L’interpretazione solidale di Halloween da parte del T’ienshu ASI

E' (quasi) tempo di streghe, tempo di scherzetti: si avvicina Halloween 2016. Ad un giorno dalla fatidica festa, pressochè sconosciuta nel nostro paese fino a cinquanta anni fa, la Scuola di T'ienshu di Saronno e l'Accademia Marziale, entrambe realtà sportive affiliate ASI, hanno deciso di festeggiare a modo loro questa ricorrenza.

 

LA LIBERA RACCOLTA FONDI DEL T'IENSHU ASI 

In questo 2016 funestato dai tanti terremoti che hanno ripetutamente colpito il centro Italia, le due realtà legate al nostro Ente di Promozione Sportiva hanno proposto di accantonare per un po' il commerciale "Dolcetto o scherzetto?" per concentrarsi sulla solidarietà, attraverso una raccolta fondi volontaria aperta a tutti gli iscritti ai corsi di T'ienshu dell'Accademia Marziale Saronno.

Tra questi, chi tra questi vorrà, potrà contribuire in forma anonima con una donazione libera nel corso delle lezioni di lunedì 7 novembre e di mercoledì 9 novembre. Tali donazioni saranno devolute alla Croce Rossa o alla Protezione Civile, protagoniste di una straordinaria azione di supporto e sostegno alle popolazioni colpite dai terremoti che dal 24 scorso agosto scuotono l'Italia.

L'iniziativa non solo rispecchia pienamente l'attenzione che la disciplina del T'ienshu dedica all'essere umano – fatta propria dall'Accademia Marziale Saronno – ma aderisce in pieno ai valori dell'Ente di Promozione Sportiva ASI che, a partire dal 24 agosto, ha infatti inaugurato la stagione del tesseramento solidale. 

IL TESSERAMENTO SOLIDALE ASI

Senza costi aggiuntivi per l'utente finale, infatti, le associazioni sportivedilettantistiche affiliate ASI – tesserando i propri associati – potranno scegliere di versare una quota del costo del tesseramento all'emergenza del terremoto che ha colpito il centro Italia. Un gesto doveroso e concreto per sostenere la comunità colpita dal tragico sisma. 
 

Ma dove vai italiano in bicicletta?

Nel luglio scorso è partito in Italia un progetto per la creazione di  un sistema di ciclovie turistiche nazionali: tante le Regioni interessate, mentre Roma avrà il suo Grab (Grande raccordo anulare delle bici).

Stimato in 25 milioni di unità, il numero dei cicloamatori nella Penisola è cresciuto anche grazie allo Spinning Program di Johnny G. Ne parla Alessandro Cini sul numero di ottobre del magazine ASI Primato.
 


IL GRANDE RACCORDO ANULARE DELLE BICICLETTE DELLA CAPITALE

E ciclo-rivoluzione sia. La firma del protocollo d’intesa tra il Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, per la progettazione e la realizzazione del Grab, il Grande raccordo anulare delle biciclette della Capitale, rappresenta un piccolo tassello di un progetto molto più ampio che ha visto la luce con la Legge di Stabilità 2016.
L’obiettivo italiano è chiaro: stare al passo con l’Europa, facendo proprio l’accordo sul “Masterplan” a livello continentale per la mobilità su due ruote, ma soprattutto puntare a creare un nuovo stile di vita (e di turismo) che coinvolga, da nord a sud, il maggior numero di Regioni.

Il Grab, quindi, andrà a completare la mappa del sistema di ciclovie turistiche nazionali indicata ufficialmente intorno alla fine del luglio scorso,con la firma dei protocolli di intesa tra il ministero delle Infrastrutture, quello dei Beni culturali e diversi Enti regionali. Sottolineare con enfasi la ratifica dell’accordo di Roma, tuttavia, sarebbe riduttivo, poiché il modello che si intende realizzare in tutta Europa passa per la realizzazione di nuove infrastrutture, con lo sguardo rivolto verso un futuro a base di trasporto sostenibile e di buone pratiche. Per quel che riguarda la nostra penisola diversi saranno gli interventi e le opere strettamente legate al progetto: l’idea, infatti, è quella di sfruttare percorsi attualmente già utilizzati da cicloamatori e turisti a due ruote, rendendoli fruibili per un’utenza sempre più ampia.

