13.01.2021
Istituzionale
"Secondo Tempo. La Rivincita". In un docufilm, lo sport al tempo del Covid
Un docufilm, voluto fortemente anche da ASI, racconta tutto questo. Di giovani atleti e dei loro tecnici, delle loro sensazioni, Di paure, timori, sogni e speranze.
Secondo Tempo. La Rivincita
Tra le tante realtà su una è caduto il focus. Su una società della periferia romana: la Mundial Football Club. Acilia, periferia ovest di Roma, a pochissima distanza dal mare di Ostia.
Il regista è Michelangelo Gratton: dopo un passato nella fotografia sportiva e non solo, con colossi internazionali come Getty Images, è approdato alla cinematografia con storie legate al sociale. "Ho voluto raccontare quanto sia pericoloso e dannoso, per i giovani, interrompere in modo traumatico per un periodo così lungo l'attività sportiva che, soprattutto in una borgata assume un'importanza sociale rilevante", così spiega il regista e Responsabile della Comunicazione Sociale di ASI. "Questa storia è figlia di un periodo emergenziale che ha colpito tutti noi. Un momento della vita del nostro Paese che andava raccontato. Lo sport, in questo senso, è un grande veicolo comunicativo".
LA SINOSSI
In una delle periferie di Roma un'accademia di Calcio per i giovani è costretta a sospendere l’attività agonistica in seguito al lockdown nazionale imposto dal governo italiano a causa della pandemia del Covid-19.
E’ un colpo molto duro per il morale dei giovani calciatori. Per alcuni infatti l’accademia rappresenta la possibilità di coltivare un sogno, per altri di socializzare e crescere in una comunità dai valori sani lontano dai pericoli e dai disagi della periferia urbana.
Si incrociano storie di vita, di sacrifici, di speranza, di disagio, di difficoltà quotidiane. Si instaurano rapporti di sincera amicizia e vera fratellanza tra i ragazzi ma anche con i tecnici.
Il tempo trascorre inesorabile: crescono i dubbi, nasce la paura che tutto non sarà più come prima e, insieme ai pericoli di una vita in mezzo alla strada, si affaccia la depressione.
Il compito dei più grandi è quello di continuare a motivare un gruppo di ragazzi difficili, di dargli gli stimoli necessari ad andare avanti con la fiducia ferrea che, prima o poi, torneranno a confrontarsi sul campo e a rivivere la loro grande passione…
Lo sport, e più in particolare quello dilettantistico, ha subito delle restrizioni molto severe. Interi settori, associazioni, società, palestre si sono viste paralizzare la loro attività praticamente all’improvviso, senza nessun tipo di sostegno. Ne è servito regolarizzarsi, attrezzarsi per prevenire i contagi dalla pandemia, quando la situazione è sembrata evolvere in positivo. Sforzi e sacrifici sono stati vanificati da successive pesanti chiusure e limitazioni. Oltre al danno anche la beffa.
Ci sono state attività che sono state parzialmente interrotte o ridimensionate; altre totalmente fermate. Giovani e meno giovani che hanno dovuto rinunciare ad un’importante parte della loro vita, ad una fondamentale valvola di sfogo, ad un serio punto di riferimento ed aggregazione sociale, ad un valido strumento per mantenersi in forma e in salute.
Chiudersi in casa ha significato perdere la libertà, la voglia di vivere, di sorridere, di veder i propri sogni infranti; ha significato perdere certezze per gettarci nell’incubo di un futuro grigio ed incerto, pieno di insidie. In altre parole di farci cadere in depressione, di compromettere la nostra salute, di ritrovarci in mezzo ad una strada a correre il rischio, purtroppo, di fare scelte sbagliate.
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