15.03.2020
Istituzionale
Una presenza vigile a difesa del comparto
Oggi su Gazzetta dello Sport, ieri su Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport. Nei prossimi giorni anche sulla stampa non sportiva. Quella di ASI, in un momento così delicato anche per il mondo dello sport, vuole essere una presenza vigile costante e massiccia a difesa del comparto. E di stimolo e pungolo per chi dovrà, a livello governativo, prendere per mano un settore che rischia di subire gravi conseguenze a seguito di questo momento così delicato per il Paese. Noi ci siamo, a presidio dei nostri associati e del mondo dello sport.
Il testo dell'articolo.
Lo sport patrimonio di tutti
Misure insufficienti: il settore è fermo al palo, come il resto del Paese. Per ripartire c’è bisogno di interventi decisi e concreti da parte del Governo. ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, li ha proposti
I primi provvedimenti economici sono andati nella direzione di fare fronte alla crisi sanitaria. I nostri ospedali hanno bisogno di personale, posti letto, presidi. Nell’attesa che il periodo emergenziale passi, restano sullo sfondo gli interrogativi circa le misure che dovranno seguire alla sospensione delle attività lavorative. Tra queste, non fa eccezione lo sport. E i provvedimenti pensati dal Governo appaiono parziali e inadeguati.
Se il calcio e i grandi eventi hanno rapito l’attenzione della classe politica, così non è stato per le problematiche legate al cosiddetto sport diritto di tutti i cittadini.
Misure per fronteggiare l’emergenza
Asi – Associazioni Sportive e Sociali Italiane, Ente di promozione sportiva con oltre un milione di tesserati, diecimila associazioni e comitati periferici in tutto il territorio nazionale, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia – ha già predisposto un pacchetto di proposte, per fronteggiare l’emergenza e per evitare un collasso annunciato, al quale la stampa ha dato una vasta eco nei giorni passati. Tra queste, al solo titolo d’esempio, istituire presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze un “Fondo Utenze” per sostenere la ripresa economica per gli impianti sportivi; blocco dei mutui e altre iniziative di carattere economico. Asi attende di renderle note ufficialmente al Ministro Spadafora. Appuntamento richiesto e ancora in attesa di risposta come in attesa di vere risposte è il mondo dello sport. “Tutto ciò – spiega il Sen. Claudio Barbaro, Presidente di Asi e membro del Consiglio Nazionale del Coni – dopo un’altra falsa partenza: Coni, Sport e Salute o anche le rappresentanze del sindacalismo autonomo, non sono stati chiamati in occasione del tavolo convocato dal Premier Conte, che ha dato vita alle recenti disposizioni. Né, tantomeno, il Ministro dello Sport ha ritenuto opportuno invitare gli operatori del Settore. Il problema prioritario non può essere quello di come pagare lo stipendio ai calciatori. Ignorare il mondo di chi lo sport lo promuove ogni giorno, rappresenta una grave mancanza. E, aggiungo, un clamoroso autogol. Sia per quanto oggi deve essere messo in campo sia perché, al momento di ripartire, lo sport, come sempre, farà da traino e si farà carico di tante realtà”.
Molti centri sportivi rischiano di non riaprire
Lo sport e l’attività motoria, un mondo variegato, caleidoscopico, che però rischia seriamente di non riuscire a rialzare molte delle serrande oggi chiuse. Si rendono necessari, come invocato a gran voce da più parti anche per altri settori, provvedimenti tanto efficaci quanto tempestivi. Per le piccole strutture e associazioni, spese di locazione, oneri erariali, costi del personale, utenze, costi di vario tipo e genere continuano a correre, con effetti devastanti, se non fatali.
