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12.09.2020

Istituzionale

Palestre scolastiche. La voce del territorio

A pochi giorni dall'inizio della scuola, ASI ha aperto il dibattito sulle palestre scolastiche che, dove chiuse, procureranno gravi danni al tessuto sportivo e sociale. L'esempio è stato quello di Fiumicino. La stampa ha, come di consueto, dato risalto alle nostre analisi. 
E, proprio su Fiumicino, abbiamo raccolto la voce del nostro Comitato Regionale che, sta dando da tempo battaglia sul territorio.

DAL COMITATO REGIONALE DEL LAZIO. 
Tutte le scuole del X Municipio di Roma e del Comune di Fiumicino, parliamo di decini di istituti e migliaia di alunni coinvolti, hanno scritto al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, esprimendo la loro forte preoccupazione per la ripresa delle lezioni in presenza, chiedendo di valutarne il differimento a dopo lo svolgimento del referendum costituzionale.
I presidi evidenziano che, nonostante gli sforzi messi in atto dai singoli istituti, ad oggi ci sono notevoli criticità derivanti da problematiche che non dipendono da loro, in primis l’organico del corpo docenti insufficiente, lavori edili per gli adeguamenti degli spazi ancora non conclusi e la totale mancanza di notizie relative alla consegna degli arredi scolastici.
Oltre ad alunni, professori e famiglie, chi rischia, anzi chi sta pagando le conseguenze maggiori di tutte queste incertezze è il mondo dell’associazionismo di base, che conta numerose associazioni sportive, con tutto il loro carico di atleti, che si vedono messo in discussione tutta la programmazione dell’anno sportivo che sta per cominciare.
Un grave pericolo minaccia dunque lo sport dilettantistico. Nelle Linee guida preparate dal Ministro Azzolina non viene risolto il problema delle palestre scolastiche che rischiano di essere adibite ad uso didattico e si fa riferimento ad interventi di 'edilizia leggera' nelle scuole per risolvere il problema del distanziamento 'riorganizzando', migliorando e valorizzando eventuali spazi già presenti. 
Associazioni e società sportive, che utilizzano le palestre in orario extra scolastico, stanno per essere messi alla porta. Si registrano, a conferma di questo stato di incertezza, le comunicazioni in arrivo a molte associazioni da parte degli Istituti, non in grado di garantire, allo stato attuale, la prosecuzione dei rapporti di convenzione. Associazioni, peraltro, che, con tutte queste incognite, avranno a loro volta difficoltà ad aprire le iscrizioni per il prossimo anno.

“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte di associazioni e società sportive che operavano nelle palestre degli istituti scolastici ai quali è stato comunicato che gli spazi non saranno più disponibili”, spiega Roberto Cipolletti Presidente del Comitato Regionale ASI Lazio. 
“Tutto questo sta mettendo a serio rischio l’attività che avrebbe visto coinvolti migliaia di praticanti delle numerose discipline sportive che, proprio grazie all’impiantiva scolastica, trovano l’opportunità di esistere. Basti pensare al basket ed alla pallavolo, ma anche alle arti marziali ed a numerosissime discipline definite ‘minori’ che rischiano di veder sfumare tutta la programmazione della stagione sportiva e vanificato il lavoro di anni. E’ scandaloso – continua Cipolletti – che, ancora nel 2020, lo sport sia considerato un elemento accessorio, da poter sacrificare sull’altare di normative inadeguate.
Non dobbiamo certo star qui a ricordare i benefici che l’attività sportiva, sia amatoriale che agonistica praticata con costanza e con programmazione, apporta alla cittadinanza tutta con ricadute sul sistema sanitario nazionale. Ed invece, oggi, ci ritroviamo a vivere una situazione surreale, dove con un colpo di spugna si sta cancellando la programmazione di un’intera stagione sportiva per numerose società ed associazioni. Questo avrà ripercussioni gravi anche sulle attività di quelle ASD o SSD non toccate direttamente dal problema, ma che si ritroveranno fare i conti con la mancanza di “offerta sportiva” da proporre ai propri atleti. Basti pensare ai tornei, ai campionati ed alle manifestazioni che si reggono proprio sulla possibilità di poter utilizzare gli impianti sportivi scolastici, o semplicemente che non avranno più il bacino di utenza idoneo per sopravvivere, venendo mancare le realtà che, partecipandovi, ne permettevano la realizzazione.
Sarebbe impensabile pensare di chiudere l’infermeria o la mensa scolastica
– conclude Cipolletti – e bisogna entrare nell’ottica che chiudere una palestra, o negarne l’utilizzo ad un’associazione che da anni li svolge la propria attività extracurriculare, sarebbe altrettanto grave e le conseguenze seriamente negative. Ci associamo al grido di allarme che numerose associazioni stanno lanciando, rivolgendoci alle istituzioni per salvare quello che è un bene primario della società: dare la possibilità a tutti, alunni e cittadini, di svolgere quella che è una pratica fondamentale per la salute ed il benessere: lo sport!”.

