30.08.2017
Amatrice non c’è più
ASI con la Nazionale Terremotati per non dimenticare Amatrice e le zone del centro Italia colpite dal terremoto
Amatrice non c'è più! Queste terribili parole, che mai avremmo voluto sentire, quella notte del 24 agosto 2016 fecero il giro del mondo e sintetizzarono nel modo più diretto e crudele il terremoto che aveva devastato l'Italia centrale.
Parole dure, ma in fin dei conti parole. Per me lo sono state sino al 27 giugno di quest'anno, quando sono arrivato ad Amatrice per la conferenza stampa di presentazione della Nazionale Terremotati ed ho visto con i miei occhi perché Amatrice non c'era più.
Dieci mesi dopo, dopo tanto dire e sicuramente tanti fatti, un'unica certezza: Amatrice non c' è più. Ma ci sono le macerie; le stesse dell’agosto dell'anno precedente. Avvilente? Sconfortante? Non lo so. Registro, riferisco e, nel mio intimo, mi vergogno.
Dobbiamo fare qualcosa? Chi non lo ha pensato! Chi non lo ha detto! Credo in tantissimi e tra questi – per quel che possa valere – ci siamo anche noi di ASI. Per questo, nel settembre 2016 con l'iniziativa tesseramento solidale, decidemmo di devolvere una parte delle iscrizioni al nostro Ente ad un progetto di recupero.
Oggi abbiamo deciso di indirizzarlo alla nazionale terremotati. Sentire questo nome è come ricevere un cazzotto nello stomaco. Lo stesso che vorremmo la nazionale terremotati – ​guidata ​dal suo allenatore Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e noto ​coach di calcio dilettantistico nel Lazio – sferrasse per scrollare tutti coloro che in giro per l'Italia sembrano aver dimenticato la tragedia di questo terremoto e che, nonostante questo, crediamo non possano non avere a cuore la rinascita di queste splendide terre.
Pensare che – come leggiamo in un articolo del Corriere della Sera – solo in 32 case danneggiate dal terremoto sono iniziati i lavori; che le casette consegnate e abitate non raggiungono 200 unità e nelle Marche sono ancora zero; che ad Amatrice a giugno di quest’anno doveva essere ancora essere bandita la gara per la rimozione di 1 milione e 170 mila tonnellate di macerie (tolte solo le 93 mila presenti sulle strade pubbliche) ben si capisce come sia necessario superare l’immobilismo del pubblico e riportare al centro dell’attenzione questo dramma italiano.
Il sostegno di ASI alla Nazionale Terremotati è dunque un modo per ricordare a tanti che Amatrice e molti altri centri del Centro Italia non ci sono davvero più e per dimostrare come attraverso lo sport si possa far qualcosa per ridarle vita. Vogliamo dare l'esempio e siamo sicuri che ci saranno tanti che ci seguiranno o che porteranno avanti con maggiore forza i loro già avviati progetti di solidarietà .
Siamo fieri di essere stati scelti dalla Nazionale per stabilire il primo collegamento formale con il mondo dello sport. Non intendiamo, però, rivendicare alcuna esclusiva – sarebbe folle pensarlo. Il dolore, la sofferenza, la solidarietà non può e non deve avere bandiera.
Cercheremo di avvicinare alla nazionale terremotati tutte le organizzazioni sportive sensibili al progetto. ASI ha solo aperto la porta. Siamo certi che non resteremo da soli.
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