23.09.2020
Istituzionale
Consiglio Nazionale del CONI. Barbaro: astensione al voto
Nel testo, di 5 pagine, il Comitato Olimpico ha espresso la sua opposizione al decreto, tuttora in fase discussione con il Governo.
Pubblichiamo il discorso del nostro Presidente a Giovanni Malago e ai membri del Consiglio Nazionale del CONI.
"Quando ho sentito l'intervento di Gianni Petrucci e di Mario Pescante, che considero due maestri, ho sentito il richiamo della foresta, ho battuto le mani: Il mondo che noi rappresentiamo ha il suo fascino, ha la sua importanza, la sua storia. L'ho sempre detto e in tutte le sedi.
Ma ci sono diversi "però" ai quali riferirsi. Andiamo per ordine.
Il metodo: sono totalmente d'accordo che lo strumento sia totalmente inadeguato; una riforma dell'ordinamento sportivo italiano non può essere attribuita a una Legge delega. Ho pensato io stesso che questo potesse accadere. Oggi mi rendo conto che non è possibile. Nel merito, mi richiamo anche a quanto detto dall'amico Barelli, ci sono tante altre problematiche che sono state riprese giustamente dal documento e che sono state condivisibili. Ma, in questo documento c'è una criticità di fondo che io contesto e guarda caso questa criticità la individuo esattamente nella parole che sono state attribuite a Onesti all'interno del documento stesso.
Il mondo dello sport, nel 2018, con la Finanziaria, è stato oggetto di uno Tzunami vero e proprio: non era mai accaduto, nella storia dello sport italiano, che lo Stato si accorgesse pesantemente della necessità di incidere nell'ordinamento ed andare ad apportare delle modifiche. Proprio all'interno delle parole di Onesti era da individuarsi il problema principale dell'ordinamento sportivo italiano. Tre voci ha citato Onesti: l'agonismo – di competenza del CONI – la formazione e gli aspetti ludico-ricreativi da attribuire allo Stato o comunque ad agenti coinvolti nell'operato dello Stato. Di tutto questo, all'interno del CONI, se ne è parlato ma sempre per grandi linee e comunque attribuendosi responsabilità che erano totalmente dello Stato. Il gioco delle parti tra Stato e CONI non è stato mai chiarito: nè in quale direzione dovesse svilupparsi quanto Onesti stesso aveva chiesto. E lì, è arrivata una riforma che ha chiesto di fare in modo tale che Stato e CONI, o comunque tutti gli organismi sportivi, dessero risposte in merito a quelle due esigenze che aveva indicato Onesti: gli aspetti formativi e quelli ludico-ricreativi.
Perchè all'interno del documento non v'è alcun riferimento alla necessità di andare ad indicare un metodo, attraverso il quale – e ovviamente confortato da aspetti di carattere normativo – poteva essere rivisto il sistema sportivo italiano?
Io non mi azzardo a sostenere che questo modello ha ormai fatto il suo tempo, che sia obsoleto, ma sicuramente è un modello che andava rivisto e lo Stato è partito da questo presupposto. E, nel documento, non c'è nulla che possa andare in questa direzione. Niente.
Continuiamo a considerarci 'isola felice', continuiamo a voler essere un mondo che non ha bisogno di riforme, continuiamo a essere un mondo che non vuole essere riformato. Questo è quello che emerge dal documento. Ed è un qualcosa sulla quale esprimo la mia totale perplessità.
Veniamo agli Enti di Promozione Sportiva, alla parte corporativa.
Caro Giovanni. Per alcuni versi – anche se sono convinto che mi dirai che non è assolutamente così – aprire in una direzione diversa da quella che noi conosciamo dalla dimensione degli Enti all'interno dell'Ordinamento sportivo italiano, significa contentare 15 persone e scontentarne altre 70, perchè di questo stiamo parlando. Non c'è stata nessuna apertura nei confronti degli Enti di Promozione Sportiva. Avete chiesto agli Enti solo di mantenere lo status quo. C'è stata una cosa che mi ha fatto addirittura sorridere – perchè noi sappiamo benissimo quale è lo stato dell'arte nei rapporti tra Federazione ed Enti di Promozione Sportiva – la 'consolidata sinergia tra Federazioni ed Enti'… Ci vogliamo prendere in giro? Arriva una diffida al giorno agli Enti. C'è una totale necessità di chiarezza in ordine a quelli che sono i ruoli ma soprattutto in merito a quella che dovrebbe essere la rappresentatività: su questo noi Enti di Promozione Sportiva non abbiamo sentito nulla.
E allora – e vado a concludere – nonostante ci sarebbero tante altre cose sulle quali richiamare la vostra attenzione. Annuncio la mia astensione dal voto, come Ente di Promozione Sportiva perchè come non abbiamo visto nulla da parte del Ministero, non stiamo vedendo nulla neanche all'interno del Consiglio Nazionale del CONI.
Ci viene chiesto di aderire acriticamente all'unità dello sport italiano senza che nulla possa andare verso gli Enti soprattutto in rispetto di quella consistenza numerica che, lo abbiamo detto più volte, pende clamorosamente dalla parte degli Enti stessi.
Si fa sempre un gran parlare di quelle che sono le valutazioni spesso e volentieri abbastanza difformi all'interno del mondo della promozione sportiva, ma vi chiedo di non 'giocarci troppo'. Valutate quello che accade all'interno degli organi istituzionali, valutate il fatto che oggi c'è stata astensione in Giunta Esecutiva…".
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