Meno 4 alle Asiadi – Di corsa senza barriere

Parkour viene dal francese e significa percorso, anche se il termine ha subito una leggera modifica semantica inserendo una K.

È un’attività esplosa negli ultimi anni e ha raggiunto una certa popolarità e anche visibilità. Si tratta, sostanzialmente di percorrere ‘percorsi’, appunto, urbani, quindi saltando su muri, rimbalzando, camminando su spessori ristretti. Sfruttare
insomma tutte le potenzialità nascoste offerte dalle nostre urbanità, vedendo opportunità laddove magari gli altri vedono limiti o confini.
Questo è uno degli aspetti affascinanti della disciplina. Il Responsabile del Settore ASI, Simone Marini, racconta con entusiasmo questa disciplina che “Può considerarsi una disciplina molto giovane non solo perché nata da poco ma soprattutto
perché sta prendendo sempre più piede tra i giovanissimi, che vedono in questa attività il dinamismo che caratterizza la loro età. Stiamo crescendo anche noi come Settore, organizziamo sempre più corsi di formazione di primo e secondo livello per gli istruttori di domani, sono certo della grande crescita che avrà il Parkour in ASI nei prossimi anni".

La formazione dei ragazzi viene costantemente monitorata dagli operatori sia in palestra che outdoor. La prima fase della preparazione, complice anche i mesi invernali che renderebbero difficile gli allenamenti all’aperto, si svolge in palestra dove vengono appresi movimenti coordinativi di base tra cavalline e tappeti elastici. Dal mese di maggio la preparazione può trasferirsi in spazi aperti, dove i praticanti mettono in pratica le istruzioni ricevute durante l’anno trattandosi di un ambiente che comporta delle insidie rispetto alle comodità della palestra.

"Dal punto di vista terminologico non sarebbe corretto parlare di sport mancando completamente la parte competitiva. A onor del vero, alcune associazioni hanno cominciato a organizzare gare vere e proprie, e come tante discipline in passato nate prive di competizioni e poi trasformatesi, anche la nostra potrebbe subire questa evoluzione in futuro. Però per il momento alcuni, tra cui noi, ne siamo rimasti fuori. Ci basta organizzare esibizioni, che mettano in evidenza l’aspetto più acrobatico della disciplina.
Come settore abbiamo già riunito una ventina di associazioni e uniformato dunque la formazione di istruttori".
Infatti, anche se il settore è giovanissimo, fondato nel 2018, si sono già tenuti tre corsi istruttori. Perché questa nasce come un’attività “spontanea” ma oggi la si può apprendere in sicurezza anche in strutture apposite. "I nostri corsi sono rivolti sia agli adulti che ai bambini. Si apprendono così tecniche di salto, di attterraggio, insomma tutto ciò che occorre per volare in città".
Durante le Asiadi sono previste delle sessioni di allenamento diversificate sia in palestra che in spazi outdoor in base alle fascia d’età, dai più giovani di 8 anni fino ai più grandi che vogliono mettersi alla prova con nuove discipline. Inoltre, si terrà anche un corso di allenamenti libero per gli appassionati di un livello già avanzato.

[ F.Fruscella ]