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08.11.2021

Istituzionale

Una passeggiata nel cuore del Villaggio Olimpico

Scais e ASI hanno accompagnato un nutrito gruppo di appassionati supporter dello sport e dell’architettura, tra i quali ricordiamo gli amici dell’associazione M.Arte, in un’interessante passeggiata alla scoperta del Villaggio Olimpico.

Il gruppo è stato guidato dall’arch. Fabio Bugli, presidente del Comitato Scientifico della Scais, e dalla dottoressa Silvia Colazingari, che, a passo di fit walking, hanno illustrqqato la storia degli edifici caratterizzanti l’area che fu destinata ad ospitare le infrastrutture e gli impianti necessari allo svolgimento della Grande Olimpiade di Roma del 1960.
Questo evento è stato pensato da SCAIS e dal nostro Ente in continuità con l’ultima passeggiata architettonica organizzata lo scorso ottobre nell’area del Foro Italico sempre sul tema delle Olimpiadi.

Il percorso è iniziato dallo Stadio Flaminio, sorto sulle ceneri dello Stadio Nazionale di Marcello Piacentini e progettato dall’ing. Pier Luigi Nervi in collaborazione con il figlio arch. Antonio Nervi: la struttura fu inaugurata nel 1959 per ospitare gli incontri del torneo olimpico di calcio del 1960. Venne poi utilizzato principalmente per gli incontri di rugby fino al 2011, quando cadde definitivamente in disuso. Dopo essere stato abbandonato per anni, dal 2018 è stato posto sotto la tutela della soprintendenza speciale delle Belle Arti di Roma e si auspica una sua prossima ristrutturazione.

Il gruppo ha proseguito poi in direzione del Palazzetto dello Sport realizzato sempre sotto la direzione dell’ing. Pier Luigi Nervi in collaborazione con l’arch. Annibale Vitellozzi, tra il 1956 e il 1957, con un ingegnoso sistema di prefabbricazione a terra: anche questo impianto attualmente versa in condizioni di estremo abbandono.

La visita è poi entrata nel vivo con l’arrivo alle prime costruzioni del Villaggio Olimpico progettato da un gruppo di 5 architetti, tra cui Adalberto Libera e Luigi Moretti, per riqualificare la zona degradata di Campo Parioli  sempre in occasione delle Olimpiadi: il complesso, destinato ad ospitare gli atleti partecipanti all’evento, venne successivamente  affidato all’INCIS e le abitazioni furono assegnate a dipendenti statali.  E’ stato possibile ammirare come, pur utilizzando metodi di prefabbricazione a basso costo, si sia riusciti a realizzare in pochissimo tempo un quartiere residenziale a misura d’uomo, immerso nel verde e duraturo nel tempo.
Altri punti focali dell’itinerario sono stati il Viale delle XVII Olimpiadi, lungo il quale avveniva l’accredito degli atleti, il viadotto di Nervi e la Chiesa di San Valentino con la sua edilizia innovativa progettata dall’arch. Berarducci.

La visita è terminata con l’arrivo all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano inaugurato nel 2002 che, grazie alla sua acustica fenomenale, ha sempre ospitato grandi eventi musicali ed ha portato ad una riqualificazione di tutta l’area del Villaggio Olimpico.

 

 
Un monumento a Jan Palach​

Era il 16 gennaio 1969, quando uno studente universitario cecoslovacco di 20 anni, decise di sacrificare la sua vita per richiamare l’attenzione sul dramma del suo popolo vittima della dura repressione militare, che spense la breve ma significativa esperienza di governo riformista guidato da Dubcek in uno Stato aderente al Patto di Varsavia, nota come “la Primavera di Praga”. Jan si diede fuoco, morendo per le gravissime ustioni dopo due giorni. L’azione ebbe una forte eco anche in Italia, dove, per iniziativa del giornale romano Il Tempo, a fine gennaio 1969 fu indetta una raccolta fondi per erigere un monumento dedicato allo studente praghese. Il monumento è costituito da una statua bronzea dello scultore italiano Vittorio Colbertaldo (1902-1979), su un basamento di travertino e rappresenta il giovane circondato dalle fiamme mentre alza un braccio al cielo. La forma dinamica è in sintonia con l’architettura moderna degli edifici circostanti, originariamente appartenenti al Villaggio Olimpico.
 

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