CICLOVIE E NUOVI STILI DI VITA

La stampa italiana che si è occupata nei mesi scorsi del progetto ha indicato tra i luoghi che saranno interessati dai lavori, oltre alla Capitale, anche la Liguria, la Lombardia, la Campania, la Puglia (anche se la lista è ben più ampia). Trattando di sport, ovviamente, non possiamo soffermarci alla semplice cronaca politica, perché in gioco non c’è solo una diversa fruizione del nostro panorama paesaggistico e culturale, ma anche un approccio a uno stile di vita meno sedentario e più votato al movimento. A tale proposito è forse il caso di ricordare come in Italia, secondo alcune stime (anno 2012), il numero complessivo di chi utilizza la bicicletta per sport, per turismo o anche come mezzo di trasporto cittadino sia vicino a 25 milioni, una cifra eccezionale che avrebbe dovuto indurre alla riflessione già da qualche anno. Per altro, come sempre accade per i fenomeni di massa, anche l’industria e la tecnologia sono venute incontro a chi usa la bici in alternativa alla macchina. Accanto a materiali costruttivi sempre più leggeri e resistenti, all’abbigliamento “urban” che viene consigliato a quanti usano la bicicletta e a negozi specializzati che vendono ogni tipo di gadgetper le due ruote, oggi c’è una novità importante: in una città come Roma, nota per i suoi epici “sette colli”, sempre più spesso si vedono in strada modelli di bike con pedalata assistita (un piccolo motore elettrico, in pratica, aiuta il ciclista a pedalare sui tratti più impervi).In un mercato così allargato, fatto di una domanda e di un’offerta sempre più diversificate, anche i centri sportivi e le palestre hanno giocato, e giocano, un ruolo determinante per il cambiamento delle abitudini degli italiani.

LA RIVOLUZIONE DI JOHNNY GOLDBERG

Quando intorno alla metà degli anni ’90 al “California di Rimini”, evento dedicato al microcosmo del fitness, l’ultra-cycler sudafricano Johnny G, aka Johnny Goldberg, presentò il Programma Spinning nessuno poteva immaginare quale impatto e quale positiva ricaduta avrebbe avuto nella vita di tanti utenti del wellness da palestra. Lo “Spinning Program”, basato su andature codificate e caratterizzato da una base musicale, ha rappresentato negli anni passati una delle molle che ha spinto molte persone a inforcare una bicicletta e a divenire, stagione dopo stagione, sempre più esigenti per quel che concerneva le classiche “uscite domenicali”. Negli anni d’oro del marketing della mitica pronipote della “yellow best” assistemmo a un curioso travaso: molti ciclisti esperti approdarono in palestra per allenarsi “a secco” con lo Spinning, e per contro molti “Spinner” provetti (tanti gli istruttori) iniziarono a uscire nel fine settimana con la mountain bike o la bici da strada. Tutto questo mondo, nato praticamente dal nulla, è cresciuto qualitativamente, quantitativamente, e sta diventando adulto. L’istanza che oggi maggiormente viene reiterata da questo ambito riguarda – soprattutto – l’integrazione delle due ruote con i moderni sistemi di trasporto pubblico. Si attendono risposte chiare, ma soprattutto soluzioni pratiche. Come la bicicletta.
 

Vincenzo e Alfonso, tesserati ASI ai Campionati Mondiali Master di Atletica a Perth

Vincenzo Felicetto e Alfonso Scarfone dell'associazione sportiva dilettantistica Fiamma Catanzaro stanno partecipando ai Campionati Mondiali Master a Perth in Australia. Le gare in programma dal 26 ottobre al 6 novembre vedranno i due atleti ASI impegnati in varie gare di corsa: Scarfone categoria M45 gareggerà nei 400, 800 e 3000 siepi, Felicetto categoria M65 sarà impegnato nei 200 e 400.

Scarfone ha già superato le prove eliminatorie dei metri 800 qualificandosi per la finale con il terzo migliore tempo.

ASI tifa per i suoi tesserati e si mantiene aggiornata sulle loro performance. Forza ragazzi!

Allenare all’estero è bello

I tecnici italiani di tutti gli sport hanno fama e credibilità fuori dai confini nazionali ed ottengono, in un momento di difficoltà economica del nostro  Paese, ingaggi ormai irraggiungibili nel nostro Paese. Calcio, basket, scherma, pallavolo, facciamo scuola in tutto il mondo. Ne parla Federico Pasquali in un articolo del numero di ottobre del magazine ASI Primato.
 


STUDIARE IN ITALIA PER GUADAGNARE ALL'ESTERO

In Italia si impara l'arte o il mestiere e all'estero si va per guadagnare soldi. Questo è un motivetto ricorrente ormai da decenni. Dai medici ai fisici e agli ingegneri, fino ai carpentieri e ai meccanici, ormai da decenni gli italiani salutano il Bel Paese per accomodarsi in lidi più vantaggiosi a livello economico e non solo.

