21.02.2025
Sedentarietà. L’Italia è quarta (in negativo) tra i Paesi OCSE, ma migliora
La presentazione del Rapporto dell’Osservatorio Valore Sport
I risultati della terza edizione dell’Osservatorio Valore Sport sono stati presentati durante il Forum annuale presso la Sala Autorità dello Stadio Olimpico di Roma. L’evento ha visto la partecipazione di business leader, rappresentanti delle istituzioni, esperti e stakeholder del mondo dello sport. L’Osservatorio Valore Sport ha confermato che l’attività fisica non è solo una questione di benessere individuale, ma un asset strategico per il futuro del Paese. Con politiche mirate e investimenti adeguati, il settore può contribuire in modo significativo alla crescita economica, alla coesione sociale e al miglioramento della qualità della vita degli italiani. Il Rapporto Strategico “Osservatorio Valore Sport”, giunto alla sua terza edizione, ha posto l’accento sull’importanza di riportare lo sport e la cultura del movimento al centro dell’agenda politica italiana. Il documento, elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con istituzioni e aziende di settore, evidenzia il ruolo strategico dello sport per il sistema-Paese, quantificandone l’impatto in tre principali domini: socio-sanitario, economico e accessibilità.
I risultati più significativi
Il Paese registra ancora livelli di sedentarietà nell’area OCSE: l’80,3% degli adulti e il 91,7% dei ragazzi non raggiunge le linee guida OMS di attività fisica raccomandata, e secondo i dati Istat il 35% della popolazione non pratica mai sport.
La classifica dei peggiori Paesi OCSE per insufficiente livello di attività fisica tra gli adulti vede al primo posto la Turchia (94,6%), poi Portogallo (83,1%), Grecia (80,4%) e Italia (80,3%). La media OCSE è pari al 59,6%. rivoltando la classifica, la Svizzera è prima con un dato pari al 24,0%. La buona notizia è che il dato nel nostro Paese è in miglioramento di 5,6 punti percentuali rispetto a vent’anni fa, un segnale di crescente consapevolezza degli italiani sull’importanza di stili di vita attivi.
Anche l’accessibilità alle infrastrutture sportive in Italia presenta disparità territoriali. Il Paese conta 77.000 impianti sportivi, con una media di 131 strutture ogni 100.000 abitanti, un valore inferiore rispetto ad altre nazioni europee. Inoltre, il 44% degli impianti risale agli anni ’70-’80, con molte strutture obsolete, di cui l’8% inutilizzabile e oltre il 20% inaccessibile alle persone con disabilità. Anche le scuole soffrono di una carenza di spazi dedicati all’attività fisica: il 59,3% degli edifici scolastici non dispone di una palestra, limitando ulteriormente l’accesso allo sport per bambini e adolescenti.
L’occupazione attivata all’interno della filiera estesa dello sport segue le dinamiche positive del Valore Aggiunto. A fronte di una crescita media annua del +0,4% avvenuta dal 2012 al 2021, il trend occupazionale accelera fino al +2,9% all’anno dal 2021 al 2023, superando la media nazionale e dell’aggregato dei servizi (entrambi registrano un +1,9% negli ultimi due anni).
Attraverso il tracciamento sviluppato, che spazia dall’abbigliamento sportivo all’attrezzatura per palestre e per la pratica sportiva, emerge come l’export italiano di questo perimetro di prodotti sportivi sia pari a 7 miliardi di Euro nel 2022, incidendo per il 2,5% del mercato globale. La capacità di esportazione del Paese è aumentata del +50% negli ultimi 10 anni, ma la quota di mercato mondiale del Paese è risultata comunque in calo, in quanto il ritmo di crescita nazionale è stato inferiore alla media globale.
Le presenze turistiche legate allo sport (numero di arrivi moltiplicato per numero di notti pernottate) hanno un’incidenza ancora superiore agli arrivi, pesando per il 14% del totale e raggiungendo 63 milioni nel 2022, con una crescita del +11,5% dal 2019, 4,8 volte più accelerata della media nazionale.
L’impatto dello sport sulla società e sull’economia
L’analisi del rapporto ha dimostrato che la pratica sportiva genera benefici significativi in diversi ambiti:
- Dominio socio-sanitario: la sedentarietà rappresenta un fattore di rischio per la salute pubblica. L’incremento dell’attività fisica porterebbe a una riduzione dei costi sanitari e a un miglioramento della qualità della vita.
- Dominio economico: lo sport coinvolge molteplici filiere industriali, generando PIL e favorendo l’occupazione. Secondo il rapporto, il settore potrebbe passare dagli attuali 26,2 miliardi di euro di Valore Aggiunto a oltre 62,6 miliardi entro il 2050, con la creazione di circa 374.000 nuovi posti di lavoro.
- Dominio dell’accessibilità: l’accesso alle infrastrutture sportive è un elemento chiave per la diffusione dell’attività fisica. L’Indice Territoriale di Accessibilità allo Sport, sviluppato nel rapporto, ha evidenziato significative disparità tra le diverse aree del Paese, suggerendo investimenti mirati per colmare il divario.
Le proposte per il rilancio del settore
L’Osservatorio Valore Sport ha identificato una serie di raccomandazioni per incentivare lo sviluppo del settore:
- Sport in all policies: promuovere una strategia integrata che coinvolga almeno 13 Ministeri, riconoscendo lo sport come un driver trasversale per salute, istruzione, inclusione sociale ed economia.
- Sport for all: garantire l’accesso all’attività sportiva a tutte le fasce della popolazione, con programmi mirati per ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali.
- Maggiori investimenti pubblici e privati: incrementare i fondi destinati alle infrastrutture sportive, con particolare attenzione a impianti scolastici, spazi pubblici e aree urbane attrezzate.
- Valorizzazione dello sport come attrattore turistico ed economico: incentivare eventi sportivi di rilievo internazionale per migliorare la competitività dell’Italia nel mercato globale dello sport.
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