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“La manifestazione si è chiusa nel migliore dei modi con centinaia e centinaia di persone che nelle tre giornate, hanno partecipato alle attività promosse, agli incontri con autori e personaggi di caratura nazionale che sono venuti a parlarci di briganti e molto altro. Nella nostra rassegna di rievocazione storica non c’è alcun intento nostalgico, ma piuttosto la volontà di rileggere e riscoprire una fetta della nostra storia, ignorata dai libri di scuola, che invece è utile e fondamentale per comprendere la politica e le dinamiche che, nei decenni, hanno comunque influito su quel centrosud che è arrivato sino ai giorni nostri. E i briganti, le loro gesta, sono parte integrante di quel passato”. Così ha spiegato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano a chiusura della nona edizione del Festival ‘Notti della Brigante’, la rassegna storico-culturale promossa dall’Associazione Fontevecchia nel Borgo Case Troiano, a cavallo tra Pescara e Spoltore, e patrocinata dalla Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo, dall’ASI Nazionale e dal Comune di Spoltore.
“Il Festival ‘Notti della Brigante’ ha l’obiettivo di offrire una chiave di lettura diversa, più approfondita, della nostra storia passata per giudicare e governare il presente”.
 
“L’ASI nazionale – ha aggiunto il Direttore Generale di ASI Diego Maria Maulu, presente alla conferenza stampa (nella foto di apertura) – è lieta di poter sostenere non solo eventi sportivi, ma anche iniziative culturali, dando il proprio contributo alla conoscenza della nostra storia territoriale”.
 
Nei tre giorni della manifestazione, all’ingresso del Borgo è stata posizionata l’accampamento dei Briganti per il rilascio del passaporto d’ingresso al Regno delle Due Sicilie e sono stati presenti i soldati e i briganti, compresa la più famosa Michelina Di Cesare.

 

I soldati del regno delle Due Sicilie


la ricostruzione dell'accampamento dei briganti 

Le ultime due giornate, hanno fatto registrare il tutto esaurito agli incontri letterari-culturali, con il cronista de Il Mattino di Napoli Gigi Di Fiore e soprattutto domenica con il trio d’eccezione composto dal Presidente della Sezione Civile del Tribunale di Napoli Edoardo Vitale, Presidente anche dell’Associazione ‘Sud e Civiltà’, dal giornalista Fernando Riccardi, il primo a svelare il dramma della Terra dei Fuochi e Don Aniello Manganiello, parroco di Scampia, il prete anticamorra per eccellenza.
“In Campania – ha detto Don Aniello – c’erano i briganti e c’erano i poveri contadini schiavi delle baronie, e reclutati da Mazzini per scovare gli stessi briganti da consegnare all’esercito piemontese, salvo poi essere arrestati essi stessi se osavano chiedere una ricompensa per il servizio svolto, esattamente com’è accaduto ai miei antenati. Anche oggi tanti cittadini restano in attesa di sistemare il proprio orticello e non si oppongono alla Camorra”.