Per i “mestieranti” dello sport, invece, il processo di emigrazione è stato più lento e soprattutto recente. Tolto qualche pugile che sbarcava negli States per fare soldi e successo e qualche driver o fantino, fino a pochi anni fa i casi di atleti che lasciavano l'Italia si contavano sulle dita delle mani. Nel 1976, quando il re dei bomber biancocelesti Giorgio Chinaglia si trasferì a New York per giocare con il Cosmos, furono versati fiumi di inchiostro tant'era rara la notizia. Ma come, un calciatore che vive nella patria del calcio se ne va oltreoceano a giocare con chi quasi non sa cosa sia il pallone?

Dopo di lui i casi si sono moltiplicati nel calcio e con rare eccezioni in altri sport di squadra come il basket e il volley. Ancora più recente invece è l'emigrazione degli allenatori italiani. Per decenni, in quasi tutte le discipline sportive, calcio incluso, abbiamo portato centinaia di tecnici di ogni parte del mondo a guidare i nostri club, le nostre nazionali e un infinito numero di atleti di ogni disciplina, dall'atletica leggera alla scherma, dalla ginnastica al pentathlon moderno.
Da qualche anno, invece, si assiste ad un'inversione di tendenza che, se si esclude in parte il calcio, inizia un po' a far preoccupare il mondo dello sport italiano.

Calcio a parte, dicevamo, in quanto è l'unico sport professionistico in Italia, dunque i club sono nelle mani perlopiù di imprenditori che non hanno quasi mai la priorità di far quadrare i budget e soprattutto hanno la pretesa di vedere la loro squadra vincere e subito. Dunque sono disposti a ingaggiare allenatori di qualsiasi nazionalità, purché abbiano un curriculum da vincenti. Ma in questo lungo periodo di crisi economica anche i presidenti dei club calcistici iniziano a farsi due conti puntando sui tecnici nostrani. O meglio su quei pochi di grido che sono anora disponibili ad allenare da noi, perché scorrendo la lista di alcuni tra i più vincenti o comunque convincenti allenatori degli ultimi anni si nota come siano tutti accasati all'estero o comunque lo sono stati per molti anni. Capello, Lippi, Conte, Ancelotti, Ranieri, Zaccheroni, Guidolin, Di Matteo e fino a poco tempo fa nella lista c'erano Trapattoni, Lippi, Spalletti, Di Matteo, Zola, Vialli. Insomma un lista di alta qualità. E non si può nascondere come i risultati in campo internazionale sia dei nostri club (caso finale di Champions della Juventus a parte) sia della Nazionale (dopo il Mondiale vinto nel 2006) siano poco esaltanti.

IL CASO DI SERGIO SCARIOLO ED ETTORE MESSINA 

Ma addentrandoci più nello specifico degli altri sport troviamo decine di bravi e ottimi allenatori formatisi nelle palestre e sui campi italiani che sono emigrati all'estero riscuotendo nella maggior parte dei casi dei grandi successi.
Il caso più eclatante, forse, è quello del tecnico di basket bresciano Sergio Scariolo. Ad oggi risulta l'allenatore italiano più vincente della storia a livello di nazionali. Nel suo palmares spiccano tre titoli europei, un argento e un bronzo olimpico: tutti titoli conquistati con la nazionale di basket della Spagna.

Altro tecnico vincente di basket emigrato è Ettore Messina, che oltre un decennio fa ha iniziato a girare il mondo allenando in Russia, Spagna fino allo sbarco nell'Nba statunitense. Fortunatamente per noi, Messina è anche tecnico della nostra Nazionale dallo scorso anno. E anche un ex ct azzurro, Simone Pianigiani, se ne è andato prima in Turchia e ora in Israele.

FUGA DI TECNICI DI PALLAVVOLO ALL'ESTERO

Rimanendo nel campo degli sport indoor, il fenomeno dei tecnici emigrati più importante è quello che riguarda il volley. La lista dei nostri allenatori, indubbiamente tra i più preparati al mondo, che hanno cercato fortuna all'estero è davvero corposa. E la maggior parte hanno, o hanno avuto tra le mani le nazionali e non una “semplice” squadra di club. Andrea Giani alla guida della nazionale maschile della Slovenia, Roberto Santilli di quella maschile della Polonia, Carlo Parisi di quella maschile della Repubblica Ceca, Daniele Capriotti di quella femminile dell'Islanda, Giovanni Guidetti in sequenza di quelle maschili di Bulgaria, Germania e di quella femminile dell'Olanda, Luciano Pedullà di quella femminile della Germania, Vincenzo Nacci di quella maschile del Venezuela, Daniele Bagnoli di quella maschile della Russia, Marcello Abbondanza di quella femminile della Bulgaria e Massimo Barbolini di quella femminile della Turchia. E la lista continua se ci inseriamo anche i tecnici che guidano o hanno guidato squadre di club maschili e femminili.
 

