30.10.2016
Istituzionale
Scuola dello Sport CONI: 50 anni e non sentirli
Quest'anno la Scuola dello Sport del CONI ha celebrato mezzo secolo di vita. Un'analisi sul numero di ottobre del magazine ASI Primato a firma di Augusto Frasca ripercorre la storia di un'istituzione nata nel 1966 da una geniale intuizione del Presidente Giulio Onesti.
LE ORIGINI DELLA SCUOLA DELLO SPORT CONI
La stagione 1966 fece registrare una delle migliori raccolte mai realizzate nella storia ultracentenaria dello sport italiano. Fu nel dicembre precedente, ventiduesima sessione del Consiglio nazionale del CONI, che tra gli affreschi di Angelo Canevari e Luigi Montanarini prese vita l’annuncio di Giulio Onesti volto ad istituire la Scuola Centrale dello Sport. Pochi mesi, e il 5 maggio 1966 quell’annuncio si trasformò in una decisione ufficiale della Giunta esecutiva. Grande iniziativa, in un anno pur tuttavia segnato dalla seconda tragedia collettiva patita dallo sport nazionale dopo lo schianto granata del 1949 sulla collina di Superga: Brema, altro aereo, l’anima giovane del nuoto distrutta tra quarantadue sventurati, nel rogo incancellabile di un Convair della Lufthansa, nei nomi e con i nomi di Bruno Bianchi, di Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Chiaffredo Rora, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Daniela Samuele, di Paolo Costoli e di Nico Sapio. Il 1966 dello sport fu anche stagione dei titoli mondiali persi da Nino Benvenuti e Salvatore Burruni, della sconfitta dell’Italia del calcio ad opera d’un oscuro nordcoreano a nome Pak Doo Ik, delle fulminanti affermazioni europee di Abdon Pamich, di Eddy Ottoz e di Roberto Frinolli sui terreni atletici di Budapest.
LA MISSION DELLA SCUOLA DELLO SPORT CONI
Della nascita della Scuola, il 2016 ha celebrato il cinquantenario. Poiché i documenti hanno un senso in qualsiasi ricostruzione storiografica, mette conto evocare i nomi di coloro che nell’occasione sottoscrissero quella nascita: Giulio Onesti presidente, Adriano Rodoni e Giuseppe Pasquale vice, Beppe Croce, Diodato Lanni, Renzo Nostini, Giosué Poli componenti, Mario Saini segretario generale. Assistenti, Giorgio de Stefani quale membro del Comitato olimpico internazionale, Marcello Garroni, Giordano Bruno Fabjan e Luigi Chamblant vice segretari generali. Sintetizzati testualmente in quattro capoversi, ecco gli scopi all’origine dell’iniziativa. Curare, attraverso corsi triennali, la formazione di personale altamente specializzato per la preparazione degli istruttori nelle varie discipline sportive per il loro inserimento nell’organizzazione sportiva nazionale. Organizzare corsi di perfezionamento, aggiornamento e specializzazione per gli istruttori di educazione fisica e delle varie organizzazioni sportive. Promuovere il progresso di studi e ricerche volti ad utilizzare, nel campo dello sport, i dati e i contributi offerti dalle principali scienze. Instaurare una rete di scambi, a carattere culturale e tecnico, con analoghe organizzazioni estere, al fine di seguire in ogni settore gli sviluppi delle varie discipline biologiche, pedagogiche e tecniche.
I PRIMI DIRIGENTI DELLA SCUOLA DELLO SPORT CONI
La Scuola nasceva nello stesso anno in cui, con la pubblicazione di un Libro Bianco, il Comitato olimpico nazionale metteva i governi dinanzi alle loro responsabilità a cospetto di una realtà imbarazzante, avviata fin dal 1946 e progressivamente moltiplicata con la crescita esponenziale dei concorsi pronostici legati al campionato di calcio: lo Stato finanziato da un pallone. Il caso volle che proprio dagli ambienti calcistici uscisse la nomina del primo direttore organizzativo della Scuola, Giuseppe Baldo, estrazione veneta, tra i superstiti della Nazionale condotta da quel grand’uomo che fu e resta Vittorio Pozzo, vincitrice nella rassegna olimpica berlinese del 1936 con le realizzazioni finali contro l’Austria, nei tempi supplementari, di Annibale Frossi. Il corpo docente fu estratto di peso dalla comunità scientifica e accademica nazionale e dalla crema tecnica delle varie discipline. Lo spazio non ne consente una citazione completa, ma si peccherebbe di superficialità ove si dimenticassero i nomi di Vincenzo Virno, Eugenio Enrile, Ferruccio Antonelli, Vincenzo Cappelletti, Sisto Favre, Annibale Vitellozzi, Giorgio Oberweger, primo direttore tecnico, Antonio Dal Monte, Giuseppe Russo, Carlo Vittori, Nicola Placanica, Mario Di Gregorio, Nello Paratore, Riccardo Agabio, Giorgio Pessina, Natalino Rea, Costantino Dennerlein, Ercole Matteucci, Giancarlo Primo.
