La sfida del Bridge

Si dice che il Bridge sia un gioco ”di” carte, ma preferiamo la dizione "con" le carte, per due motivi: è molto di più di una attività ludica, perché il coinvolgimento diventa spesso totale, in più oggi non è più vincolato all’uso delle carte, ma si può giocare anche al computer, tablet o smartphone.  
La sua duttilità va quindi incontro alle nuove generazioni. 
La sfida che attende la neonata sezione Bridge dell’ASI è la stessa che coinvolge gli altri Sport della Mente: arruolare quanti più neofiti che cerchino l’affermazione della intelligenza sulla omologazione. 
La società attuale basa molte delle proprie prerogative e delle leggi comportamentali sulla velocità, vuole tutto e subito, sulla standardizzazione, é difficile distinguersi uscendo dal coro con originalità, sulla facilità nel trovare scorciatoie, ma questi comportamenti sono in antitesi con la qualità. 
Gli Sport della Mente in generale, e il Bridge in particolare, vivono di purezza perché, per praticarli, servono la volontà di mettersi in discussione, e sapere che di fronte all’intelligenza non si può barare.  
Prenderne atto è complicato, ma intraprendere la strada di questo gioco fornisce molte soddisfazioni. 
Tutti i Giochi della mente resteranno riservati a chi cerca comportamenti e abitudini diverse e lontane dalla consuetudine: non sarà mai la maggioranza, ma entrare in questa élite diventa piacere e privilegio. 
Per imparare a giocare a Bridge ci vuole poco tempo, per imparare a giocare bene a Bridge serve più tempo, come accade in ogni sport, ma per coloro che sono attratti da esperienze non banali, la sfida è quella di entrare in un circuito affascinante. 
Non consigliamo mai le cose che amiamo a dismisura perché siamo consapevoli di quanto gli amori pretendono in termini di impegno, ma a tutte le persone incuriosite che volessero provare a giocare a Bridge, assicuriamo che, spontaneamente, questo gioco occuperà una gran bella parte delle loro future ragioni di vita.  
C’è poi una sfida nella sfida riservata agli addetti ai lavori, coloro che gestiscono il movimento con referente di disciplina, Paolo Sorrentino. 
Attraverso l’ASI è loro il compito di spianare la strada alle nuove generazioni verso la conoscenza del gioco, semplificando le regole, creando senso di appartenenza e gioia di partecipazione e aiutando i neofiti. L’anno zero è iniziato, aperto a tutti coloro che amano il Bridge. 
La mission é quella creare un’isola felice e si presenta difficile, ma per noi bridgisti, i limiti, non esistono.