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09.03.2022

Istituzionale

Piccole, ma preziose: il nostro invito affinché le nuove regole del Terzo Settore chiamino tutti alla partecipazione

Gli editoriali del nostro Presidente Claudio Barbaro sulla rivista Primato, sono mensilmente pubblicato nello spazio delle rubriche (https://www.asinazionale.it/rubrica/sportivando/). Un archivio di politica sportiva e di memoria del nostro Ente. Questo quanto scritto sul numero di febbraio 2022.

Come molti di voi sapranno, al termine dello scorso anno, è stato reso operativo il Registro Unico Nazionale di Terzo Settore. La piattaforma che è andata a sostituire i vecchi registri delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato, pronta ad accogliere anche tutte le nuove tipologie di enti del terzo settore previste dal Codice del Terzo Settore. All’interno di questa, dunque, si potrà verificare in estrema trasparenza quali sono i soggetti che operano nel terzo settore e a quale realtà aggregativa appartengano. La piena funzionalità del RUNTS, tanto attesa, ha contribuito a dare concretezza e senso di piena attualità ad una riforma complessa.

Non solo: come abbiamo avuto modo di dirvi, dopo la messa in operatività del Registro, ASI è stata riconosciuta come Rete Associativa Nazionale ed autorizzata ad operare come tale sulla piattaforma. Notizia molto importante considerando che sono state solo 32 le Reti individuate come idonee ad agire in nome e per conto degli enti del terzo settore affiliati, tra cui solo 8 Enti di Promozione Sportiva. Di fatto la presenza del nostro Ente in quella lista è quindi un importante riconoscimento del peso associativo assunto non solo sul piano sportivo, ma anche su quello sociale e culturale, forte di una storia e di un impegno nel sociale che affonda le radici nel tempo.

L’avvio del RUNTS e il nostro riconoscimento come Rete Associativa Nazionale (che poi dovrà essere confermato a valle del processo di trasmigrazione) ci spinge ad un sempre maggiore impegno all’interno del variegato universo dell’associazionismo italiano in cui vogliamo rappresentare le istanze dell’italianità, dell’indole sociale della nazione, del suo senso della famiglia e della continuità tra le generazioni, del gusto per la bellezza e per il sapore, del patrimonio naturale e artistico più invidiato al mondo.
A tal fine stiamo lavorando per migliorare il servizio offerto alla nostra base, anche un centro servizi capace di assistere in modo globale sia le associazioni che desiderino strutturasti per operare nel terzo settore (quindi iscriversi al RUNTS) sia per quelle che già all’interno del terzo settore sentano il bisogno di essere affiancate nel gestire la complessità che la riforma del privato sociale si porta appresso.

Anche e soprattutto rispetto ai legami impliciti con le nuove regole che interessano l’ambito sportivo. Norme che sono giunte posteriormente, ma che dovranno necessariamente essere armonizzate con quelle previste per il terzo settore. Mentre, infatti, è assolutamente positivo l’aver riconosciuto la valenza sociale dell’attività sportiva dilettantesca per i profili indiscutibili di attività finalizzata a realizzare finalità solidaristiche, civilistiche e di utilità sociale, ancora si attende che vengano dipanati elementi decisivi ai fini di un’adesione consapevole del mondo sportivo a questo universo.

Allo stesso modo, proprio perché crediamo nel grande aiuto che l’associazionismo improntato ad attività di interesse generale possa dare nella costruzione di un solido e stabile modello di welfare – strutturato su un perno centrale e sul supporto attivo delle realtà non profit – ci aspettiamo che il compimento della riforma passi anche da un necessario alleggerimento delle procedure anche informatiche connesse all’adesione al Registro Unico del Terzo Settore.
Se è, infatti, vero che il “nuovo” Terzo Settore, così come ridisegnato dalla Riforma del 2017, è diverso e più ampio rispetto al “vecchio”, quello fondato su una moltitudine di leggi speciali e di registri regionali, dall’altro è altrettanto doveroso riconoscere come per aderire a questo rinnovato ambito ci si debba confrontare con uno strumento tecnico-informatico e con procedure che rischiano di allontanare e spaventare realtà piccole ma preziose.
Pertanto, ci auguriamo che, a fronte di un serio impegno portato avanti dalle reti associative come la nostra nel sensibilizzare sulle numerose opportunità connesse alla partecipazione al privato sociale, le Istituzioni possano e vogliano venire incontro a chi crede in questo progetto per il bene dell’Italia e della nostra comunità.

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