“Molte Associazioni Sportive stanno vivendo il dramma di vedersi negata la possibilità di proseguire la missione di garantire lo sport di base, e tanti sport come la Pallavolo rischiano di scomparire”: interviene sull’argomento anche Davide Mennuni Cocco, Responsabile ASI del Lazio per la Pallavolo. “Infatti, nella maggior parte dei casi, le associazioni svolgono il proprio lavoro all’interno di palestre scolastiche che in questo periodo vengono negate per essere utilizzate come aule aggiuntive o per paura e mancanza di organizzazione.
I Dirigenti scolastici si trovano spesso soli, con troppe responsabilità, e senza un supporto adeguato che genera una loro difficoltà per gestire i tanti alunni che sono ormai prossimi al rientro alle attività didattiche. Le normative, da tempo, permettono ai Dirigenti Scolastici di decidere dell’utilizzo o meno delle palestre che vengono date in concessione alle Associazioni dietro la vittoria di un bando pubblico. Nella attuale situazione di emergenza sanitaria, decidono di ‘fare fronte a una parte delle problematiche organizzative’ inibendo l’utilizzo degli spazi dedicati alle attività sportive. L’attuale ritardo organizzativo e la mancanza di comunicazioni chiare, a tutti gli attori del mondo educativo, riducono lo sport di base ad un lusso per pochi eletti. 
Va detto che la salute delle persone non si misura solo in emergenza sanitaria. Lo sport offerto dalle Associazioni sportive andrebbe supportato in questo momento più che mai, proprio per garantire salute a tutta la cittadinanza, che a breve lungo termine pagherà a carissimo prezzo la diseducazione motoria, sedentarietà e involuzione sociale dovuti a questo periodo di emergenza sanitaria gestito in modo primitivo. Ci rattrista e preoccupa scoprire che siamo governati dalla paura più che dalla speranza e buona volontà, valori imprescindibili per la ripartenza del paese. Le disposizioni sulla chiusura delle palestre alle Associazioni Sportive, mortifica completamente il movimento sportivo che tanto ha dato e da a tutta la popolazione. La mia solidarietà va a tutte le persone che si vedranno negato il diritto allo sport, il diritto alla salute, alla socializzazione, alla crescita sportiva, al divertimento, oltre che alle ASD che tanto si prodigano a baluardo di questo semplici e umili ma fondamentali valori. 
Nella speranza che si consideri di più lo sport per il suo ruolo fondamentale nella società, ci auguriamo che presto le cose cambino e vengano date le giuste attenzioni alla questione
”.

Interviene sull’argomento anche Massimo Prosperi, Responsabile del Settore Basket Lazio ASI, sottolineando come “Lo scorso anno in questo periodo stavamo già lavorando ai calendari dei numerosi campionati che ogni anno il nostro Ente organizza, era un lavoro importante e faticoso, avevamo più di 60 società iscritte, oltre 100 squadre 10 campionati per le singole categorie. Quest’anno, a causa delle incertezze che caratterizzano la ripartenza delle numerose società che basano la propria attività all’interno delle palestre scolastiche, non abbiamo ancora certezza di nulla. Rischiano seriamente di saltare campionati che vedevano coinvolti centinaia di piccoli atleti”.
 

 
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