17.11.2015
Istituzionale
Europei 2016, le ragioni per dire sì
Si sta riflettendo in queste ultime ore sull'opportunità di consentire o meno lo svolgimento degli Europei di calcio del 2016 in Francia. Sulla scia della paura e del terrore prodotti dagli attacchi di Parigi dello scorso venerdì 13 novembre, il fronte dei dubbiosi si allarga. Come garantire la sicurezza di quei 7-8 milioni di persone attese nel mese delle gare (oltre quella della popolazione francese)? La difficoltà sta anche nel gran nuomero di location coinvolte: dal 10 giugno al 10 luglio 2016 dovrebbero essere dieci le città francesi coinvolte nell'Europeo di calcio in quelle 51 partite in cui si confronteranno ben 24 nazionali: Parigi, Saint-Denis, Saint-Etienne, Bordeaux, Tolosa, Lilla, Lens, Lione, Nizza e Marsiglia. Un Europeo quindi che segna un record storico, non avendo mai avuto in passtao un format così ampio.
ASI Associazioni Sportive e Sociali Italiane ritiene che invece si debba andare avanti con l'organizzazione di questo grande evento. Ecco i perchè.
1 – Perchè quanto accaduto allo Stade de France dimostra che il sistema di sicurezza predisposto ha funzionato.
I kamikaze avrebbero voluto probabilmente farsi esplodere all'interno dello stadio, magari sotto gli occhi del Presidente Hollande, ma i filtri esterni all'impianto hanno funzionato e, dopo aver individuato il primo dei tre kamikaze, lo hanno allontanato costringendolo a farsi esplodere altrove. Bilancio drammatico, ma sicuramente inferiore a quello che sarebbe stato in caso di esplosione in mezzo alla folla.
2 – Mancano otto mesi e la task force è già all'azione: yes we can
Che la sicurezza sia una priorità è evidente oggi, ma lo era anche ieri. Da quando a gennaio di questo anno era stata attaccata la sede del giornale satirico Charlie Hedbo, il governo Hollande aveva acceso i riflettori sulla minaccia del terrorismo e aveva messo in piedi una task force incaricata di prevedere ogni dettaglio della gestione dell'intelligence e dell'ordine pubblico in vista del mese di giugno. Jacques Lambert, che dirige il Comitato organizzatore, ha esperienza in materia essendo un ex prefetto e avendo gestito anche il Mondiale del 1998. Mancano ancora otto mesi per perfezionare quanto già pianficato, prestando soprattutto attenzione ai luoghi di aggregazione all'esterno degli stadi e nelle piazze dove verranno posti i maxischermi.
3 – Perchè lo sport puo' e deve dare un messaggio di forza e di speranza
ASI crede che lo sport in questo momento possa rappresentare una potente cassa di risonanza per un messaggio positivo: la Francia e l'Europa non si lasciano intimidire dal terrorismo, non rinunciano ai propri valori per soccombere a chi – come ha detto Papa Francesco – strumentalizza la religione per commettere atti disumani.
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