Domenica 4. Appuntamento con un raduno ciclistico amatoriale a Pavia.
Una non competitita. Dalla città lombarda fino in collina e ritorno. Andatura controllata, massima velocità consentita, 35Km orari in pianura. Una macchina in testa a dettare il passo e, al termine di ognuna delle tre salite previste dal percorso, i primi aspetteranno l’ultimo concorrente: per proseguire insieme.
Fin qui tutto normale se non che, ad organizzare questo evento è il Team Elia, primo gruppo a disputare una gara di mediofondo in Italia nel post Covid: ed è proprio per questo che anche da fuori regione sono arrivati ciclisti per correre, il primo agosto, la 100 chilometri di Vigevano.
L'Associazione Team Elia è nata nel 2012 e, da otto anni, è affiliata ASI. Circa 35 componenti oggi, corridori che partecipano a gare agonistiche e amatoriali.
"Nel pavese organizziamo almeno 20 gare ogni anno. Siamo un gruppo prolifico, pieno di iniziativa", spiega Donatello De Felice, Presidente del Team Elia (FOTO IN BASSO). "Il nome dell'associazione è legato alla nascita di mio figlio Elia, proprio nell'anno in cui abbiamo dato vita anche al nostro sodalizio ciclistico. Quando era mio padre, ad organizzare corse, mi rimase impresso il nome di un team, la Geremia di Benevento. Tutto è nato da quel ricordo.
Davanti abbiamo una serie di eventi: dalla sgambata del 4 ottobre alla nuova edizione della 100 chilometri di Vigevano che si svolgerà l'11 ottobre".
Alessandro Mucci ha portato la bandiera di ASI per cinque regioni, nei luoghi del Centro-Italia colpiti a più riprese dal sisma. Milleduecento chilometri percorsi per un ‘tour’ dal grande significato simbolico
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Dieci tappe, cinque regioni attraversate, 1200 chilometri percorsi, da San Donato Val di Comino toccando luoghi simbolo e tristemente famosi per gli ultimi, terribili, terremoti: Norcia, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Accumuli, Arquata del Tronto, Amatrice e L’Aquila. Un viaggio in solitudine e totale autonomia, in bicicletta, una borsa al seguito e un progetto di raccolta fondi. Il protagonista di questa piccola impresa è Alessandro Mucci, triatleta, ex rugbista e, attualmente Social Media Manager freelance con la passione per la bicicletta. E del settore ASI è anche ambasciatore responsabile del gruppo di lavoro "promozione iniziative benefiche collegate alla bicicletta".
“Ho deciso di partire alla volta del Centro Italia, nelle zone colpite dai terremoti degli ultimi anni, per un progetto che mi ha percorrere circa 1200 km con oltre 21.000 metri di dislivello. Devolvendo l’intero ricavato di questa iniziativa – sottolinea Alessandro – all’AIRC (Associazione Italiana Ricerca Cancro)”. "Mucci è un atleta importante e di grande sensibilità che si sposa con la nostra intenzione di curare le iniziative di solidarietà", spiega Gino Iaculli, Responsabile del settore nazionale.
Alessandro, come è andata? “1200 km in bicicletta in totale autonomia con oltre 20.000 metri di dislivello nelle zone terremotate del Centro Italia per la lotta sui tumori.
Sono partito da San Donato Val Comino, un delizioso borgo in Ciociaria perché quest’anno ho voluto ribadire il concetto molto importante di vacanze #InItalia. Ma non quella Italia, stupenda ma un po’ convenzionale, piuttosto quella parte di Italia inesplorata ma dalle mille risorse.
Allora eccomi qui a pedalare da solo in una terra magica, che io stesso conosco perché di origine abruzzese”.
Perché questo viaggio? “Ho deciso di intraprendere questo viaggio perché a gennaio 2020 mia mamma purtroppo si è ammalata di un tumore molto brutto al pancreas. Tra la quarantana e la sua malattia ho maturato questa folle idea che ho deciso di realizzare appena possibile. Sono molto contento di come sia andato il mio viaggio e sono fiero di aver rappresentato ASI in queste zone tristememente famose.
A questo proposito mi sento in dovere di dover ringraziare Gino Iaculli per avermi accolto nella famiglia ASI.
