno attrezzando aree nuove: lo spazio fieristico MiCo  di Fiera Milano City prima di tutto, ma anche ospedali militari e spazi sportivi. Sale rianimazione e terapie intensive ormai quasi al collasso nei comuni colpiti con maggiore intensità. 
Questo è un virus che tocca i polmoni e porta a non riuscire più a respirare: per questo non è una banale influenza”. 

 
Giusto “chiudere” lo sport?
“Assolutamente si, andava fatto molto prima. È stata presa una decisione ritardata ma fondamentale. 
Anche far giocare le partite a porte chiuse rappresentava una decisione parziale come si è poi visto dai contagiati tra le squadre di Serie A. Rischio troppo alto. Soprattutto negli sport ravvicinati e di contatto come il Calcio. 
Folle anche l’idea di far giocare le partite internazionali: l’Atalanta ha giocato sia a Milano che a Valencia. La Roma no a Madrid o il Getafe no a Milano. Evidentemente c’è stato un corto circuito a livello decisionale. Facile quando in ballo ci sono molti soldi e nel resto d’Europa si è arrivati a capire con ritardo…”

 
Anche l’Italia, però, si è mossa in ritardo
“Si. Abbiamo sottovalutato – come ora sta facendo l’Europa – il pericolo. Inizialmente si è provveduto alla sola chiusura degli aeroporti, provenienti dalla Cina. 
Servivano provvedimenti più immediati e drastici. Ora ne stiamo pagando le conseguenze. Peraltro, il dubbio che il virus potesse entrare non solo dall’Oriente, non è stato posto all’attenzione: l’Inghilterra ha maggiori contatti con la Cina più sviluppati rispetto a noi. Perché meno aggredita dal virus? Non è mai troppo tardi. Ora, è l’Europa ad essere in ritardo sui provvedimenti restrittivi. E che nel frattempo ci emargina alle frontiere”.

 
La fuga verso il Sud
“Alcuni non hanno capito il problema. O sono stati troppo egoisti. Questo gesto è stato molto pericoloso per le regioni del sud non pronte ad affrontare l’emergenza come accaduto al Nord con un Sistema Sanitario non paragonabile, purtroppo. 
Chi è partito frettolosamente ha sottoposto il resto d’Italia e i propri parenti a grandi rischi. Poi, ci auguriamo non accada nulla e chi è partito fosse sano. Incubazione di 15 giorni… La situazione la vedremo tra poco”.
 

Attività sportiva all’aperto a titolo personale? 
“Poteva essere un modo per tenere impegnate le persone, anche con un coordinamento dei  centri sportivi. Rispettando distanze di sicurezza, pochissime persone in spazi molto larghi. Prima di capire come coordinare questa apertura, che avremmo potuto considerare “un’ora d’aria” le direttive del Ministro dell’Interno hanno per ora inibito anche quella possibilità”.
 
Lo sport In Lombardia
"Come nel resto d’Italia, sono sospese le attività  di  palestre,  centri  sportivi, piscine, centri natatori, centri  benessere,  centri  termali  (fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti  nei  livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri  sociali,  centri ricreativi; sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici; sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché  gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di  carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se  svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali,  a  titolo  d'esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole  di  ballo,  sale  giochi, sale scommesse e sale bingo,  discoteche  e  locali  assimilati;  nei predetti luoghi è sospesa ogni attività.
Sono sospese tutte le manifestazioni sportive di ogni ordine e disciplina ed a qualsiasi livello. Restano consentiti soltanto gli allenamenti per gli agonisti che devono partecipare alle olimpiadi o a manifestazioni a carattere nazionale e internazionale purché a porte chiuse e con controllo medico”. 

 
Tolti pochi sprovveduti, la gente ha capito…
“La gente si attiene alle regole. Si vede il carattere rigoroso del popolo lombardo. Nemmeno un tifoso dell’Atalanta è sceso in strada per festeggiare lo storico passaggio ai quarti di Champions, ma questo è solo un esempio: il lombardo assorbe, capisce”. 
 
Lo sport ASI e il Consiglio Nazionale
“Sono stati sospesi tutti i campionati di calcio a 5, 7 e 11, i campionati provinciali di beach volley, ed inoltre eventi come Milano Padel Tour, il Criterium di nuoto, una gara internazionale della Wfc Word Fighters Corporation, stages di arti marziali nel comitato di Mantova e così in tutta la Lombardia. Annullati, ad ora, anche tutti i corsi di formazione nella regione.   
Tra l’altro, erano programmati per il 21 di marzo Giunta e Consiglio Nazionale di ASI: ci tenevamo particolarmente. Ospitare un evento sociale così importante rappresentava un grosso segnale per il nostro territorio. E un plauso anche alla crescita dei numeri della Lombardia: 1014 Asd, 222 Ssd, 33 associazioni culturali, 9 di promozione sociale, 841 bas e 130mila tra atleti e dirigenti tesserati. 
Incremento da 200 a mille società: aumento grazie anche al lavoro dei Comitati provinciali, dei settori e dello stesso Comitato Regionale. Con i comparti del Fitness, Calcio, Arti Marziali, Danza, Nuoto a fare da padrone”. 

 
E la Stramilano…
“Quest’anno si sarebbe corsa con ASI partner. La prima edizione si svolse un martedì del 1972, in notturna, con partenza dall’oratorio di Viale Suzzani. Km 24,700 lungo la grande circonvallazione della città. Tremila i partecipanti. Oggi, il rombo del cannone del Reggimento Artiglieria a cavallo e l’immancabile fanfara dei bersaglieri, (alla Stramilano tutto va di corsa…) sono il mitico start dei 50mila. Per noi è una vera tristezza, ma siamo certi che gli organizzatori saranno all’altezza di realizzarla appena possibile”. 
 
L’impegno di ASI Lombardia
“Mediamente diamo mediamente una comunicazione al giorno tramite la pagina di Facebook, il sito e le circolari. Siamo a disposizione delle società. Rispondiamo telefonicamente (0248008812 – 3398341383) e l’Ente è attivo nonostante tutte le situazioni negative intorno.   
Alcune nostre società  stanno inviando video a tutti i propri soci per stimolare l’attività casalinga, un plauso a loro per l’impegno e la costanza. 
Ed è proseguita, nonostante tutto, anche l’affiliazione di nuove società, segno che gli sportivi hanno capito come ASI abbia una marcia in più. 
Le società hanno bisogno di essere seguite con attenzione e noi lo facciamo. C’è fiducia di ripartire, la voglia idem e anche la volontà. Lo sport in Italia conta 20 milioni di praticanti: un popolo che fa sport e la Lombardia è al primo posto come società, tesserati e anche numero di eventi. Forza Lombardia, Forza Italia!!”.
 
[  Fabio Argentini  ]

 

 
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