Notizie
24.02.2020
Istituzionale
Oriente e occidente nella scrittura antica
IL DIALOGO INTERRELIGIOSO ARRIVA A FARFA. MAESTRI ZEN E BENEDETTINI SI CONFRONTANO SUL VALORE SPIRITUALE DELLE ANTICHE CALLIGRAFIE TRADIZIONALI
Il silenzio, la parola, l’arte religiosa di scrivere: su questi valori fondanti per tutte le religioni del mondo si sono confrontati ieri all’Abbazia di Farfa Maestri Zen e monaci benedettini, nel quadro degli incontri annuali di dialogo culturale e interreligioso “Oriente – Occidente: orizzonti di luce” che sono cominciati quest’anno nella Provincia di Rieti.
Nella Sala Schuster dell’Abbazia benedettina si è svolta la conferenza “Lo spirito nella Calligrafia Occidentale e Orientale” a cui hanno partecipato Hozumi Gensho Roshi, 83° Patriarca del Buddhismo Zen Rinzai giapponese e Padre Dom Eugenio Gargiulo, Priore della Abbazia di Farfa, introdotti dal Sindaco di Fara in Sabina, Davide Basilicata, e dal responsabile del Tempio Zen Italia Gorinkai, Maestro Gianfranco Gentetsu Tiberti, Responsabile ASI dello Zen Budo Gorinkai.
Proprio la particolare circostanza che vede questo Tempio Buddhista sorgere a pochi chilometri di distanza dall’Abbazia di Farfa è stata l’occasione per aprire questo confronto, centrato proprio sul valore spirituale delle calligrafie tradizionali occidentali e orientali perché nell’Abbazia ha sede la “Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Farfa” in cui sono custoditi importanti e preziosi manoscritti medievali.
Hozumi Gensho Roshi, che è anche uno dei più importanti maestri dell’arte di scrivere in Giappone, ha dato una dimostrazione dal vivo di Shodo (Calligrafia Tradizionale Giapponese), creando grande attenzione ed emozione tra tutto il pubblico, mentre il Priore dell’Abbazia ha mostrato e spiegato i preziosi codici miniati custoditi nella Biblioteca della Abbazia.
Pur tra Tradizioni così diverse, il punto di contatto è apparso evidente: sia nello Zen che nei monasteri benedettini prima della parola scritta ci deve essere il Silenzio, una profonda concentrazione spirituale che permette di esprimere nel gesto artistico il valore del Sacro. Tutto il contrario delle nevrotiche digitazioni che segnano il nostro rapporto quotidiano con i social, gli smart phone e il web, che fanno sprofondare nel banale il confronto con il prossimo e generano ansia e dipendenza tra i più giovani.
Grazie alla nutrita presenza di stampa e televisioni nazionali, questo evento è stato anche un’occasione per mettere in luce la ricchezza del patrimonio culturale e religioso del territorio reatino, che troppo spesso viene messo in secondo piano rispetto alla vicina Umbria. Non a caso l’evento è stato sponsorizzato, non solo dal Comune di Fara in Sabina – che ha scelto da tempo come propria immagine turistica quella di “Città della Spiritualità” – ma anche dalla Provincia di Rieti, dalla Rete associativa ASI, rappresentata dal presidente provinciale Drago Amicarelli, a cui è affiliata l’Associazione GO RIN KAI che gestisce il Tempio Zen della zona. Hanno presenziato anche rappresentati dell’UBI, Unione Buddhista Italiana, guidati da Maria Angela Falà, Presidente della Fondazione Maitreya.
Nella Sala Schuster dell’Abbazia benedettina si è svolta la conferenza “Lo spirito nella Calligrafia Occidentale e Orientale” a cui hanno partecipato Hozumi Gensho Roshi, 83° Patriarca del Buddhismo Zen Rinzai giapponese e Padre Dom Eugenio Gargiulo, Priore della Abbazia di Farfa, introdotti dal Sindaco di Fara in Sabina, Davide Basilicata, e dal responsabile del Tempio Zen Italia Gorinkai, Maestro Gianfranco Gentetsu Tiberti, Responsabile ASI dello Zen Budo Gorinkai.
Proprio la particolare circostanza che vede questo Tempio Buddhista sorgere a pochi chilometri di distanza dall’Abbazia di Farfa è stata l’occasione per aprire questo confronto, centrato proprio sul valore spirituale delle calligrafie tradizionali occidentali e orientali perché nell’Abbazia ha sede la “Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Farfa” in cui sono custoditi importanti e preziosi manoscritti medievali.
Hozumi Gensho Roshi, che è anche uno dei più importanti maestri dell’arte di scrivere in Giappone, ha dato una dimostrazione dal vivo di Shodo (Calligrafia Tradizionale Giapponese), creando grande attenzione ed emozione tra tutto il pubblico, mentre il Priore dell’Abbazia ha mostrato e spiegato i preziosi codici miniati custoditi nella Biblioteca della Abbazia.
Pur tra Tradizioni così diverse, il punto di contatto è apparso evidente: sia nello Zen che nei monasteri benedettini prima della parola scritta ci deve essere il Silenzio, una profonda concentrazione spirituale che permette di esprimere nel gesto artistico il valore del Sacro. Tutto il contrario delle nevrotiche digitazioni che segnano il nostro rapporto quotidiano con i social, gli smart phone e il web, che fanno sprofondare nel banale il confronto con il prossimo e generano ansia e dipendenza tra i più giovani.
Grazie alla nutrita presenza di stampa e televisioni nazionali, questo evento è stato anche un’occasione per mettere in luce la ricchezza del patrimonio culturale e religioso del territorio reatino, che troppo spesso viene messo in secondo piano rispetto alla vicina Umbria. Non a caso l’evento è stato sponsorizzato, non solo dal Comune di Fara in Sabina – che ha scelto da tempo come propria immagine turistica quella di “Città della Spiritualità” – ma anche dalla Provincia di Rieti, dalla Rete associativa ASI, rappresentata dal presidente provinciale Drago Amicarelli, a cui è affiliata l’Associazione GO RIN KAI che gestisce il Tempio Zen della zona. Hanno presenziato anche rappresentati dell’UBI, Unione Buddhista Italiana, guidati da Maria Angela Falà, Presidente della Fondazione Maitreya.
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