La chiamata di Gino mi è rimasta molto impressa perché è la testimonianza vivente che se ad una cosa credi davvero, quella poi si realizza e delle volte si realizza ancora più bella rispetto a quello che ti eri aspettato.
Spero già solo con questo concetto di poter trasmettere un messaggio di resilienza a non arrendersi mai, ma anzi ad impegnarsi sempre a fondo su qualcosa perché prima o poi, come è successo a me, le cose si realizzano”.
Che esperienza è stata? “Molto dura dal punto di vista fisico perché, oltre alla difficoltà intrinseca della mia avventura, ho trovato anche molto caldo lungo il percorso.
Anche in questo caso però tendo a vedere il bicchiere mezzo pieno. Dopo la malattia di mamma, che per fortuna non ho aggiunto ma sta abbastanza bene considerando quello che le è stato diagnosticato, ho cambiato proprio il modo di vedere le cose. Tendo sempre a ricercare gli aspetti positivi nelle cose piuttosto che quelli negativi. Ed in questo caso devo dire che sono stato fortunato a trovare bel tempo perché sicuramente con la pioggia le cose sarebbero state molto più complicate. Almeno in questo caso ci ho guadagnato una bella tintarella in omaggio.
Scherzi a parte, sono fiero di aver portato il mio messaggio di speranza in queste meravigliose zone. I tumori colpiscono ogni anno oltre 350.000 persone ma non dobbiamo mai arrenderci perché la malattia non vince finché la testa continua a dare battaglia”.
E le emozioni legate al fatto di aver attraversato i luoghi simbolo dei terremoti degli ultimi anni. “Sicuramente se non fosse stato per questo viaggio non avrei mai visitato quelle zone e non mi sarei mai reso conto con i miei occhi della reale situazione. A 4 anni dal terremoto di Amatrice, ed a ben 11 da quello di L’Aquila, la situazione è ancora molto complicata. In alcuni punti le strada hanno appena riaperto, le macerie non sono state tolte ovunque e di ricostruzione (eccezione per L’Aquila) non se ne parla.
Ho provato una sensazione molto strana attraversando quei luoghi perché mi è sembrato come se fosse appena successo il terremoto, invece sono passati già 4 anni”.
In Abruzzo le tue origini “A L’Aquila la situazione per fortuna è un po’ diversa perché di anni ne sono passati ben 11. Però anche li ho trovato una grande difficoltà. Le gru crescono come funghi nel centro storico anche se ad oggi mi è stato detto che circa il 40% degli edifici è stato ricostruito".
Ho inoltre attraversato la tristemente famosa Rigopiano in cui sono morte 29 persone a causa della valanga. "Ho scalato alcuni dei passi appeninici più famosi nel ciclismo, su tutti vale menzionare Terminillo, Campo Imperatore e Blockhaus. Cime mai affrontate. Ho ripercorso le curve e i tornanti che hanno fatto la storia del Giro. Pantani nel ’99 a Campo Imperatore ha fatto una magia. Forse un po’ anche io perché mentre salivo con la nebbia. Non si vedeva a 20 metri…
Terminillo è stata la più dura. Giornata caldissima. Salita interminabile. Quando arrivi a 1900 metri, paesaggio dolomitico, è qualcosa di speciale".
Hai portato la bandiera ASI in quei luoghi simbolo “E’ stata sempre con me e ho scattato una foto di fronte alla basilica di Norcia. Sono felice di questo viaggio, sono felice del supporto ricevuto da ASI, sono felice della fantastica accoglienza e dell’ospitalità che ho trovato e spero davvero nel mio piccolo di aver contribuito a portare un messaggio importante. Insieme ad ASI”.
