13.12.2017

Sportivando

Bene gli Stati Generali dello Sport, ma qualcosa di più si poteva fare

Già  dal titolo di questo editoriale è semplice a capire quale sia il nostro giudizio su come siano andati gli Stati Generali dello Sport, tenutisi a Roma il 20 e 21 novembre al Salone d'Onore del Coni al Foro Italico. Li consideriamo un’occasione non completamente sfruttata, anche se importante dal punto di vista simbolico.

La cosa che ci è più piaciuta sono stati l’entusiasmo e la convinzione con cui l’instancabile presidente Malagò, con il suo staff, ha portato avanti l’iniziativa anche quest’anno. Un entusiasmo capace di aggregare persone di diversa provenienza appartenenza e formazione, nonché di far accendere i riflettori. Ed è sempre bello e buono ritrovarsi, stare assieme per discutere e confrontarsi, potendo godere della visibilità  garantita da un sistema dell’informazione troppo spesso propenso a concentrarsi solo su certi tipi di notizie legate allo sport. 

Siamo stati felici poi di constatare come l’immagine dello sport uscita dagli Stati Generali sia di un gruppo di persone consapevole della necessità  di un cambiamento. Non a caso uno dei punti con cui potrebbe essere sintetizzata questa due giorni è la Grande Riforma, un processo di revisione allargato dei fondamenti del sistema sportivo. La forza con cui è stato tracciato questo obiettivo è assolutamente condivisibile. 

Ma proprio in questo risiedono alcuni elementi su cui vorremmo porre l’attenzione. 

Di riformare il sistema sportivo se ne parla da anni. Peraltro, visto il rapporto di stretta collaborazione con il governo Renzi il CONI di Malagò avrebbe avuto una porta spalancata per avviare questa riforma. Perché non l’ha fatto? E cosa fa oggi pensare che nella prossima legislatura si creeranno i presupposti per ridisegnare lo sport italiano? Con tutti i fattori di incertezza politica ed economica nutriamo dubbi sulla possibilità  che per una seconda volta si riporonga l’occasione appena trascorsa. Per quale motivo poi il CONI dovrebbe improvvisamente aver voglia di rivedere l’impianto del sistema sportivo, fondato sulla sua centralità  e basato su logiche di accentramento, ben sapendo che è da lଠche dipendono molte delle storture che penalizzano il sistema? 

Ciò non toglie che siamo tra i primi a tifare affinché la Grande Riforma possa compiersi e faremo la nostra parte qualora ci sia richiesto di contribuire al processo.

Al di là  di questo aspetto, poi, ci saremmo aspettati maggiore programmaticità . Interessanti gli spunti offerti da persone di grande caratura come Giorgio Allevi e Diego Nepi, fondamentali per la comprensione del contesto sportivo italiano e delle strategie di promozione dello stesso. Forse, però, avrebbero dovuto essere trattati più approfonditamente questioni organizzative interne, anche alla luce delle recenti delibere CONI. Sarebbe stato più utile visto anche la convergenza di molti attori nella due giorni. Il taglio, invece, ci è parso più accademico. Intendo dire che sembrava di essere ad un master piuttosto che ad un appuntamento programmatico.

Uno degli aspetti cui la stampa ha poi dato più risalto nel raccontare gli Stati Generali è stata la scuola. Ripartire dai istituti scolastici e dare nuova dignità  agli insegnanti questo è stato un po’ il mantra di molti interventi che si sono succeduti, come quello molto affascinante di Giorgio Berruti. Ancora una volta ASI è ben lieta di percepire convergenza su questo assunto di cui si fa portavoce da tempo e che mette in pratica con progetti come la Galassia del Fair Play di Cornelius Pallard. Ci sembra, però, paradossale che l’investimento sulla scuola sia presentato come una novità  su cui puntare nel futuro. La debole penetrazione dello sport negli istituti è una piaga denunciata nel corso degli anni a cui non si è voluto mettere mano se non con progetti dalla portata ridotta e contingente.

Infine ci sarebbe piaciuto poter vedere una rappresentanza più nutrita degli Enti di Promozione Sportiva. Certo il coordinatore nazionale ha portato le nostre istanze in questa due giorni, ma sicuramente non è emerso il peso che la promozione sportiva riveste oggi sia a livello quantitativo che qualitativo. A questo ci penserà  l’Osservatorio Permanente sulla Promozione Sportiva, iniziativa cui ASI ha preso parte e di cui vi racconteremo nel prossimo numero qualcosa di più.

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