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29.10.2019

Istituzionale

Io non mi arrendo

Il racconto di Ettore de Conciliis; di un organizzatore di eventi, di un uomo ASI e della strada impervia per fare sport, tra trappole, invidie e burocrazia…

Un paio di giorni fa, ero contrariato.
Adesso vi spiego perché…

Quando ho accettato di affrontare la sfida del Comitato dell'ASI, lo ammetto, credevo che bastasse occuparsi solo di sport. 
Così ho voluto vicino a me una stretta cerchia di cari amici che praticavano già, con grande talento e notevole esperienza, il mondo dello Sport: Lucio, Paolo, Damiano, Giuseppe e Alfonso.
Siamo partiti così. Già agli albori di questa avventura ci siamo dovuti scontrare con la burocrazia, e la cerchia si è allargata a Gianclaudio, abusando della sua amicizia lo abbiamo arruolato non come sportivo ma come commercialista.
Piano piano ci siamo mossi in questo mondo, qualcuno ha preferito disimpegnarsi ma tanti altri si sono aggiunti, come il caro Domenico, appassionato e grande organizzatore di eventi automobilistici.
Nel contesto di Asi Summer Village (31 agosto e 1 settembre) il sodalizio si è formalizzato attraverso la affiliazione della ASD Scuderia TestaCorse, realtà molto vivace e dinamica che ci ha proposto subito una prima iniziativa, che abbiamo realizzato il 22 settembre con il Primo Trofeo Slalom ASI "Città di Tocco Caudio" (BN), manifestazione riuscitissima, con grande partecipazione di pubblico e adesione di piloti.
Ebbene solo DUE GIORNI PRIMA di quell'evento, quali organizzatori, siamo stati convocati dalla Prefettura di Benevento per resistere ad una "segnalazione" che ipotizzava irregolarità e violazioni di legge. Naturalmente abbiamo chiarito e dimostrato di essere in perfetta regola e il trofeo si è regolarmente svolto. Anzi, è andato così bene ed è stato così appassionante, che abbiamo pensato di ripetere il format anche in provincia di Avellino.
Come si suoi dire, detto/fatto, e così per il 27 ottobre, oggi, è stato organizzato il Primo Trofeo Slalom ASI "Città di Cervinara".
 
E veniamo al punto del perché, due giorni fa, ero contrariato.
Due giorni fa, appunto, è arrivata una "segnalazione" alla Prefettura di Avellino che ipotizzava irregolarità e violazioni di legge; in questo caso però, l'Ufficio Territoriale del Governo ha emesso direttamente un provvedimento di diffida al Sindaco di Cervinara, invitandolo a non far celebrare l'iniziativa.
Capirete quanto fosse sgradevole questa circostanza: annullare 48 ore prima un evento, ad iscrizioni chiuse e con partecipanti iscritti anche da lontano, sarebbe stato un pesante danno di immagine per il nostro Comitato e per la nostra affiliata, che oltretutto aveva anche già sostenuto o impegnato notevoli spese per la organizzazione.
Abbiamo dovuto "insistere" con i preposti uffici della Prefettura, invocandone addirittura il vertice, e produrre notevole documentazione per dimostrare che fosse, come era, tutto regolare, tutto in ordine, tutto dentro i limiti della legge. Tanto è vero che ieri la Prefettura ha concesso e autorizzato l'evento, ritirando la precedente diffida.