FUGA DI TECNICI DI SCHERMA ALL'ESTERO

Un altro sport di grande tradizione che soprattutto negli ultimi ha iniziato a vedere la fuga dei tecnici è la scherma. I casi più eclatanti sono quelli di Stefano Cerioni, due volte olimpionico da atleta, allenatore di alcune delle fiorettiste e fiorettisti azzurri più forti di sempre, che qualche anno fa se n'è andato in Russia ottenendo da subito ottimi risultati con la nazionale maschile. E di Andrea Magro, che con la nazionale italiana ha conquistato il numero record di 16 medaglie olimpiche, emigrato prima in Giappone e dopo in Germania. Prima di loro, in realtà, già altri big della scherma italiani avevano salutato il Bel Paese: su tutti, citiamo i maestri Bortolaso e Tomassini, che andarono a guidare rispettivamente le nazionali tedesca e francese. E uno degli ultimi ad andarsene all'estero è stato Massimo Omeri, che ha allenato Trillini e Cassarà, tra gli altri, ora trasferitosi ad Hong Kong.

LA FUGA DEI TECNICI IN ALTRI SPORT

La fuga dei tecnici riguarda anche altri sport. Daniele Ferri è stato chiamato alla guida della nazionale di pallanuoto della Thailandia, diventando una star dell'intera nazione asiatica dopo aver vinto l'oro ai Giochi del sud est asiatico. Prima di lui Paolo Malara ha lasciato l'Italia, dove era stato ct del Settebello, per guidare in sequenza la nazionale francese, iraniana e cinese. Valentina Quaranta, nove scudetti vinti con nell’hockey su prato, al termine della carriera è approdata in Tanzania, dove è diventata ct della nazionale femminile. Nel ciclismo Beppe Martinelli, direttore tecnico di lungo corso in Italia (sotto la sua guida Pantani vinse Giro e tour nel 1998), ha lasciato il nostro paese per guidare la squadra kazaka dell'Astana, portando Nibali al successo del Tour nel 2014. Nella marcia, Sandro Damilano, ex ct della nazionale italiana, nel 2011 è andato in Cina a guidare la nazionale che vince tutto ormai da anni. Nel nuoto da segnalare la storia di Andrea Di Nino, tecnico giramondo che alla guida della nazionale russa ha fatto incetta di medaglie all'Olimpiade di Londra 2012. Il bravo tecnico di sci Livio Magoni, invece, ha preferito andarsene dall'Italia per ricoprire ruoli tecnici nelle nazionli polacca, monegasca e infine slovena, contribuendo tra l'altro ai successi della slovena Tina Maze. Chiudiamo con un caso davvero singolare. Nel rugby, da quando siamo nel Torneo delle Sei Nazioni, l'Italia ha sempre avuto ct stranieri. Eppure Massimo Cuttitta, ex pilone azzurro fino al 2000, è stato chiamato nel 2009 dalla nazionale scozzese, vincitrice di 22 edizioni del Torneo conosciuto oggi come 6 Nazioni, come allenatore degli avanti. Insomma, l'ennesima eccellenza tecnica che se n'è andata fuori dai confini.

Giornata di sport per bambini sordi organizzata dalla Polisportiva Silenziosa Romana

Polisportiva Silenziosa Romana è un'associazione sportiva dilettantistica affiliata ASI nata per dare a persone sorde la possibilità di agire socialmente da protagonisti grazie allo sport. E' quindi una realtà che meglio di ogni altra esprime i valori in cui si riconosce il nostro Ente di Promozione Sportiva: lo sport come strumento di inclusione sociale e di superamento delle diversità, come elemento di aggregazione e civiltà. 

Domenica 16 ottobre si è tentuta a Roma una giornata organizzata proprio dalla Polisportiva Silenziosa Romana in cui moltissimi bambini sordi e non, tutti assieme, hanno potuto cimentarsi in varie specialità di atletica leggera. Grande la partecipazione e l'entusiasmo, molta la voglia di vivere e di non sentirsi 'diversi'.

Nella gallery in calce il foto racconto della giornata.