Migliaia di strutture sul territorio
Un’attività dalle infinite valenze, in termini di benessere, aggregazione, socialità, valori. Non legate alla caccia del risultato a ogni costo, bensì alla pratica quotidiana delle mille strutture, diffuse in ogni città, paese, quartiere. Anzi, molto più di mille. Diamo qualche numero. Nella penisola sono oltre 20 milioni le persone che fanno sport in modo continuativo. Parliamo di un movimento che incide per quasi 2 punti percentuali – 4 considerando l’indotto – sul prodotto interno lordo in virtù di una filiera che passa per prodotti e servizi erogati ai quasi 12 milioni di tesserati che fanno movimento nelle 95mila associazioni o società sportive organizzate e afferenti ai diversi organismi sportivi riconosciuti dal Coni. Solo per il comparto del fitness, è stimato il dato di oltre 45 milioni di euro di danno economico a settimana. Migliaia di strutture in cui operano circa 500mila addetti qualificati. Un esercito di istruttori, tecnici, peraltro ad oggi esclusi da tutte le misure di salvaguardia previste per gli altri lavoratori, senza il beneficio di ammortizzatori sociali. A loro si affidano milioni di italiani, quotidianamente, per raggiungere gli obiettivi più disparati. Da chi vuole perdere peso, agli appassionati, ai giovani che si avvicinano allo sport e alla cultura dello sport, agli anziani, in numero sempre maggiore, fino a chi non rinuncia mai al proprio allenamento.
Il valore dello sport
Un settore, quello sportivo, capace oggi di muovere miliardi di euro e che è riuscito, negli anni e tra tante difficoltà, a offrire un grande servizio alla collettività. Non ultimo, quello reso al Servizio Sanitario Nazionale, oggi giustamente sulle prime pagine, alleviato dai benefici che la pratica sportiva apporta alla popolazione, di ogni età. “Il mondo dello sport è stato sempre vicino ai cittadini: promuovendo sani stili di vita, facendo crescere i nostri figli con quelle regole legate al sacrificio, al rispetto per il prossimo, alla capacità di saper vincere e di saper incassare le sconfitte, specchio della vita. Lo sport è sempre stato un presidio per la salute e un traino per il Sistema Paese. Ora è in difficoltà e va aiutato. In primis, deve farlo il Governo, mettendo in campo iniziative concrete e non parziali, sottolinea ancora Barbaro.
Ricostruire dalle macerie
Un mondo che chiede di ripartire. In particolare, tutti quei piccoli e grandi centri che quotidianamente consentono ai nostri cittadini di fare attività fisica. E chissà se, da questa esperienza così impegnativa per il Paese, sarà possibile cambiare anche l’orizzonte dello sport nazionale stesso. Si tratta di approccio culturale. Sport non significa solo obiettivo agonistico ma uno degli architravi sul quale costruire la cultura dei nostri giovani, partendo dall’istituzione scolastica, oggi tristemente troppo fragile. Lo sport. Un settore da porre al centro di un progetto sociale.
Un incontro, quello con il Ministro Spadafora, ancor più importante alla luce dei provvedimenti inadeguati pensati dal Governo. Il mondo dello sport vuole essere ascoltato e trasmettere la propria esperienza.
Richieste ASI. Appello al Governo. Per lo sport servono azioni concrete e subito
- Sostegno alle Associazioni Sportive Dilettantistiche e Società Sportive Dilettantistiche
- Istituzione di un fondo di solidarietà in favore dei collaboratori (allenatori, istruttori, dirigenti, amministrativi) della Asd e Ssd
- Istituire presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, un "Fondo utenze" per sosternere la ripresa economica per gli impianti sportivi
- Ridurre o sospendere il pagamento dei canoni per l'impiantistica sportiva pubblica e privata (mutui)
- Istituire presso Sport e Salute Spa un fondo per risarcire i costi sostenuti per la copertura assicurativa per i tesserati (polizza infortuni, polizza Rct) da parte delle società iscritte al Registro Nazionale Coni, nel periodo di emergenza
- Sospensione del pagamento delle utenze
- Sospensione imposte relative alla gestione dell'impianto
- Consentire ai tesserati che non hanno potuto fruire degli impianti, di dedurre integralmente i costi di abbonamento
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