​Un fermento lattico ci aiuterà

Un fermento lattico fisiologico, il Lactobacillus rhamnosus HN001, può aiutare ad avere un "buon sonno": lo mostra uno studio dell'Università del Colorado negli Stati Uniti, condotto in collaborazione con la School Medicine della University of California e il Mead Johnson Nutrition (Evansville – USA) e pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Behavioral Neuroscience. Si tratta di uno dei numerosi recenti studi che mostrano come i probiotici e il microbiota intestinale, cioè batteri "buoni" che vivono in maniera simbiotica con l'uomo, possono influenzare la qualità del sonno.

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​A pausa pranzo vince il minestrone

In una società sempre più fluida come quella di oggi, quali sono le caratteristiche principali che contraddistinguono le abitudini degli italiani in pausa pranzo? Innanzitutto, il fattore tempo. La pausa pranzo fuori casa difficilmente dura più di 40 minuti, sia per studenti che per lavoratori. 1 lavoratore su 5 pranza in meno di 20 minuti. Lo stesso vale per gli studenti, tanto che il 19% impiega meno di 20 minuti per la pausa pranzo fuori casa e il 52% tra i 30 e i 40 minuti. E’ quanto emerge da una indagine condotta da Nomisma per Cirfood su un campione di 1.200 tra lavoratori e studenti che fanno la pausa pranzo fuori casa regolarmente almeno 2 o 3 volte alla settimana. I dati della ricerca parlano chiaro: si consumano soprattutto pasti cucinati e portati da casa (65% dei lavoratori e 78% degli studenti) o acquistati già pronti da mangiare o solo da scaldare, come insalatone, zuppe e panini (52% dei lavoratori e 53% degli studenti).
 
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​Otto bicchieri d’acqua al dì per sciogliere i kg di troppo

Sono in tanti ad avere qualche chilo di troppo. Accumulato durante l'inverno, scorie dell'ormai lontano periodo natalizio nel quale “si rischia un’assunzione di circa 1.000 calorie in più al giorno, che possono causare un aumento di peso", spiega la dottoressa Elisabetta Bernardi, biologa specialista in Scienza dell’Alimentazione e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino. "Questo incremento però non è dovuto solo alla maggiore quantità di cibo che si assume ma anche all’abitudine di mangiare in questo periodo alimenti molto calorici trascurando invece frutta e verdura”. Chili e abitudini difficili da smaltire nei mesi seguenti…
Il primo consiglio per ritrovare la forma è quindi quello di tornare ad un’alimentazione equilibrata, riducendo dolciumi, bevande alcoliche e piatti elaborati. Un altro elemento importante che aiuta a perdere peso è ricominciare – o cominciare – a seguire una moderata e costante attività fisica. Un accorgimento semplice ma non scontato è invece quello di seguire una corretta idratazione bevendo ogni giorno almeno 8 bicchieri d’acqua.
 

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​Stress e cattivo umore? Tutta colpa del freddo

Con l’arrivo della stagione invernale, il nostro organismo risente dei cambiamenti in atto: aumenta l’umidità, scendono le temperature, diminuiscono le ore di luce, le giornate si accorciano e tutto questo porta un senso di depressione e malessere generale. Disturbi stagionali da non sottovalutare che, in questo particolare periodo dell’anno, tendono ad acuirsi.
Il dottor Alfonso Piccoli, Responsabile dell'Unità Operativa di Medicina Interna presso l'Istituto Clinico San Rocco di Brescia spiega che “esiste una vera e propria sindrome, inquadrata con l’acronimo SAD (Seasonal Affective Disorder) ovvero disturbo affettivo stagionale, che quando si struttura trova una sua importanza su un codice diagnostico vero e proprio. Un tempo ci si limitava a parlare di malesseri passeggeri che, nella maggioranza dei casi, si tendeva a minimizzare. Oggi, invece, quasi il 40% della popolazione è affetta da depressione stagionale che, come si evince dal termine, comporta disagi sia di natura fisica, sia psichica. Non è un caso, quindi, se in questo periodo dell’anno le farmacie registrano un’impennata nell’acquisto di psicofarmaci ed integratori”.

I sintomi della SAD

  • disturbi neurovegetativi
  • variazioni del tono dell’umore
  • mancanza di voglia e difficoltà ad alzarsi la mattina
  • cefalea
  • scarsa attenzione o difficoltà nel concentrarsi
  • calo del desiderio sessuale
  • ansia
  • depressione
  • irritabilità
  • insonnia
  • malinconia
Se vi riconoscente in questa sintomatologia, è quasi certo che denuncerete, con conseguente peggioramento di alcuni dei più frequenti disturbi intestinali in particolare gastrite, bruciore di stomaco e sindrome del colon irritabile.
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Progetto Happy Age, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di cui all’art. 75 CTS. D.Lgs 117/2017. Avviso 1/2017

​Non è mai troppo tardi per mettersi in gioco

Lo stato fisico e il benessere di un soggetto si misurano non in base al trascorrere del tempo, ma dal modo in cui ciascuno è predisposto ad affrontare la propria età anagrafica. Questo vale anche – e soprattutto – dai settanta in su. Lo rivela il volume “70… E ADESSO?” di Edra (Edizioni LSWR) scritto dal medico britannico Muir Gray. Il testo spiega che non è mai troppo tardi per imparare a vivere bene la propria età: l’autore lo fa attraverso una vera e propria ‘chiamata alle armi’, rivolta a chi ha già spento le settanta candeline e per invitare tutti alla prevenzione. Il primo incitamento è di diventare più attivi, mentalmente e fisicamente, di mettersi in gioco nella vita quotidiana e di dedicarsi maggiormente agli altri per migliorare la propria salute. Il professor Gray sollecita a prendersi cura di sé prima possibile, ricordando che ‘non è mai troppo tardi’ per iniziare. Del resto, l’Italia è addirittura uno dei Paesi più longevi d’Europa, con oltre due milioni di persone che hanno più di 85 anni, quindi risulta fondamentale arrivarci al meglio.
 

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