31.01.2019

Sportivando

I fatti contano e rafforzano le parole

Ecco quello che il governo dovrebbe fare per dare sostanza e coerenza a quanto iniziato con la riforma degli aspetti di finanziamento allo sport.
Lo abbiamo detto salutando l’anno passato e lo ribadiamo con certezza oggi: il 2019 sarà  decisivo. Nel 2018 il Governo ha, infatti, ‘ben seminato’: grazie alla riforma degli aspetti di finanziamento al sistema sportivo – ovvero grazie al trasferimento della responsabilità  e del compito di sostegno allo sport alla Sport & Salute Spa e non più direttamente al Comitato Olimpico – l’esecutivo ha dimostrato la concreta volontà  di modificare l’eccessiva delega che, nel corso del tempo, era stata affidata al CONI, unico vero dominus nella gestione strategica, economica e operativa del movimento sportivo nel suo complesso.
Evidentemente, troppa l’importanza sociale ed economica assegnata allo sport da questo governo, per permettere un disimpegno da parte dello Stato.
Come ASI siamo stati tra i primi e i più sinceri ad apprezzare i sottesi di questa riforma e il suo valore in un contesto di conservatorismo, divenuto nei fatti un ostacolo alla crescita e al miglioramento del settore.
Lo abbiamo fatto perché crediamo nella necessità  di un cambiamento e nella volontà  della maggioranza di riequilibrare i rapporti consolidatisi all’interno del nostro mondo e di valorizzare quelle componenti che in questo lo sostengono nella sua interezza.
Tuttavia, come abbiamo avuto modo di dire in altre occasioni, ci aspettiamo che i primi fatti vengano sostenuti da altri in grado di andare nella stessa direzione. Vigiliamo e vigileremo affinché ciò avvenga, persuasi di come un mutamento disegnato e calato nel sistema – per quanto apprezzabile nei presupposti e nelle conseguenze attese – abbia poi bisogno di un’ampia condivisione affinché si sostanzi nella sua integrità  e sia destinato a durare nel tempo. Le reazioni di chiusura da parte di alcuni dei principali attori del sistema sportivo, fatte registrare sin dagli esordi di questa partita, sono peraltro un importante indicatore della portata dei cambiamenti disegnati su carta. Questo deve indurre il governo a trattare con estrema accortezza la materia, dimostrando grande sensibilità  politica. E la politica – come sappiamo bene – è fatta anche di gesti, di liturgie che, per quanto insignificanti agli occhi dei più, sono in realtà  segnali di comunicazione fondamentali.
Per questo, il fatto che sino ad oggi l’esecutivo abbia incontrato prevalentemente alcuni presidenti delle maggiori Federazioni è un fatto da non trascurare.
All’indomani di un provvedimento che ha portato il finanziamento delle FSN, degli EPS e delle DSA dal CONI all’esterno del sistema sportivo, cioè all’interno dello Stato, in capo ad una società  pubblica, il governo ha deciso di ricevere i vertici di alcune Federazioni Sportive. Uomini di sport un tempo abili nel sensibilizzare il Comitato Olimpico rispetto alle loro specifiche esigenze. Uomini che, però, nel loro essere esponenti dello sport di vertice non rappresentano certo la maggioranza del movimento – come peraltro dimostrano i numeri del registro del CONI, strumento utile soprattutto nel suo essere veicolo oggettivo e trasparente nella rappresentazione dello sport istituzionale italiano.
Riteniamo ovviamente legittimo e comprensibile il dialogo che, a regole mutate, i vertici di alcune Federazioni hanno voluto avviare probabilmente per ottenere informazioni e condividere preoccupazioni. Tuttavia, non possiamo non mettere in luce come nessun altro stakeholder per adesso sia stato ricevuto dalla maggioranza di governo. Intenzionale o meno, politicamente questo sbilanciamento potrebbe essere letto da alcuni come contraddittorio rispetto agli indirizzi che hanno guidato la riforma o, peggio ancora, come il segnale di un mutamento gattopardiano.
Noi non lo crediamo; e non crediamo nemmeno che ci sia un’errata percezione da parte dell’esecutivo riguardo l’effettiva consistenza numerica delle singole componenti del nostro mondo; crediamo piuttosto che il governo giallo-verde si stia scontrando con tutta una serie di dinamiche e meccanismi che solo chi ha avuto il privilegio e la possibilità  di vivere lo sport dall’interno può davvero conoscere. Eppure – e a maggior ragione – ci sentiamo di dover sensibilizzarlo sull’opportunità  di sostanziare le previsioni normative con aspetti formali volti all’equilibrio delle componenti e alla condivisione degli indirizzi e delle scelte. Lo crediamo sia per motivi tattici che strategici. Sicuri che le nostre considerazioni troveranno menti e cuori aperti e onesti, pronti a recepirle, continueremo a vigilare su questo processo di riforma che, per quanto difficile e complesso, riteniamo vitale per il nostro mondo.

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