Verona, 17 febbraio 2020: un vero week end di passione. Quella per le due ruote a pedali, protagoniste assolute di CosmoBike Show che vede nell'organizzazione Davide Magnabosco Consigliere Nazionale ASI. Il nostro Ente era presente come partner istituzionale dell'evento da anni. In uno spazio dedicato, in particolare, ha presentato le iniziative del Settore Ciclismo. Il festival della bici ha chiuso ieri la due giorni dedicata agli appassionati della bicicletta, declinata tra sport, spettacolo, e-bike, cicloturismo, incontri con i campioni del presente e del passato. L’evento ha registrato oltre 35mila visitatori, in crescita rispetto ai 32mila dell’edizione precedente. Tutti in fiera a Verona per scoprire le ultime novità del settore portate da 180 grandi marchi come Scott, Merida, Bosch e Canyon, e con la possibilità di provarle direttamente sulle piste speciali allestite per i bike test. Verona si conferma così capitale della bici, dopo aver ospitato a giugno 2019 anche la tappa finale a cronometro del 102° Giro d’Italia, partita proprio dalla fiera. "Dopo il debutto nel 2019 nella nuova veste di festival – ha detto Flavio Innocenzi, Direttore Commerciale di Veronafiere – CosmoBike Show ha confermato la validità del format in grado di riunire il mondo della bicicletta, in un momento dell’anno in cui i vari brand possono mostrare e far provare le novità della stagione ciclistica appena iniziata. Gli appuntamenti con gli ospiti e i talk de La Gazzetta dello Sport sono poi il valore aggiunto di un evento che piace al mercato, alle aziende e agli appassionati".
I 40 talk targati Gazzetta dello Sport, anche quest’anno, hanno trasformato la fiera in un momento di grande coinvolgimento per pubblico e addetti ai lavori. Nella giornata di domenica sono andati in scena la presentazione del Campionato italiano professionisti, nato da un’idea del ciclista Filippo Pozzato, e gli appuntamenti con due aziende che hanno scritto la storia della bici in Italia: De Rosa e Wilier Triestina. Tra gli ospiti vip, dopo le acrobazie sabato dello scozzese Danny MacAskill in sella a un’ebike Santa Cruz, ieri è stata la volta di Marco Aurelio Fontana, medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Londra 2012 nel cross country e ora esperto pilota di mountain bike elettriche.
Le opportunità legate al turismo in sella sono state sempre al centro di CosmoBike Show. Nella giornata conclusiva si è parlato del rapporto tra operatori cicloturistici e albergatori. FIAB Onlus ha illustrato anche il progetto Aida, l’Alta Italia da attraversare, inserito nella rete Bicitalia per collegare le città del nord come Torino, Milano, Verona, Venezia e Trieste. Molto interesse anche per le nuove prospettive di utilizzo delle ferrovie dismesse trasformate in ciclovie e per il trasporto della bici sui treni. Ferrovie dello Stato, infatti, era in fiera a Verona con Trenitalia, RFI e Fondazione FS per presentare l’intermodalità treno-bici e le nuove iniziative che vanno nella direzione di rinnovare la flotta di treni sempre più in ottica bike friendly.
Si è conclusa con successo l’8a edizione de L’Artica, la cicloturistica ASI per bici e abbigliamento d’epoca per chi non teme il freddo, che si snoda sulle strade e sui sentieri dei Colli Berici nel mese di gennaio, segnando il primo appuntamento dell’anno per il circuito di eventi dedicati al ciclismo d’epoca.
L’Artica 2020 è stata una grande impresa sotto molti punti di vista: l’evento ha visto la partecipazione di 700 iscritti, donne e uomini, il cui più giovane è un sedicenne.
In questa edizione le richieste sono state superiori al numero al quale l’organizzazione, per ragioni di ottima riuscita dell’appuntamento, ha deciso di fermarsi. Gli appassionati ormai conoscono l’Artica e iniziano ad arrivare da oltralpe dimostrando come l’interesse verso il cicloturismo sia internazionale: iscritti da Austria, Stati Uniti, Germania, Spagna, Argentina, Belgio, Inghilterra e i nostri vicini di casa della Repubblica di San Marino, hanno potuto ammirare gli splendidi paesaggi del luogo sfoggiando destrezza in sella alle loro bici d’epoca, abbigliati in ricercatissimi capi vintage legati al mondo del ciclismo ma non solo. Da segnalare la partecipazione di due grandi nomi per il ciclismo: l'ex professionista Angelo Furlan e Giancarlo Brocci, fondatore dell’Eroica.
Con riferimento alla convenzione tra ASI e FCI, Federazione Cliclistica Italiana, ci preme informare tutti i sodalizi associati, che ASI intende procedere al rinnovo della convenzione in essere e che si farà carico di promuovere, al più presto, un incontro con la Federazione stessa, aderendo a tutti i principi ed indirizzi che la Federazione intenderà dettare, così come fatto in passato; allo scopo di partecipare alla crescita del movimento sportivo italiano.
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