28.03.2022
La leggenda con i guantoni

A questo punto il lungometraggio sposta l’attenzione dai successi sportivi alla vita privata del campione: convertitosi alla religione islamica, molto legato a Malcolm X e alle sue battaglie per l’uguaglianza, dongiovanni sicuro di sé, arriva a ribattezzarsi Mohammed Alì in onore del profeta musulmano. Questa decisione, assieme al rifiuto di partire per il Vietnam, celebre la sua frase “Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro”, lo porta a incontrare ostacoli e grandi difficoltà. Proibitogli di combattere, revocatagli la licenza, Clay-Alì si ritrova presto sul lastrico, anche a causa delle spese incontrollate del suo staff. In questa brutta situazione non può nemmeno affidarsi alla sua guida spirituale, Malcolm X perchè assassinato nel 1965 durante un convegno. Conosce però una ragazza, Belinda Boyd, che conduce uno stile di vita più consono alle sue scelte, soprattutto relativamente all’ambito religioso.
Il film si conclude con l’organizzazione e lo svolgimento dell’incontro Rumble in the Jungle, svoltosi a Kinshasa, nello Zaire – oggi Congo, il 30 ottobre 1974. A scontrarsi furono Alì, deciso a tornare in vetta al mondo, e l’allora campione del mondo George Foreman; curiosità: fu il primo incontro organizzato dal poi famosissimo manager Don King, che sbaragliò la concorrenza degli altri organizzatori trattando direttamente con il leader dello Zaire Mobutu. All’ottavo round Foreman non si rialzò entro la conta del 10 dell’arbitro e Alì poté di nuovo laurearsi campione dimostrando a tutto il mondo di essere un vero campione, sia nella boxe che nella vita.
L’ultima sequenza vede il campione in piedi sul ring con le braccia alzate, davanti a una folla festante. Will Smith presta il suo volto a questo grande campione, dimostrando di saper spaziare dai ruoli nei block busters (Independence Day, MIB – Men in Black) a parti molto più intense e drammatiche, come poi sarà per La ricerca della Felicità e Sette Anime. Nel ruolo di Drew Bundini, secondo di Clay, troviamo Jamie Foxx, premio Oscar nel 2004 per Ray, nel quale interpreta magistralmente il grande musicista Ray Charles. Michael Mann, regista anche di Jericho Mile (che potete trovare su Primato di Marzo 2015), L’ultimo dei Mohicani e Insider con Al Pacino e Russell Crowe, deve condensare in due ore una leggenda vivente del pugilato e lo fa in modo convincente, mostrandone i lati positivi così come i più bui. Quei dieci anni di vita sono ritratti nella loro completezza, senza nascondere o ingentilire le situazioni, su tutto emblematica la frase di Budini, ricaduto nel tunnel della droga dopo che Clay-Alì aveva perso il titolo: “La libertà non è facile. La libertà è realtà. E la realtà è una figlia di buona donna”.
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The Rumbe in The JungleAlì contro Foreman a Kinshasa nello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. Un incontro epico denominato The Rumble in The Jungle (“La rissa nella giungla”). L’incontro è considerato uno dei match più importanti, se non il più importante, della storia della boxe, per il fatto che segnò la riconquista del titolo da parte di Ali contro un altro famoso campione, Foreman, che in seguito avrebbe ripreso il titolo a sua volta. |
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