18.07.2015
Istituzionale
La crisi ferma anche lo sport Un bambino su 5 non lo pratica
Un bambino su cinque in Italia non fa sport nel tempo libero, nel 27% dei casi per difficoltà economiche. Circa un minore su dieci, invece, non pratica attività motorie neanche a scuola per mancanza di spazi attrezzati o per l’assenza di attività nel programma scolastico. Questi i dati emersi dalla ricerca «Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi», realizzata da Ipsos per Save the Children e Gruppo Mondelez. Il progetto «Pronti, Partenza, Via!» in quattro anni ha coinvolto 96.000 minori e adulti e 1400 operatori in dieci città italiane (Ancona e Aprilia, Bari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari e Torino). Secondo Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children, «sono troppi i ragazzi esclusi dall’opportunità di svolgere sport e spesso queste attività sono relegate alle poche ore previste nel programma scolastico e questo non basta a dare a questi bambini e ragazzi la necessaria educazione all’attività fisica e al movimento».
A casa davanti alla tv
Bambini e ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo libero chiusi in casa o a casa di amici (62%), davanti alla televisione (in media 71 minuti al giorno dal lunedì al venerdì, fino a 84 minuti nei weekend), davanti ai videogiochi (47 minuti) o su internet (55 minuti). Secondo la ricerca Ipsos, inoltre, resta bassa la considerazione che i ragazzi hanno dell’importanza della pratica sportiva e dell’attività motoria, e la sedentarietà si conferma un tratto distintivo: un intervistato su quattro dichiara di camminare non più di 15 minuti al giorno. Due su cinque vanno a scuola accompagnati in macchina da un familiare e gli altri si muovono utilizzando mezzi pubblici (17%), a piedi (28%) o con la bicicletta (15%).
La carenza di luoghi di aggregazione
A incidere sulla scelta di passare il tempo libero in casa è la carenza di luoghi di aggregazione. Lo denuncia il 33% dei genitori (44% nel centro-sud) che evidenziano, nei pochi spazi a disposizione, l’assenza delle condizioni igieniche e di sicurezza necessarie (33%). Questa percezione è confermata dai ragazzi: solo poco più di 6 su 10 raccontano che nel loro quartiere c’è un giardino o un parco giochi. Il 28% di loro si accontenterebbe di un parco giochi con le panchine, l’erba e gli alberi.
Le difficoltà economiche
«Le difficoltà economiche delle famiglie e la mancanza di spazi pubblici adeguati – chiarisce Raffaela Milano – obbligano molti bambini e ragazzi a rimanere in casa per lunghe ore. Per questo motivo rischiano di diventare sempre più sedentari e disabituati a confrontarsi coi loro coetanei. Sono bambini e ragazzi, che anche solo con un parco giochi, degli alberi e delle panchine, potrebbero cambiare le loro abitudini, correndo meno il rischio di perdere la socialità tipica della loro età».
La abitudini alimentari
Bambini e ragazzi fanno dunque una vita piuttosto sedentaria, ma quali sono le loro abitudini alimentari? Secondo la ricerca Ipsos, i genitori sono consapevoli dell’importanza di un’alimentazione sana, ma non sempre mettono in pratica le regole della buona tavola: lo fa solo il 66% dei genitori mentre il 13% afferma di non conoscere alcuna regola di base per nutrire i propri figli in maniera adeguata alla loro crescita sana. Per Raffaela Milano occorre «più informazione» e «i pediatri, le scuole e i media possono giocare un ruolo significativo in questa partità». Si consolidano inoltre abitudini poco sane, come il «consumo limitato di frutta e verdura, non fare colazione al mattino e saltare gli spuntini tra un pasto e l’altro» che, puntualizza la Milano, «non aiutano soprattutto in un contesto in cui i bambini e i ragazzi passano la maggior parte del loro tempo senza fare attività fisica e sportiva. Le conseguenze sulla salute e sul benessere rischiano alla lunga di diventare significativi».
Fonte: Corriere della Sera
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