08.11.2019
Istituzionale
ASI nel mondo delle università telematiche
Università che hanno fatta propria la mission del Maestro della buona scuola in Italia. Quell’Alberto Manzi che, con la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, permise a oltre un milione di italiani di ottenere il diploma, in quel caso elementare, grazie a lezioni in diretta tv, con punti di ascolto nei bar di tanti paesi su tutto il territorio nazionale.
Oggi, con l’avvento delle università online, la storia si ripete. Un qualcosa di socialmente importante che ASI ha deciso di sposare firmando una convenzione con una di queste università, tra le più prestigiose, Pegaso.
Ne abbiamo parlato con Massimiliano Scognamiglio, dirigente, romano. All’efficacia delle università online ci crede davvero perché lui stesso viene da questo percorso. Ama sport e letteratura e sta per iniziare un corso da sub. Ma, per lui, l’università oltre che un lavoro è una vera passione che assorbe tanto del suo tempo.
Come nascono le università online? “Le Università Telematiche in Italia sono state istituite con il Decreto del 17 aprile del 2003 dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Letizia Moratti. Il decreto regolamentava l’accreditamento dei corsi universitari indicando tutti i requisiti che le università online devono possedere. Ma solo dopo qualche anno c’è stata l’esplosione del fenomeno. Il 2006, in particolare, è stato “l’anno boom”: il 20 aprile è nata l’Università Telematica Pegaso, fondata da Danilo Iervolino. Fu in un viaggio di studio negli USA che rimase colpito della diffusione della didattica da remoto. Studenti studiavano sui propri computer portatili, da Starburst, al Mac Donald’s. In qualche modo capì che l’idea poteva essere matura”.
Quali sono oggi i numeri della vostra università? “Contiamo oggi oltre 80mila iscritti e siamo la prima università in Italia per numero di studenti: non solo nel mondo delle università telematiche ma anche di quelle private. Più della Cattolica e della Luiss per capirci. Abbiamo un trend di crescita del 30, 40% ogni anno”.
Quali percorsi offrite? “Corsi di laurea in Giurisprudenza, triennale in Ingegneria, Scienze Turistiche, Economia aziendale, Scienze Motorie, Scienze dell’Educazione e della Formazione, laurea magistrale biennale in Scienze Pedagogiche, Scienze Economiche, Management dello Sport e delle Attività Motorie, Ingegneria della Sicurezza”.
Università telematiche. Possiamo definirle come una nuova opportunità di studio per tutti? “Assolutamente si. Crediamo fortemente nel loro valore sociale. Credo personalmente rappresentino una grande opportunità per tanti. Per i giovani che non hanno terminato i propri studi e che a distanza di anni possono vedersi riconoscere esami di tanti anni prima, per chi lavora e non potrebbe frequentare con assiduità, per imprenditori che vogliono mettere la ciliegina sulla torta di una carriera importante, delle mamme impegnate a casa e nel lavoro, di chi ha una disabilità e ha difficoltà a superare non solo le barriere ma anche le difficoltà quotidiane che una disabilità comporta. Lei ha citato il maestro della ‘buona scuola’ Alberto Manzi e non credo sia sbagliato pensare a quanto di virtuoso ci sia nella nostra mission”.
Vogliamo provare a spiegare come funziona una università telematica? “Ha presente una piattaforma stile Facebook. In uno spazio di quel tipo si possono trovare registrate conferenze h24. Si ascolta la lezione, interrompendo, tornando indietro se non si è capito. C’è anche la possibilità di scaricare una dispensa in pdf. Quindi si arriva a esercizio di autovalutazione. Domande e risposte attraverso le quali lo studente può capire il suo stato di preparazione. Ma con un professore sempre a disposizione via mail. Computer, tablet e telefonino: ogni mezzo è supportato”.
Ci può fare qualche esempio? “Palazzo Durini a Milano, ad esempio, il complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli, Palazzo Bonadies Lancellotti a Roma, il collegio San Luigi di Bologna, palazzo Paternò a Catania, la Certosa di San Lorenzo a Padula, Palazzo Kurahus a Merano e musei e ville patrizie in ogni regione italiana”.
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