28.11.2015
Ripensare lo sport per spendere meglio?
ASI più e più volte ha trattato nella sua rivista interna Primato (qui l'archivio) il tema della necessità di rivedere l'attuale ordinamento del sistema sportivo italiano. Molte i motivi alla base della tesi e molte le argomentazioni a suo supporto. Molte anche le speranze riposte nell'elezione del nuovo Presidente CONI Giovanni Malagò. Ad oggi alcune cose sono cambiate – la più evidente la riforma della giustizia sportiva e l'impegno nel promuovere lo sport a partire dalle scuole di base – altre invece sono rimaste immutate.
Ad esempio l'alto contributo offerto dai corpi militari italiani ai successi dello sport nostrano nelle principali competizioni internazionali: gli sportivi con le stellette sono responsabili dell'80% dei successi raggiunti.
Se c'è chi si interroga sull'eticità delle cospiscue sponsorizzazioni con cui alcuni atleti di Stato integrano lo stipendio che è pubblico, io penso all'opportunità odierna di un finanziamento pubblico al CONI, soggetto responsabile dell'organizzazione non solo dello sport olimpico ma di tutto il movimento sportivo italiano.
​Che senso ha prevedere circa mezzo miliardo di euro per il finanziamento del Comitato se di questa cifra solo pochi 'spiccioli' vanno nella direzione dello sport di base e se lo sport di vertice in pratica si automantiene nelle sue punte di eccellenza grazie ai gruppi militari già legati a stipendi pubblici?
Claudio Barbaro
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