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25.03.2020

Istituzionale

Coronavirus. "In ginocchio, ma sentiamo la vicinanza del Nazionale". La testimonianza della Liguria

“Tra incertezze, dubbi e paure, cerchiamo di andare avanti. Lo sport qui, come del resto in tutto Italia, sembra scomparso, quasi un lontano ricordo”.
 
 

In viaggio nelle realtà regionali. Grazie alle testimonianze dei nostri Presidenti. Quarto appuntamento con la Liguria, dopo l'esperienza del Veneto, della Lombardia e del Piemonte.

LIGURIA
Luisella Vitali

 
La Liguria, come del resto tutta l’Italia, è ferma. Tristemente paralizzata, in attesa di risveglio. Il maledetto virus, Covid-19, meglio conosciuto dal mondo intero con il nome di Coronavirus, non si arresta.
Qui il quadro dei contagi, delle vittime e dei guariti, a ieri, recitava così: 1693 le persone positive, 215 in più rispetto al giorno precedente, di cui 894 in ospedale (138 in terapia intensiva), 657 malati in casa, 142 i clinicamente guariti. Le vittime sono 230.
ll picco non è ancora stato raggiunto, l’attesa flessione dei numeri non è arrivata e i numeri di contagiati e vittime sono ancora in crescita. Ma “il sistema regge”, sottolinea il presidente della Regione Giovanni Toti.
E poi c’è un’economia devastata, un turismo morto, congelato. Si percepisce la disperazione generale. Lavorano solo i supermercati e le farmacie. E pochi altri.
“Siamo spaventati. Da italiana cerco di essere ottimista, ma la situazione è a dir poco drammatica. E credo che il peggio debba ancora venire”. Ha commentato così la situazione Luisella Vitali, presidente del comitato Regionale ASI Liguria e responsabile del settore ASI Cinofilia.
 
Luisella, domanda quasi retorica. Come è la situazione nella vostra regione?
"Davvero preoccupante, ma rispetto ad altre regioni del Nord, stiamo leggermente meglio. Difficile però essere ottimisti. Lavorando con la Protezione Civile abbiamo i dati aggiornati in continuazione e questo è il quadro ad oggi. Gli 894 ospedalizzati sono così suddivisi: Asl1 (Imperia) sono 130 (17 in terapia intensiva); Asl2 (Savona) 132 (15 in terapia intensiva); ASL 3 (Genova e Riviera di Ponente) 148 (15 in terapia intensiva) e 10; Asl4 (Riviera di Levante) 49 (10 in terapia intensiva); Asl5 (La Spezia) 75 (14 in terapia intensiva). Negli ospedali di San Martino 148 (43 in terapia intensiva), Galliera 134 (16 in terapia intensiva), Gaslini 1 ed Evangelico 67 (8 in terapia intensiva). Insomma, questo è la fotografia ligure. Una fotografia che fa spavento".
 
Come si è evoluta la situazione e come state operando?

"Si è evoluta a macchia d’olio, con persone che stanno cadendo come birilli. Qui dove sono io, a La Spezia, stiamo leggermente meglio delle altre Provincie. L’isolamento sta dando i suoi risultati. Ma in generale, in Liguria, si vive in un clima pesante, di terrore, anomalo. Cerchiamo di adeguarci, altrimenti non se ne esce.
Stando nella Protezione Civile, siamo in continua emergenza. Facciamo assistenza alla popolazione nei vari comuni, tentiamo di aiutare il più possibile. Soprattutto le persone anziane, quelle più a rischio. Portiamo loro pasti caldi, viveri. Svolgiamo tutte le mansioni che possiamo, appunto, aiutare".

 
Come comitato ASI in che modo state operando e come siete organizzati?

                                        
"Lo sport qui, come del resto in tutta Italia, sembra scomparso, quasi un lontano ricordo. Sono stata tra le prime ad aver preteso lo stop e che, personalmente, ha fatto bloccare tutto. Oltre quindici giorni fa, ho, purtroppo, dovuto congelare sia il comitato, sia il settore. Credo di aver avuto il polso della situazione rispetto alle informazioni sanitarie che mi arrivavano. Ho preferito evitare qualsiasi tipo di contaminazione, contatti sociali. Inizialmente le palestre hanno tentato di rimanere aperte il più a lungo possibile, ma poi ho fatto ragionare i proprietari, gli istruttori e hanno chiuso".
 
E ora che succederà?
"Ora io non lo so. Non ho idea. Sicuramente saremo vicini alle società, a tutti i nostri affiliati. Con assistenza capillare su tutto il territorio. ASI Liguria continua a lavorare, anche se non è facile. Chiediamo buon senso però".
 