Da quell’iniziativa, con qualche variante in corso d’opera che sarebbe risultata vincente, e attraverso lunghe, ingombranti, travagliate burocrazie parasindacali, nacque una classe professionale, una nuova frontiera che consentì di mantenere per un trentennio, ad alti livelli di dignità, l’impianto dirigenziale nelle strutture centrali del Foro Italico e nelle federazioni sportive. Un impianto che in più occasioni, soprattutto nelle stagioni Ottanta e Novanta, fece da fertilizzante rispetto ad un ambiente disinvoltamente impoverito da dissennati, medioevali reclutamenti in massa, specie d’origine sabina. In parole povere, il meglio uscito dalla Scuola dello Sport fu il meglio capace di collegarsi con il meglio della precedente generazione di grandi dirigenti, quelli emersi nell’ultimo periodo del ventennio fascista e recuperati nell’immediato dopoguerra, i Bruno Zauli, i Mario Saini, Marcello Garroni, Giordano Bruno Fabjan, Virgilio Tommasi, poi affiancati da personaggi di varia estrazione e provenienza del livello di Mario Vivaldi, Donato Martucci, Angelo Menna.
Duecentotrentuno furono i Maestri dello Sport diplomati nei primi nove anni d’attività. Quella generazione, così nevralgica nella piccola grande storia dello sport, con i suoi epigoni, è da tempo esaurita, e v’è poco, all’orizzonte, che ne prometta una rinascita. Resta, dal 2013, a spolverare il passato, e a stimolare, nei limiti, il presente, un’Accademia. Chi ne sia curioso, vi si può imbattere nei primi metri dell’impianto dell’Acquacetosa, negli stessi scorci evocati nelle memorie romane di Goethe, proprio sotto lo sguardo in bronzo che la raffinatezza artistica di Dino Morsani dedicò all’uomo che quella Scuola fortissimamente volle, e alla cui affermazione molto si impegnò.
1967-1969 – I CORSO DEI MAESTRI DELLO SPORT
Tommaso Assi atletica, Felice Baldini atletica, Manlio Benigni canottaggio, Pietro Boscaini nuoto, Carlo Buldrassi lotta, Gianfranco Carabelli atletica, Antonino Caudullo lotta, Luigi Cimnaghi ginnastica, Roberto Contento atletica, Giacomo Crosa atletica, Giovanni Del Franco pallacanestro, Carlo Devoti atletica, Italo Di Antonio pallacanestro, Giuseppe Gentile atletica, Maurizio Giovannini nuoto, Edoardo Gregori ciclismo, Ermanno Iaci pallacanestro, Angelo Lavarda ciclismo, Giovanni Leali calcio, Pietro Masera pesistica, Pasquale Mazzeo atletica, Joseph Messner atletica-sci, Luciano Mica atletica, Carmelo Pallara pesistica, Tullio Paratore pallacanestro, Alessandro Pica calcio, Arcangelo Pinelli scherma, Carlo Piovan pesistica, Augusto Rosati ciclismo, Sandro Rossi pallanuoto, Giovanni Russo pallacanestro, Giuliano Spingardi canottaggio, Guido Vantaggiato calcio, Romano Veneri atletica, Giuseppe Vitti pallacanestro, Carlo Vivio nuoto, Giosuè Zenoni ciclismo. Tra i docenti, al termine del primo corso furono nominati Assistenti dei titolari degli insegnamenti Assi, Buldrassi, Cimnaghi, Crosa, Lavarda, Masera, Paratore, Spingardi, diplomati con 110 e lode e proposta di pubblicazione, più Rossi, Di Antonio, Gentile, Pinelli.
ACCADEMIA DEI MAESTRI DELLO SPORT
È stata istituita il 9 maggio 2013. Presidente è Gianfranco Carabelli, vice Ernesto Zanetti, segretario Alessandro Pica, consiglieri Marcello Standoli, Carlo Devoti, Daniele Cimini, Giuseppe Antonini, probiviri Maurizio Gamba, Angelo Lavarda, Michele Maffei.
17.12.2024
Istituzionale
Assemblea nazionale elettiva 2024. Barbaro: “Non sapete cosa vi siete persi”
“Riparto dai festeggiamenti del trentennale: tante delle persone che quel giorno erano in sala c’erano anche nei giorni della nascita di ASI. Vedendo...
06.12.2024
Istituzionale
ASI festeggia con la sua gente
Il finale della grande festa di ASI… come a rievocare l’inizio. L’inizio...