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10.11.2015

Istituzionale

Una petizione per fermare la strage della violenza contro le donne

Mancano ancora un po' di giorni al 25 novembre, data assegnata alla giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma ASI Associazioni Sportive e Sociali Italiane continua quotidianamente nella sua opera di sensibilizzazione contro una forma di violenza che, nel corso degli anni, ha causato una strage difficile da arrestare. Non e' bastata la relativamente recente legge contro lo stalking a contrastare un fenomeno che si alimenta della paura delle donne e della loro vergogna e si perpetua con una cultura per certi versi sessista, in virtu' della quale la donna e' ancora oggi vista come "sesso debole".

Giordana, amica di ASI, vittima di una giustizia imperfetta
Come Ente di Promozione Sportiva convinto che lo sport sia un importante veicolo di messaggi sociali, ASI sente particolarmente il tema. A maggior ragione oggi, quando siamo coinvolti da vicino. Ce lo racconta il nostro comitato ASI Catania, che ancora piange una sua carissima amica.
Giordana Di Stefano aveva 20 anni e un figlio di 4 quando e' stata uccisa: 42 coltellate inferte dal suo ex, Luca, fermato mentre cercava di fuggire in Svizzera. Reo confesso ha ammesso di non aver saputo accettare il rifiuto della ragazza di fronte alla sua proposta di riconciliazione. La denuncia per stalking fatta da Giordana non e' bastata; qualcosa non ha funzionato in questo come in altri casi .

Una petizione per fermare una strage
E' per questo che la madre di Giodana, Vera, e una sua amica, Roberta, attraverso una petizione hanno chiesto al Governo e al Parlamento di approvare subito un provvedimento di legge che richiami la proposta presentata nella precedente legislatura (ora decaduta) dall'On. Avv. Giulia Bongiorno, in base alla quale sia prevista una specifica aggravante con il carcere a vita per chi compie un femminicidio. Proposta che modificherebbe drasticamente la sanzione oggi prevista dal codice penale italiano: reclusione da 6 mesi a 4 anni, con la possibilita' di ampliamento della pena a seconda di determinate aggravanti.

Lo stalking nel sistema giuridico italiano

To stalk, ovvero braccare la preda, fare la posta. Questo il termine scelto per identificare un reato definito dall'articolo 612 bis del codice penale che ben descrive e rappresenta quella serie di comportamenti tenuti da un soggetto (lo stalker) nei confronti di un altro soggetto. Una persecuzione che turba la serenità della vittima generando un malessere diffuso, dalla paura all'ansia fino ad un mutamento dello stile di vita quotidiana e talvolta all'esaurimento.

I numeri della strage
Secondo una ricerca del dipartimento pari opportunità e dell'Istituto nazionale di statistica, uscita il 5 giugno 2015 e relativa al quinquennio 2009/2014, il 31,5 per cento delle donne italiane fra i 16 e i 70 anni ha subìto violenza fisica o sessuale almeno una volta nel corso della vita. Si tratta di circa 6 milioni e 788mila persone, una donna su tre: un dato impressionante.

Allarmanti i numeri del 2013 emersi nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, condotto da Eures e riportato da Ansa: nel 2013 sono state 179 le donne uccise, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le vittime sono quindi aumentate del 14%.
Con questi numeri, il 2013 ha la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% dei morti ammazzati (179 sui 502), "consolidando – sottolinea il dossier – un processo di femminilizzazione nella vittimologia dell'omicidio particolarmente accelerato negli ultimi 25 anni, considerando che le donne rappresentavano nel 1990 appena l'11,1% delle vittime totali".

Tolleranza zero nei confronti della violenza
Viste le allarmanti cifre ASI vuole sostenere la petizione di Vera e Roberta per aiutare a diffondere una cultura della tolleranza zero nei confronti di una violenza che non ha senso di esistere. Non in una societa' civile, nella quale la violenza come modalità educativa non ha piu' senso di esistere 

 

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