12.04.2022
Istituzionale
Yuliya chiede la pace
Yuliya Mayarchuk, l’attrice che in Italia ha raggiunto la popolarità in Italia, oggi istruttrice di ASI, ci racconta, con angoscia e speranza, la guerra che sta stravolgendo il suo Paese.
Yuliya Mayarchuk, attrice ucraina che ha trovato in Italia la sua strada e la possibilità di lavorare nel cinema e in televisione. È diventata popolare con il ruolo da protagonista nel film Tra(sgre)dire e Faccia da Picasso di Massimo Ceccherini.
Oltre la carriera cinematografica ha avuto parti importanti in molte fiction televisive come, ad esempio, Distretto di Polizia, Carabinieri, R.I.S., Don Matteo, Incantesimo, Il Maresciallo Rocca e Il Commissario Montalbano. Da poco è entrata nella famiglia ASI, assumendo il ruolo di istruttrice. |
Quale il tuo stato d’animo per ciò che sta accadendo nel tuo Paese e quale messaggio vuoi mandare ai tuoi connazionali che stanno soffrendo?
“Da quando è iniziata la guerra sono davvero afflitta, preoccupata e addolorata. Anche adesso il l’apprensione per la sorte dei miei familiari, e del mio popolo, mi accompagnano quotidianamente insieme ad un senso, però, di grande speranza. Speranza che cresce, insieme ad un senso di fiducia verso il nostro popolo, quando sento i parenti, gli amici e quando seguo il notiziario ucraino. Proprio per questo ho sempre fiducia, perché credo che con la forza, il coraggio e il patriottismo degli ucraini si riuscirà ad arrivare alla fine di questa guerra ed arrivare alla pace. Non mi sento di mandare alcun messaggio perché non mi ritengo di essere io la persona più adatta, ma posso dire con grande sicurezza che sono orgogliosa del mio popolo che sta dimostrando un grande senso di unità affrontando tutto ciò come se fosse un’unica persona. Oltre a questo, vedo un grande senso di solidarietà perché so che ognuno sta aiutando in ogni modo possibile le persone più bisognose in questo momento così complicato. Sono felice e orgogliosa del mio popolo ucraino“.
L’Italia è il Paese nel quale vivi e lavori. Tanti gli aiuti umanitari. Ma pensi che l’occidente potrebbe fare di più per fermare questa guerra?
“Vivo e lavoro in Italia ormai da tanti anni. Non appena la guerra è cominciata è stato dimostrato subito un grande senso di solidarietà. Tante persone mi hanno chiamato. Privati, associazioni, gente normale chiedendomi come potevano dare una mano. Molti hanno fatto delle donazioni umanitarie; c’è chi ha portato il massimo che poteva, chi ha ospitato persone a casa propria. Insomma, vedo tanta partecipazione da parte degli italiani. Invece, per quanto riguarda la solidarietà diplomatica e dei governi, dalla testimonianza di chi vive in Ucraina, so che ci si aspetta di più. In special modo, vorrebbero che si chiudesse il cielo con una no-fly zone per impedire agli aerei militari di bombardare i civili. Questa è sicuramente la prima richiesta avanzata verso i governi dal popolo ucraino e, probabilmente, da questo punto di vista ci si dovrà attivare di più attraverso una più permeante azione diplomatica“.
Hai dei parenti e amici che vivono in Ucraina? Cosa ti dicono?
“I miei familiari e molti dei miei amici vivono attualmente in Ucraina e stanno passando un momento davvero difficile. Molti di loro, per fortuna, sono riusciti già ad uscire dal paese e si sono spostati all’estero. Una parte della mia famiglia verrà qui in Italia ma ci sono tante altre persone che, invece, non vogliono lasciare la loro patria perché possono essere utili li. Si sta cercando principalmente di far uscire le donne e i bambini. Altri ancora non hanno paura e si stanno attivando per fare qualsiasi cosa sia necessaria. Chi ha la macchina porta le medicine o i viveri a chi è impossibilitato a muoversi, altri costruiscono i blocchi contro i carri armati e altri ancora cucinano per l’esercito ucraino. C’è un grandissimo senso di solidarietà e il popolo ucraino crede fortemente di uscire vincitore da questa guerra“.
Cosa pensi di fare personalmente in un momento così delicato?
“Personalmente credo che l’unica cosa che posso fare sia quella attivarmi dal punto di vista della comunicazione per cercare di far arrivare l’informazione più reale possibile dall’Ucraina. Purtroppo, arrivano tante fake news e anche essere informati è una grande cosa. Inoltre, mi sto attivando molto per gli aiuti umanitari collaborando con associazioni che inviano direttamente le provviste in Ucraina. E ancora, quel che sto facendo con più forza, è fare da tramite per trovar famiglie italiane che possano accogliere persone che hanno abbandonato tutto per la guerra. Questo, proprio grazie alla mia conoscenza dell’Italia, degli italiani ma anche degli ucraini“.
Tra i potenti che si “spartiscono” la terra chi soffre veramente è il popolo, da una parte e dall’altra. Negli anni spesso la politica internazionale non ha tenuto conto degli interessi dei cittadini privilegiando interessi economici e politici. Che ne pensi?
“Da quando il mondo è mondo la politica e l’economia hanno sempre regolato la vita degli esseri umani. Forse ora qualcosa è cambiato, ma non troppo! Con questa grande tragedia sotto gli occhi di tutti, in Ucraina, nel cuore d’Europa tutti hanno visto cosa sta accadendo. Il grande dolore, la distruzione, la perdita delle famiglie che lasciano i propri cari e i propri bambini, le persone che perdono casa ed ogni loro avere. Spero con tutto il cuore che questa grande emergenza ammorbidirà il cuore dei potenti e che gli faccia pensare realmente e concretamente all’interesse della gente comune, in ogni parte del Mondo”.
Ci racconti la tua gioventù in Ucraina?
“Sono nata e cresciuta nell’ex Unione Sovietica, in Ucraina e, a dire il vero, ho avuto un’infanzia molto felice perché si viveva molto bene. Le famiglie erano serene, c’era tanta speranza e un grande senso di patriottismo. Erano dei bei tempi ma sono ricordi legati a quando ero bambina e non adulta. Poi ho ricordi dell’adolescenza in cui ho vissuto in Siberia, in Russia, e quelli sono stati anni bui. Era il periodo della perestroika e c’erano tante mancanze di materie prime e il paese viveva in difficoltà. Nella mia vita ho vissuto l’ex Unione Sovietica, la Russia e l’Ucraina, che poi è diventato un popolo indipendente. Ho sempre visto un grande legame tra Ucraina e Russia sentendo anche quest’ultima come un mio paese. Questa guerra ha seminato tanto odio tra i popoli ma spero che col tempo si riuscirà a costruire il reciproco rispetto che c’è sempre stato, quello che ricordo nella mia infanzia”.
Anche tu nel mondo di ASI
“Sono diventata istruttrice ASI da qualche mese e so che ASI sta facendo moltissimo per attivarsi con aiuti umanitari per l’Ucraina e mi sento davvero orgogliosa di far parte di questa famiglia. In più, proprio con Antonio Moccia, mio agente con The Mac Live e referente ASI Spettacolo Abruzzo, stiamo preparando degli eventi sportivi per l’estate che saranno molto coinvolgenti. La cosa, però, che in questo momento voglio sottolineare è che è magnifico che un Ente come ASI abbia preso parte sostenendo l’Ucraina in un momento così difficile”.
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