A chi si riferisce?
"Alle palestre, ai centri. C’è il problema degli affitti e delle utenze ora, perché le strutture qui sono in mano quasi interamente a privati. Spero vivamente che si mettano una mano sulla coscienza, ma ne dubito purtroppo, non vedo un bello scenario. Spero ci vengano incontro, altrimenti si rischia il collasso".
 
Negli sforzi del Nazionale coinvogliano le istanze del mondo dello sport e della Periferia…
"Assolutamente sì. Sentiamo la vicinanza del nostro presidente. Con Claudio condividiamo tutto, in modo capillare. Appena esce un suo comunicato, un suo post, lo divulghiamo immediatamente. Lo ringrazieremo sempre per quello che sta facendo, perché sta lottando con le unghie contro un sistema che sembra fregarsene dello sport di base. Qui sul territorio non abbiamo tante risposte, per questo la nostra ancora di salvezza è proprio Barbaro, con la speranza che riesca ad ottenere qualcosa. È il momento più triste della storia dell’Ente".
 
Progetti, iniziative e uno sguardo al futuro
"Ci stavo pensando proprio in questi giorni, ma ora di idee, fino a quando non si vedrà la luce, non ne ho molte. Ci stiamo organizzando con lo smart working, con lo sport in casa, con piattaforme per fare formazione a distanza. Naturalmente tutto in maniera gratuita, per dare delle risposte alle associazioni in questo senso. Il coronavirus ci ha colti tutti di sorpresa, è tempo di costruire qualcosa.
Altri progetti, ora, non ho nemmeno la forza di pensarci. Tutto è in sospensione, siamo spaventati. Senza contare i danni provocati con l’annullamento totale dei nostri eventi. Una perdita anche economica importante, che si porta dietro tanta incertezza".

 
E il servizio sanitario funziona?
"Sì, funziona ed è operativo il sistema. Come Protezione Civile abbiamo montato le tende fuori gli ospedali. A proposito, per questo, voglio ringraziare tutti i volontari. Anche l’ospedale militare è efficiente e sta ospitando i contagiati, sia i positivi sia gli asintomatici in 17 stanze.
Non siamo di certo al collasso, forse solamente Genova è quella che sta soffrendo di più. Ma nel complesso i posti nelle strutture ci sono ancora. E anche diversi".

 
Come si uscirà da questa situazione?
"Ci affidiamo alla politica, ci affidiamo al nostro presidente, Senatore Claudio Barbaro, sperando riesca a sensibilizzare il Governo nei confronti dello sport di base. Ci aspettiamo risposte dalle Istituzioni".
 
L’impegno di ASI Liguria verso i propri associati, affiliati, tesserati.
"
Rimanere uniti, consultarci col nazionale e sperare. Non abbiamo la potenzialità economica per sopperire a questa emergenza. Non da soli almeno. Sperando di avere un quadro della situazione più specifico a breve. Perchè non si sa nulla. Siamo in attesa di capire come andranno le cose. Nessuno credo abbia la risposta pronta ora".
 
Da amante dei cani e da responsabile del settore ASI Cinofilia, un commento sulle parole del capo della Protezione Civile che purtroppo ha evidenziato un aumento dei casi di abbandoni di cani perchè ritenuti contagiosi da qualche ignorante. 
"L'eresia più enorme che abbia mai sentito. I cani non trasmettono nessun virus, anzi, semmai, poveri, lo possono contrarre. Purtroppo è un dato vero questo degli abbandoni. Una vergogna. Quanta ignoranza in giro. Forse li volevano già abbandonare. Non se ne vogliono occupare e usano la scusa del virus. Un'altra cosa curiosa cui sto assistendo in questi giorni: qui cani che non avevo mai visto prima, ora sono in circolazione. Escono di più, ma non so se sia positivo. A me sembra solo strumentalizzare il proprio animale per uscire e prendere una boccata d'aria. Quando finiranno queste limitazioni, i cani torneranno a non uscire più…
La verità è che molti si comprano un cane per moda. Vedo una totale mancanza di cultura, di iniziativa sulle attività si possono fare col proprio cane".

Tornando al Coronavirus, un pensiero per la città di Bergamo e per le altre più colpite.
"Non posso che stirngermi a tutta la popolazione. Conosco due persone, due mie compagne di master che abitano proprio lì. Mi hanno provato a far capire il dramma che stanno vivendo. 
Ma come siamo arrivato a tutto questo? Come? Penso che tutti abbiano sottovalutato il problema, adesso è tardi. . Bisognava chiudere prima. Tutto. Bisognava prendersi la respnsabilità e farlo prima. Forse staremmo meglio ora, ma questo non lo sapremo mai. 
Temo che la situazione possa precipitare ancora. Spero davvero di sbagliarmi".

 

[  Paolo Signorelli  ]

 

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