Quando ho accettato la sfida dell'ASI, scrivevo all'inizio del post, credevo che bastasse occuparsi solo di sport. Invece non basta. Perché bisogna anche doversi imparare a difendere dalla concorrenza, evidentemente. E la concorrenza, almeno in questo caso, non sono gli altri Enti di Promozione Sportiva, che probabilmente si trovano nelle nostre stesse situazioni. È una concorrenza difficile, subdola, asimmetrica, sperequata.
C'è un qualcuno, evidentemente, che si ritiene proprietario dello Sport. Qualcuno che non tollera le iniziative come le nostre, nate dall'associazionismo di base, dalle piccole realtà dilettantistiche, dal mondo degli amatori e degli appassionati. Qualcuno che crede di avere una sorta di esclusività dello Sport. Qualcuno, tanto importante e prestigioso da convincere una Prefettura ad emettere un provvedimento, eppure tanto piccolo da scomodarsi per un "evento di paese", pur di esercitare la propria vanagloria e il proprio presunto dominio assoluto su una disciplina. E tanto meschino da farlo 2 giorni prima.

Vorrei tanto ricordare a questo "qualcuno" che gli Enti di Promozione Sportiva come l'ASI, sono riconosciuti ufficialmente dal CONI, partecipano a bandi pubblici e sono interlocutori di svariati ministeri.
Che senso avrebbe riconoscere gli Enti di Promozione se poi, sempre secondo questo "qualcuno", essi non possono fare quello che il motivo stesso per cui esistono, cioè promuovere, incentivare e favorire lo sport di base? Non esistono mica solo i calciatori di Serie A con ingaggi milionari o i piloti di Formula 1 che solo dagli sponsor cuciti sulla tuta percepiscono più soldi in un'ora che un operaio in una vita di lavoro.

 

Gli Enti di Promozione Sportiva sono quelli che cercano di mettere a sistema tutta la rete delle piccole attività sportive locali e dell'associazionismo dilettantistico e quindi rappresentano un pezzo importante, rilevante, sistemico dello sport italiano, per quanto sia quello forse meno visibile, meno appariscente, sicuramente quello più povero di risorse. Sono però milioni gli atleti iscritti agli EPS, proprio perché lo sport non è solo quello dei diritti televisivi, delle pubblicità patinate e delle fidanzate che fanno le veline o le letterine in TV.

 

Lo sport è quello di un paesino dell'entroterra dove fare tre volte a settimana pallavolo in una palestra fredda d'inverno e rovente d'estate è magari l'unica cosa offerta ai giovani.
 
Lo sport è l'entusiasmo di un ragazzo che vince una semplice corsa campestre organizzata per la festa del Santo patrono.
Lo sport è il bambino che tifa per il papà centravanti della squadra di calcetto del bar che partecipa ad un piccolo torneo fra quartieri.
Lo sport è alzare una coppa del valore di 10 euro per il torneo di calcio balilla, di freccette, di bocce, di ping pong.
Lo sport è farsi centinaia di chilometri per  perdere una partita di basket giovanile e congratularsi con i vincitori, è mangiare insieme durante il terzo tempo di una partita di rugby, è salutare con rispetto lo sfidante sul ring con il quale ti devi menare dopo un secondo.

 

Ecco, c'è invece "qualcuno" che tutto questo, evidentemente, non lo vede. Qualcuno che non crede ad altro che a sé stesso e che utilizza il proprio ruolo per mortificare e annientare gli altri.
Ma non sempre gli riesce. Qualche volta è anche condannato a pagare, qualche altra, come nel nostro caso, almeno ad arrendersi di fronte alla evidenza.
Ero contrariato, ma adesso sono contento, sono soddisfatto. Non solo perché la manifestazione si è tenuta, ed è stata bellissima e molto partecipata, ma anche perché abbiamo dimostrato quanto siamo stati professionali, competenti, precisi e seri nel rispetto dei doveri e degli adempimenti stabiliti dalla legge. E determinati e caparbi nel far valere i nostri diritti.
E per concludere, vorrei dire a questo "qualcuno" che presto ne faremo un'altra, e poi un'altra, e poi un'altra ancora. E che quando, DUE GIORNI PRIMA dei prossimi eventi proverà a farceli saltare, resisteremo e dimostreremo, ancora una volta, che le cose le facciamo per bene.
 

[  Ettore de Conciliis  ]
 
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